Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Petrolio e Corano, i finanzieri di Allah si spingono a sud del Sahara

Petrolio e Corano, i finanzieri di Allah si spingono a sud del Sahara

di Geraldina Colotti - 24/10/2008



È un settore fra i più dinamici al mondo: opera in 70 paesi e nel 2010 il giro d'affari ammonterà a un trilione di dollari


Wall Street è diventata socialista? si chiede ironicamente l'economista Fréderic Lordon nell'ultimo numero di Le Monde diplomatique/ilmanifesto, in edicola fino alla metà del prossimo mese. Wall Street si convertirà alla legge coranica, la sharia? si potrebbe dire spingendo l'ironia ancora più in là. Wall street si dovrà genuflettere al sistema finanziario islamico, che nel pieno del terremoto finanziario sembra in buona salute? Addirittura, lo tsunami dei subprime potrebbe portare il valore dei bond e dei prestiti compatibili con i precetti dell'islam a oltre 5 miliardi di dollari anche per il 2009 e a un giro d'affari di circa un trilione di dollari per il 2010 con una crescita annunale del 15 per cento. Ne è un recente esempio l'unione della banca sudafricana Investec Asset Management e del colosso saudita Jadwa investement, che agisce soprattutto sul mercato azionario africano, di cui il Financial Times ha dato notizia pochi mesi fa, e che conta di raccogliere solo per il primo anno l'equivalente di 64 milioni di euro.

La finanza islamica nasce nel 1973. Nel contesto della crisi petrolifera, si formalizza il patto tra ricchi petrolieri musulmani e teologi dell'islam per creare una banca islamica internazionale finalizzata a incrementare lo sviluppo economico e il progresso sociale dei paesi musulmani, nel rispetto dei principi della sharia. Parte degli introiti vennero da allora destinati a costruire e diffondere questo tipo di banche. Dalla costituzione della prima banca islamica in Bahrein a oggi, il sistema è diventato un importante blocco che opera in 70 paesi con ingenti capitali, comprende 16 istituzioni finanziarie islamiche 2 delle quali sono banche commerciali, 2 banche offshore e 12 banche di investimento: oltre 200 istituzioni e un giro d'affari che fa muovere circa il 4 per cento della ricchezza mondiale.
Alla base del funzionamento delle banche islamiche c'è il principio del Mudaraba, un accordo di compartecipazione tra l'investitore e il cliente depositante che impedisce al cliente di farsi rendere il denaro dalla banca in caso di perdita (a meno di comportamento doloso), ma anche alla banca di richiedere la restituzione di un prestito se un investimento fallisce (a meno, sempre, di una palese violazione degli accordi). Un patto, insomma, che prevede l'assunzione di un certo margine di rischio da parte dei contraenti. Le parole chiave sono gharar - il precetto che vieta di investire in attività che comportino margini di rischio; maisir, che proibisce la speculazione; riba, che vieta di svincolare gli interessi delle rendite finanziarie dall'attività e dai progetti reali. Concetti che il Fondo monetario internazionale (Fmi), ha dovuto tenere a mente durante il vertice in corso a Dubai - uno dei più importanti centri della finanza islamica. Certo, di fronte alle dinamiche strutturali e al portato della crisi in corso, niente consente a questo settore in crescita di essere al riparo dal terremoto. Negli anni '90, il fallimento di alcune banche islamiche ha dissuaso proprio l'Egitto - pioniere della finanza islamica - a mettere uno stop alle banche coraniche, che oggi sono in declino al Cairo. Inoltre, la finanza coranica, dopo gli anatemi dell'11 settembre, se incontra il favore esplicito in diversi paesi africani come il Sudan, trova ostacoli in altri come la Tunisia.

Eppure, come spiega l'economista Loretta Napoleoni nel suo libro Stati canaglia (Il Saggiatore), lo sviluppo della finanza islamica - il matrimonio tra potere finanziario e religioso, fenomeno unico nell'economia moderna - è dovuto all'incontro fra due crisi mondiali: il crollo delle borse asiatiche del '97 e l'11 settembre. E sta portando all'abbraccio tra banche occidentali e specialisti della sharia.