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Neve: il mostro è nudo

di Luigi Boschi - 13/02/2006

Fonte: parmachesiparla.it

 

Nevica per due giorni? Non si incoraggia lo stare fermi ad aspettare, no vai col sale, il cloruro.


Neve provvidenziale per la salute psicofisica e ambientale. Neve rivelatrice di stupidità della nostra "classe negligente". La neve che paralizza il mostro. Finalmente! Questi piccoli fiocchi naturali che cadono dolcemente, mettono in crisi tutte le infrastrutture invasive e, oggi spesso obsolete, per le quali però si inceneriscono risorse collettive, si indebitano generazioni per la loro realizzazione e manutenzione; funzionali per un ritorno economico/finanziario di pochi, origine di corruttela, connivenza e malaffare. Infrastrutture oasi di disastri ecologici, morti. Scie di portatori d’auto quotidianamente incolonnati, di pendolarismo nevrotico intermodale, di ingolfamenti, ritardi, file interminabili di deportati incapaci di ribellione, assuefatti al sadomasochismo "democraticamente" voluto.

Infrastrutture per incarichi lottizzati super remunerati e privatizzazioni con gabella.

Oh, neve provvida che mostri altre vie di mobilità oltre il PM10, l’autostrada per morte collettiva da cancro, di cui sono tutti complici e dipendenti. E pensare che basterebbe incentivare la rete, la sua velocità, la realizzazione di mediacenter, la delocalizzazione, il telelavoro, la possibilità di fare impresa in rete, di collegarsi e praticare il proprio esercizio, il proprio potenziale (il 50% delle attuali attività potrebbe essere fatto da casa). Incentivare e consentire lo sviluppo dell’economia delle conoscenze. Ritrovare lo spirito dell’aver cura delle forme di vita, non di dominarle, assoggettarle o, peggio, arrivare al genocidio. I luoghi disabitati con la cultura virtuale ritorneranno abitati. Con la rete si ritorna a casa. Invece no! No! Tutti in mobilità per raggiungere un luogo concentrazionario ad avviare un computer, a sistemare scartoffie, a prender caffè, fumar sigarette (in fumatoi riservati), intasare cessi, quattro chiacchiere col superiore di turno, a subire o praticare mobbing, all’esercizio di qualcosa che malremunera, che non dà visione se non per il Tavor. Lo chiamano lavoro!!

Perlomeno i nostri vecchi si sono sacrificati per un ideale, un progetto di vita, una casa, una istruzione per i figli. Un lavoro che richiedeva ancora abilità.

Oggi si lavora spesso in un processo indifferenziato, senza soddisfare abilità individuali o di gruppo, anche inutile, coinvolti in produzioni, a volte, eticamente riprovevoli (grano radioattivo, uova marce, pomodori in vermi, vino al metanolo, allevamenti lager, alimenti cancerogeni, truffe finanziarie, gabelle burocratiche). Tutto per il consumo suicida. La società dello spettacolo! Avanti il prossimo!!

E allora se nevica per due giorni abbondantemente non si incoraggia lo stare fermi ed aspettare il cessare del maltempo, no vai col sale, il cloruro ecc... Così che se ne vanno in sale, in mezzi spazzaneve e successivamente in rifacimenti stradali enormi ricchezze.

Non dico luoghi di montagna dove certi interventi sono doverosi, ma a Parma dove la neve dure 3 giorni, il piano neve costa circa 1.600.000 euro anno!!! Questi due giorni di neve (detti straordinari... per loro!), una aggiunta di soli 600.000. Ridicolo. Soprattutto per il sole che da solo senza costi ha risolto ogni cosa. Ma no, la nostra macchina tritarisorse cosa farebbe? E' il loro modo per fare "palle" di neve!!!

Una democrazia che imprigiona anziché liberare le menti, le esclude, le confina, costrette ad emigrare; destina risorse a progettualità anacronistiche, strutture burocratiche ripiene di assistiti, finti impieghi; sovrintendenze mercificatori culturali attraverso cui si esportano ricchezze collettive in cambio di elusione. Un mostro burocratico fagocitatore di brainless gestito da un potere in declino, che riproduce furbetti funzionali alla delinquenza di sistema. Una classe negligente incapace di ascolto, di interpretare il nuovo, di liberare felicità. Operatori del gratta e porta via.

Ma la neve, la semplice neve con la sua lenta incessante caduta, blocca il mostro antropizzato, sovralimentato e lo rivela nella sua nudità.

Con la betoniera e lo spettacolo si rapinano risorse collettive e si deprime l'intelligenza.

Parma, 27 gennaio 2006