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Crisi di liquidita', crisi di mercato, crisi di produzione

di Uriel - 24/11/2008

Fonte: Wolfsteep

Mi fanno una domanda sul forum, riguardo al fatto che la grande distribuzione avrebbe vantaggio nella scala, e quindi e' sbagliato ipotizzare una sua imminente crisi. Questo sarebbe vero se non fossimo in una crisi di liquidita'.

La differenza tra una crisi di liquidita' ed una crisi di mercato e' proprio questa: ad essere colpiti sono coloro che necessitano maggiormente di liquidi (credito ) per lavorare, e non necessariamente coloro che hanno margini piu' bassi.

Prendiamo una classica crisi di mercato: per un qualche motivo la gente compra meno. Se e' solo una crisi di mercato, ovviamente vincera' chi riesce a veicolare un prodotto al cliente al prezzo piu' basso, a qualsiasi costo. Allora il grosso distributore arriva e dice: io compro milioni di tonnellate di X, le stocco, e siccome ho la distribuzione in mano ti abbasso i prezzi.

Prendiamo una classica crisi di produzione: per un qualche motivo si produce meno di una certa varieta' di beni. Il bene diventa troppo costoso. Allora arriva il grosso distributore e dice: io ho un enorme potere di trattativa, una capacita' finanziaria enorme, prendo la merce e la compro tutta, regolando poi il prezzo essendo io incombente sul mercato.

Adesso prendiamo una crisi di liquidita'. Le banche non prestano soldi, quindi vince chi ha liquidita' di cassa. Ma la liquidita' di cassa e' un fenomeno molto veloce, e va bene se io faccio come il negoziante del mio paese: arriva quello del pane la mattina, lui apre il registratore di cassa, prende i soldi del lotto di ieri e ci paga il pane. Tanto per stasera l'avra' venduto.

Questa logica della liquidita' per cassa chiaramente non risente delle crisi di liquidita', in quanto una rotazione del magazzino e una piccola esposizione di magazzino fanno si' che sia possibile gestire quasi tutto senza esposizione finanziaria, o quasi.

Diverso e' il problema della grande distribuzione, che e' un fenomeno quasi esclusivamente finanziario.

Innanzitutto, perche' una grande SPA ha una "liquidita' operativa" che non e' propriamente una liquidita' di cassa, in quanto e' una capacita' operativa concordata tra gli azionisti. La SPA quando ha un disavanzo non fa come il piccolo negoziante che risparmia e mette da parte: divide con gli azionisti i soldi, che vengono drenati via, tranne una piccola "liquidita' operativa". Il resto dei soldi necessari per l'operativita' reale vengono forniti dalle banche, sotto forma di affidamenti o linee di credito.

Quindi, il nostro grande distributore oggi si trova a lavorare con una ridottissima capacita' di acquisto, perche' la liquidita' operativa non basta ad acquistare neanche una minima parte dei lotti che gli servono per vivere.

E non solo: le banche fuggiranno da loro. Perche' se prendiamo un grande magazzino che ha all'interno la ferramenta e gli alimentari e gli facciamo credito, ci stiamo accollando un rischio.
Se facciamo lo stesso credito a 20 negozi di alimentari e a 20 ferramente sparse per una provincia, e' assai difficile che tutti falliscano.

In una situazione di scarsa liquidita', quindi, non solo il piccolo negoziante e' facilitato dalla possibilita' di lavorare per cassa, con poco magazzino e molto turnover, ma e' facilitato se richiede fido, sia perche' richiede somme minori sia perche' il fido ai negozianti e' meno rischioso se praticato su numeri consistenti.

C'e' inoltre un ultimo spettro che grava sulla grande distribuzione, che e' la deflazione. Per deflazione si intende il fenomeno per il quale il denaro diviene piu' raro, e come tale il suo valore aumenta. La conseguenza di questo fenomeno e' che i prezzi inizino ad abbassarsi.

Ora, in che modo il piccolo negoziante e la grande distribuzione possono reagire a tutto questo? Si tratta di sopravvivere in una situazione nella quale compri oggi un bene che paghi X, e la prossima settimana vale X-1 .

Per il negoziante il concetto e' semplice: se il prezzo si abbassa in una settimana, basta solo acquistare piccole partite di merce, tali da durare circa una settimana, non di piu'. Proprio come facevano i negozianti di PC assemblati anni fa, quando un processore X costava 10 oggi  e costava 9 la settimana prossima: avevano a magazzino solo quello che serviva per soddisfare gli ordini della settimana.

Per la grande distribuzione un fenomeno deflattivo e' devastante: se i prezzi non si alzano, poiche' essi acquistano merce con MESI di anticipo vanno rapidamente in esaurimento di liquidi. E ho detto "se i prezzi non si alzano", perche' se i prezzi si abbassano, non esiste alcuna disciplina di coda che possa garantire un guadagno.

Adesso voi mi direte che il grande distributore potrebbe fare il gioco del negoziante e comprare a breve termine. Il che e' altrettanto impossibile per via dei costi logistici.

Prendiamo un negoziante. Diciamo che abbia dei costi logistici, cioe' di sistemare le cose sugli scaffali o nel magazzino (piccolo). Se il nostro negoziante parcellizza la vendita, i costi al massimo cresceranno linearmente con il numero di operazioni: se fa 10 volte i pagamenti di prima avra' al massimo 10 volte il costo del bonifico, eccetera.

Adesso prendiamo un grande distributore. Egli non solo dovra' parcellizzare la logistica per lotti piccoli da distribuire ai singoli punti vendita, ma dovra' a sua volta parcellizzare gli acquisti, perdendo potere di trattativa. A quel punto avra' piccoli acquisti ripetuti m volte da distribuire su n parcelle dei singoli punti vendita, avendo cura di non lasciare mai troppomagazzino, perche' perdendo capacita' di acquisto dovra' farcela con lo stesso margine di contribuzione dei piccoli, che non hanno il peso logistico. E questo rende il problema "non proprio lineare".

Tradotto in soldoni: senza liquidita', non esiste alcun vantaggio nel commercio su scala (con buona pace del nuovo premio Nobel) perche' mancano le risorse per investimenti di magazzino su vasta scala, e per la distribuzione su vasta scala. 

E di conseguenza, diventa vantaggiosa la piccola scala con la sua liquidita' di cassa che ha dimensioni simili al fatturato.