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Ogm: così si rinuncia alla purezza del cibo

di Carlo Petrini - 25/11/2008

Rispondo sinteticamente ai punti sollevati: 1) Emma Bonino ci insegna che i regolamenti non sono inutili atti formali. Dal 1° gennaio cambia, eccome. E le normative che cita non fanno che confermare le mie preoccupazioni: il principio della coesistenza si basa sul divieto di contaminazione! Se ora qualcuno difende l’accidentalità è perché la coesistenza non è possibile.

 

2) Quelle che ho chiamato le lobbies dei certificatori all’interno dell’Ifoam hanno un ruolo importante. Ma quel che Bonino dice a proposito dei costi è inesatto: lo dimostra la vicenda delle sementi, sulle quali il rigore normativo ha garantito il prodotto e ha inserito i controlli nei processi di filiera. Non ci sono costi aggiuntivi se la filiera è disegnata per mantenere la purezza dei prodotti.

 

3) I1 sillogismo sembrerebbe: i consorzi non hanno successo grazie al bio, ma al marchio. Le catene di distribuzione vendono prodotti bio e affamano i consorzi. Ergo: i prodotti bio affamano i consorzi. La nostra comune origine braidese mi fa tornare in mente un detto dei vecchi dei nostri orti, che davanti a ragionamenti forzati citavano i "cavoli a merenda".

 

4) Non ho sollevato un problema di sicurezza, ma di informazione. Prodotto senza Ogm non significa prodotto sicuro, son d’accordo. Ma significa, per l’appunto, prodotto senza Ogm. Oppure, come lei stessa suggerisce nella chiusura, lasciamo perdere etichette e metodi. Ma la Bonino vuole prodotti «sani e garantiti»: come li garantiamo senza leggi certe e senza rispetto per le parole che diciamo e scriviamo in etichetta?

 

Infine: le affermazioni a proposito delle mie presunte richieste di aumento dei prezzi mi risultano incomprensibili. Se la Bonino sta ancora cantando il ritornello per cui chi vuole gli Ogm è un paladino della povera gente e chi difende il biologico fa chiacchiere da salotto chic, allora mi dispiace, ma è rimasta indietro di un paio di decenni e di alcune dozzine di report delle Nazioni Unite, per non parlare di quelli di Wall Street.