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Yukio Mishima: sole e acciaio

di Manuel Zanarini - 26/11/2008

 

“Abbiamo veduto il Giappone del dopoguerra rinnegare, per l’ossessione della prosperità economica, i suoi stessi fondamenti, perdere lo spirito nazionale, correre verso il nuovo senza volgersi alla Tradizione, piombare in un’utilitaristica ipocrisia, sprofondare la sua anima in una condizione di vuoto”.(Proclama letto il 25 Novembre 1970, prima del suicidio rituale)  Il 25 Novembre 1970, Yukio Mishima, pseudonimo di Hiraoka Kimitake, entra, insieme ai suo fedelissimi seguaci, all’interno dell’ l'ufficio del Generale Mashita dell'Esercito di Difesa Giapponese, all’interno del Quartier generale della base militare di Ichigaya, a Tokyo, e dopo aver letto un proclama in diretta televisiva, si toglie la vita tramite il rito del “Seppuku”, sventrandosi con la Katana, la spada dei Samurai.Cosa ha spinto, uno dei più grandi scrittori e critici giapponesi di ogni epoca, a questo gesto estremo? Ripercorriamone brevemente la vita ed il pensiero per capirlo. Mishima nasce il 14 gennaio 1925, anno XIV dell’epoca Taisho, a Tokyo nel quartiere Yotsuya, da Azusa, alto funzionario del ministero dell’Agricoltura, e da Shizue, secondogenita di un professore di lettere. Nel 1931 viene iscritto alla scuola Gakushūin, la scuola dei Pari, frequentata dall’aristocrazia nipponica, dove viene imposto uno stile di vita estremamente spartano. Viste le umili origini ed il fisico non adatto a tale stile di vita, Mishima deciderà di dedicarsi allo studio, in particolar modo della letteratura. Nel Settembre 1944 ottiene il diploma liceale col massimo dei voti, e premio dell’Imperatore Giapponese. Intanto infuria la II Guerra Mondiale ed il giovane nazionalista Mishima vuole assolutamente combattere per difendere l’ “onore della Patria”, ma per sospetta tubercolosi non viene accettato nell’esercito. La sconfitta del Giappone rappresenterà una svolta epocale per il paese del Sol Levante. Senza contare l’attacco atomico statunitense, unico nella storia, col bombardamento di Hiroshima e Nagasaki, le condizioni poste da Washington  saranno durissime: la costituzione è scritta dall’esercito americano, all’Imperatore Hirohito viene imposto di abiurare la sua “natura divina”, rinnegando per la prima volta nella storia la sua discendenza dalla dea del sole Amaterasu; al Giappone viene imposto di smantellare l’esercito e di poter mantenere solo una forza di autodifesa. Per una larga fetta della popolazione, quella legata al Giappone Tradizionale, la delusione è fortissima, e darà vita ad imponenti proteste popolari; tra questi vi è certamente anche Mishima, che da quel momento esprimerà tutto il suo disprezzo verso un mondo politico fatto di servi degli americani.Ripresosi dalla delusione si iscriverà all’Università alla Facoltà di Diritto, ma coltiverà sempre la passione per la scrittura, conducendo una doppia vita: studente di giorno, scrittore di notte. La situazione muterà, portandolo a lasciare gli studi, nel 1949, con la pubblicazione del romanzo “Kamen no Kokuhaku” (Confessioni di una maschera), che gli porterà il successo del pubblico e della critica. Nel frattempo si sposa con Yoko Sugiyama, da cui ebbe due figli.Nel 1951, ci sarà un’altra svolta nella vita di Mishima. In quell’anno effettuerà viaggi in Occidente, negli Stati Uniti, in Brasile ed in Europa, come corrispondente dell' “Asahi Shinbun”. Rimarrà folgorato della Grecia, in particolar modo dalla cultura ellenica classica. La sua vita muterà radicalmente. Inizierà a dedicarsi alla cultura, a volte estrema, del corpo e della sua bellezza, tanto che inizierà a maturare tendenze omosessuali. Comincerà a praticare assiduamente il culturismo e le arti marziali, in particolar modo l’Aikido e il Kendo. In Giappone è ormai un personaggio famosissimo, grazie ai suoi romanzi (di questo periodo è Shiosai (La voce delle onde) pubblicato nel 1954) e appare in diverse riviste in pose che ricordano i Samurai, nonché in un film del 1966, Yūkoku (Patriottismo), la storia di un giovane ufficiale che decide di uccidersi col rito del Seppuku, il suicidio tradizionale dei Samurai disonorati, insieme alla moglie.Inoltre, sotto l’influenza delle Milizie Spartane, decide di fondare l’associazione “Tate no Kai” (la “Società degli Scudi”). L’intento è quello di formare una piccola milizia, un centinaio di giovani, che attraverso lo studio della “Via del Guerriero”, la filosofia tradizionale dei Samurai, rappresenti l’avanguardia per il riscatto del Giappone, nonché, nell’immediato, pronta a difendere l’Imperatore da un’eventuale colpo di stato Comunista. Parte importante del progetto di Mishima è quello di risvegliare l’orgoglio dei militari, quindi parteciperà con la sua Milizia alle esercitazioni della forza di autodifesa, il Jieitai. Ma dopo poco tempo, le gerarchie militari, ormai assoggettate all’invasore americano, cominceranno a guardare di cattivo occhio questi giovani idealisti e li allontaneranno.Anche la produzione letteraria va a gonfie vele; infatti nel 1965 apparirà il primo volume della tetralogia-chiave di Mishima, “Hōjō no Umi” (Il mare della fertilità), il cui ultimo libero (sulla cui ultima pagina viene riportata la data 25/11/1970) apparirà nel 1970, poco prima il suicidio.Proprio il 25 Novembre, ormai disilluso dall’esercito, che segue con entusiasmo gli ordini degli invasori, e convinto che la morte eroica per una giusta causa, sulla scia dei Samurai e degli Spartani, sia l’apice della vita di un vero uomo, compie il gesto di cui abbiamo parlato all’inizio dell’articolo. Diversi sono i punti di interesse nel percorso letterario ed intellettuale di Yukio Mishima. Sicuramente il principale è il rifiuto della modernizzazione di società tradizionali, come quella giapponese precedente la II Guerra Mondiale. Ma si badi bene, così come per Evola, il “Tradizionalismo” di Mishima, così come il suo scherno nei confronti del cosiddetto “mondo occidentale”, non implica un ritorno a vivere all’ “età della pietra”, tanto è vero che lo stesso scrittore viveva in una casa costruita secondo i crismi occidentali e si vestita con abiti di taglio moderno. Quello che Mishima predica, è il ritorno ad una “via spirituale”, il Bushido dei Samurai, ma calato nel presente. Il rifiuto del formalismo borghese, della politica fatta di compromessi, della perdita della spiritualità per inseguire obiettivi economici, ribellarsi ad una società in mano a quelli che definisce “gli effeminati intellettuali”, la concezione della vita come guidata da valori eroici, ecc. Tutti questi valori non potevano fare altro che portarlo a schierarsi contro la “colonia americana” che è diventata il Giappone dopo la resa agli Stati Uniti. Questo atteggiamento, unito al tradimento dell’esercito, alla cultura della “morte eroica”, tipica dei Samurai, la fascinazione della morte (uno dei “miti” di Mishima era James Dean, che ebbe a dire “vivi spericolatamente, muori giovane e lascia un bel cadavere”), spinsero il poeta a suicidarsi col rito del Seppuku.La cosa incredibile di Mishima è l’estrema attualità della sua analisi e l’incredibile adattabilità alla realtà italiana attuale. Tre sono i libri di cui consiglio la lettura: “Abito da sera”, uscito da poco in Italia, si tratta di una feroce satira della borghesia del secondo dopoguerra che scimmiotta l’invasore americano, dimentica del suo glorioso passato tradizionale. Non sarà difficile notare la somiglianza con la situazione italiana, tanto del dopoguerra, quanto di oggi. “Lezioni spirituali per giovani samurai”. Si tratta di un libro in cui Mishima fornisce “istruzioni” ai giovani che vogliono agire contro la decadente società giapponese, secondo l’idea che pensiero e azione devono camminare assieme. In alcune edizioni si trova accompagnato al “Proclama” letto da Mishima prima del Seppuku “Sole e Acciaio”. Libro in cui Mishima espone le teorie che lo spinsero, influenzato dalla cultura ellenica classica, ad abbracciare la “cultura del corpo. Il Sole rappresenta la forza e lo spirito interiore; l’Acciaio, il corpo nella forma mitizzata tipica delle culture guerriere (Spartana e dei Samurai su tutte).