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Molto rumore per nulla

di Stefano Montanari - 29/11/2008

    
 
 

Ragazzi, io non ci capisco più niente.

Ieri il Corriere della Sera, che di certo non è un giornale rivoluzionario, se mai roba del genere esiste in questo dormitorio a forma di stivale, pubblica un articolo (http://www.corriere.it/cronache/08_novembre_24/focus_smog_a1464478-ba08-11dd-9dc5-00144f02aabc.shtml) in cui dice che lo smog fa male, che accoppa i bambini e via discorrendo.

Non è vero! Lo smog è del tutto indifferente alla salute, polveri grossolane, fini e ultrafini comprese. Di questo ci rende certi Umberto Veronesi con tutta la sua corte di seguaci: gli oncologi di plastica non biodegradabile. Al massimo, proprio per accontentare quei rompiscatole degli ecologisti, si regali un 3% di mortalità da sozzeria nell’ambiente, ma, al di là di questo, nessuna concessione.

E al nuovo credo imbevuto di neofuturismo sono stato convertito a suon d’insulti, l’argomento scientificamente più convincente, dagli scienziati che hanno affollato il convegno mondiale di Venezia di cui riportavo qualche giorno fa su questo blog.

A questo punto, viene da chiedersi perché diavolo si faccia tanto rumore sull’argomento se dai camini esce aria innocente.

Perché ci sono tante società mediche che strepitano contro gl’inceneritori? Addirittura, tra loro, la federazione degli ordini dei medici francesi che è stata quanto mai esplicita in proposito, così come i 531 medici

di Clermont- Ferrand che hanno fatto le barricate per impedire la messa in funzione dell’inceneritore locale. E l’ISDE (International Society of Doctors for the Environment) che si è permessa di comunicare urbi et orbi che il divino Veronesi ne aveva sparata un’altra delle sue con quello zero che nel copione di regime risulta essere la patogenicità degl’inceneritori (onorati sponsor della sua fondazione)?  Perché il giornale Epidemiology scrive che per ogni 10 microgrammi per metro cubo d’aria di aumento di particolato fine la mortalità per qualsiasi causa aumenta tra l’11 e il 17% e la mortalità per cause cardio-ischemiche aumenta tra il 25 e il 39%? (http://www.bio-medicine.org/medicine-news/Air-Pollution-Can-Even-Increase-Death-Rates-4956-1/). Perché tutti gli studi effettuati riportano che, all’aumentare dell’inquinamento da polveri, aumentano i costi sanitari?

Perché qualche magistrato un po' sveglio e con dei consulenti seri comincia ad indagare sui morti o sui malati, un po' troppi, intorno agl'inceneritori i alle discariche? Non potrebbe, invece, consigliare a chi non ci ha ancora rimesso le penne di andare dagli oncologi di regime? Magari si dimostrerebbe che quei poveracci stanno morendo dal ridere.

E perché l’ARPA si dà tanto da fare a produrre modelli di ricaduta delle polveri “scientificamente” non inquinanti quando potrebbe impiegare meglio tutto il tempo dei suoi uomini di scienza per tranquillizzare il popolo italiano, come, del resto, pare essere la sua principale occupazione? Perché chi incenerisce si affanna a taroccare i risultati di ciò che i loro camini ci eruttano addosso se quella roba lascia il nostro organismo intatto? Perché, addirittura, si assumono dei programmatori, magari un po’ monelli, che modificano i dati di emissione per farli rientrare nei limiti di legge? E perché c’è una legge, allora, con tanto di limiti? Limiti a che cosa, di grazia?

E poi, nel contesto di questa carestia in cui stiamo entrando, mi chiedo perché la regione Emilia Romagna, che è quella di cui respiro l’aria, stanzi qualche milione di Euro per eseguire una ricerca epidemiologica intorno ai “termovalorizzatori” nata con il peccato originale del taroccamento (vedi il libro Il Girone delle Polveri Sottili e il mio intervento al Comune di Modena mai pubblicato dal comune stesso) se sappiamo già che quei camini non espellono assolutamente nulla di nocivo. Anzi, come ci assicura il professor Michele Giugliano del Politecnico milanese, l’aria che esce da un inceneritore è identica a quella che esce, con tanti saluti alla chimica e alla fisica. Chi è Michele Giugliano?: uno scienziato di prima grandezza che quando c’è da esibirsi in pubblico in questo suo esilarante cavallo di battaglia non si tira mai indietro. Per chi non se lo ricordasse, il professore in questione era quello che si culla nella convinzione che Los Angeles o San Francisco siano paesini perduti nella tundra canadese, ed era la spalla dello statista Maurizio Gasparri ad una puntata di Matrix, la trasmissione comica di Enrico Mentana.

A proposito dello stanziamento milionario di cui sopra, a me sorge un dubbio: non è, per caso, che qualcuno ci sguazzi un po’ con quel denaro? Magari qualche scienziato un po’ a corto di scoperte? O di idee di ricerca? O che non ha mai prodotto nulla nella vita? Nessuna accusa: solo una domanda da contribuente respirante.