Anti-crisi…di nervi!
di Andrea Bertaglio - 04/12/2008
Ecco che l’ennesima ipocrisia del governo più surreale e subdolo della storia italiana (e vuol dire tanto, anche solo per il numero e la risma di quelli che si sono succeduti o avvicendati finora nel nostro paese), si manifesta in tutta la sua grandezza e genialità. Dopo aver fatto sapere a tutta l’Europa che noi non vogliamo essere in grado, come al solito, di rispettare gli impegni presi a livello internazionale (riguardanti nella fattispecie le emissioni di gas serra), con la scusa tanto banale quanto, appunto, fastidiosamente ipocrita, che sarebbe economicamente svantaggioso per le nostre aziende in questo momento di crisi, ecco che l’instancabile governo Berlusconi vuole tagliare di fatto la possibilità sia delle famiglie che delle suddette beneamate aziende di risparmiare energia (e quindi SOLDI), nonché di ridurre le famigerate emissioni di CO2. Come? Alle soglie del Natale giunge l’ennesimo regalo da parte del governo. Con il decreto anticrisi, infatti, la detrazione fiscale del 55%, prevista per chi ha sostenuto investimenti per interventi di riqualificazione energetica, diventa un’incognita. Se il Decreto Legge approvato venerdì scorso dal Consiglio dei Ministri sarà confermato dal Parlamento, tutti coloro che, incentivati dallo Stato, con la legge 296/2006, hanno eseguito dei lavori per il risparmio energetico […], rischiano di veder scomparire le detrazioni promesse (1). Si tratterebbe di un’operazione estremamente scorretta da parte del governo, a maggior ragione se, prima del patetico retrofront di ieri, tale provvedimento avesse davvero avuto effetto retroattivo. Tutti coloro che, nel 2008, hanno effettuato lavori di “manutenzione ecologica”, e che quindi non hanno ancora avuto accesso ad alcuna detrazione approfittando dell’incentivo, infatti, non sarebbero stati più certi di rientrare nelle spese. Ciò era talmente sconcertante che, appunto, anche il ministro Tremonti in persona si è affrettato a dire che la retroattività è un errore, dovuto apparentemente alla velocità (o alla fretta?) con cui si è sviluppata questa ennesima bufala (http://www.multimedia.ilsole24ore.com/media/f8a4ef04-c150-11dd-b2c0-736ae4b7529a/f8a4ef04-c150-11dd-b2c0-736ae4b7529a.shtml). Almeno in questo si sono ricreduti, anche se siamo ben lungi dal poter parlare di civiltà di questo paese, come invece fa il ministro del governo più incivile e sicuramente più promotore di inciviltà di questi ultimi anni.
Con il decreto legge 185/2008 (e in particolare l’Art. 29) approvato venerdì 28 novembre dal governo italiano diventa quindi più difficile usufruire dello sconto del 55% su Irpef e Iras per gli interventi di riqualificazione energetica: i privati e le imprese intenzionati a chiedere il bonus dovranno inviare una domanda all’agenzia delle Entrate (oltre alla documentazione all’Enea) e sperare che i fondi stanziati non siano ancora terminati. L’agenzia delle Entrate esaminerà le domande in base all’ordine cronologico di invio e comunicherà entro 30 giorni l’esito della verifica agli interessati. Decorsi i 30 giorni senza esplicita comunicazione di accoglimento “l’assenso si intende non fornito” e il cittadino non potrà usufruire della detrazione (2).
Insomma, questo decreto annullerebbe i benefici fiscali che permettevano alle famiglie italiane di risparmiare attraverso il miglioramento dell’efficienza delle proprie abitazioni, compromettendo o comunque limitando di parecchio la possibilità di questi di detrazione su moltissimi prodotti per il risparmio energetico, quali infissi e finestre con doppi e tripli vetri, coibentazioni, pannelli solari e fotovoltaici, o anche per la sostituzione di impianti di climatizzazione, di caldaie a condensazione ecc. E ripeto, oltre alle famiglie, ciò nuocerà alle nostre aziende, penalizzate dalla crisi. Le stesse che non si possono permettere di sostenere i costi del risparmio energetico, pardon, delle riduzioni di gas inquinanti. Non solo quelle che offrono servizi di questo tipo, ma anche tutte le altre che si possono scordare di risparmiare sulle bollette.
Insisto sul punto delle aziende non solo perché tali disgustose demagogie possono provocare fastidiosi bruciori di stomaco, ma perché i provvedimenti mirati negli ultimi due anni ad agevolare a livello fiscale il risparmio energetico hanno fruttato 3,3 miliardi di euro di fatturato, per la maggior parte prodotto da piccole imprese artigiane che impiegano migliaia di persone. Sempre nella stessa logica si penalizzano le piccole e medie imprese che lavorano per migliorare l’ambiente e la qualità della vita, e si favoriscono “poteri forti” che intascano profitti ed esternalizzano pesanti costi ambientali, come nel caso degli inceneritori di rifiuti o delle centrali nucleari (3).
Abbiamo ormai capito che l’emergenza rifiuti organizzata in Campania aveva anche l’obiettivo di fare accettare dall’opinione pubblica la costruzione di numerosi inceneritori; è ormai chiaro che con gli innumerevoli progetti relativi alla costruzione di giganteschi rigassificatori (i quali fornirebbero metano abbondantemente oltre il nostro fabbisogno nazionale) è necessario portare la gente a non risparmiare energia; è assolutamente ovvio che nonostante le continue balle sull’italianità e sulla salvaguardia delle nostre imprese, gli unici che contano (e che “meritano” di guadagnarci), sono i suddetti “poteri forti”, italiani o non, talmente forti da governare il governo; ma la situazione italiana sta diventando sia inquietante che tristemente grottesca, anche perché proprio in questi giorni Germania e Francia stanno facendo esattamente il contrario, avendo inserito gli incentivi per l’efficienza energetica nei loro provvedimenti anticrisi (4).
In tutta Italia, però, le reazioni hanno già iniziato a farsi sentire, così come le migliaia di persone che, soprattutto negli ultimi due anni, hanno dedicato il loro tempo ed i loro sforzi ad implementare anche in questo ritardatario paese lo spaventevole, per il governo e per chi ridurrebbe i propri profitti, risparmio energetico. Ad esempio l’Associazione ANIT, Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico ed Acustico, http://www.anit.it/, ha predisposto un modulo per protestare contro quello che a ragione definiscono un “assurdo decreto legge”. Con “sincero e incredulo sconforto”, infatti, Maurizio Zara e Giovanni Carmignani dello Sportello Energia Foligno, invitano tutti coloro che possono o che lo credono utile a mobilitarsi in tutti i modi possibili, a partire appunto dalla compilazione di questo modulo: http://www.governo.it/scrivia/scrivi_a_trasparenza.asp.
Federconsumatori ed Adusbef, qualora tale provvedimento fosse approvato in via definitiva, metteranno in campo ogni azione, anche di carattere legale, per tutelare tutti coloro che ne siano danneggiati. Persino Assolterm e Legambiente (la quale va spesso a braccetto con le decisioni sia dei governi che delle loro presunte opposizioni, che siano dannose per l’ambiente o meno) per il prossimo 11 dicembre alle 11 hanno indetto un’iniziativa di mobilitazione contro il provvedimento, dando appuntamento a chiunque si voglia unire alla protesta davanti a Palazzo Chigi. Ovviamente il governo farà di tutto per rendere vane tali reazioni, anche perché, se ci pensiamo bene, da un certo punto di vista (quello di un folle, per esempio) il suo discorso fila: non far niente per ridurre le emissioni di CO2 porta a non far niente per ridurre i consumi di energia; non voler ridurre i consumi di energia significa non fare di proposito nulla per ridurre gli sprechi; non voler ridurre gli sprechi porta a non ridurre le spese per cittadini e aziende; non mettere cittadini ed imprese in condizioni di risparmiare, però, vuol dire privarli dei mezzi per continuare a spendere e spandere, nonostante si vada affermando che questa sia una priorità (in modo da non abbandonare i nostri saggi stili di vita!). E allora? Dire che la crisi è dovuta a chi non spende e allo stesso tempo rendergli sempre più difficile farlo è quanto di più coerente ci si possa aspettare da questi personaggi. Dico che è coerente perché, stando ai recenti consigli del nostro illuminato primo ministro, si potrà uscire della crisi, secondo lui e, forse, chi ancora continua a pensarla come lui, solo aumentando i consumi. Ovviamente anche di energia. Quindi se c’è crisi e dobbiamo consumare di più per uscirne, perché mai dovremmo risparmiare energia? Per risparmiare soldi? Ma dai, un po’ di ottimismo! I soldi vanno e vengono. Continuiamo a sperperarli, poi si vedrà. Al massimo i problemi saranno di chi ha meno di settantadue anni, e si ritroverà a pagare le conseguenze sia economiche che ambientali di queste schifezze. Che ci importa, quindi, se oltre a non avere più soldi continueremo ad avere un debito pubblico fuori misura, se saremo ancora dipendenti dall’estero per quanto riguarda l’energia, se avremo acqua (e, questione di tempo, istruzione e sanità) in mano a privati e speculatori, se dovremo tenerci per qualche millennio le scorie nucleari che ci hanno fornito per qualche anno il 7% dell’energia necessaria, se dovremo pagare le conseguenze dei cambiamenti climatici? Ridiamo, su! Andiamo in discoteca, alle Maldive, in Sardegna. Che bisogno c’è di fasciarsi la testa prima di averla persa del tutto?
Nella totale assenza e nel continuo silenzio di quella che, se si può ancora definire tale, è la più insulsa ed inutile “opposizione” della storia, i membri del governo Berlusconi hanno subìto una terribile ingiustizia in questi ultimi mesi: sono stati spesso dipinti come dei cialtroni, dei farabutti, degli esaltati, dei pusillanimi. Invece non è affatto così, perché si danno da fare eccome. Evidentemente non si limitano ad andare alle Maldive con aerei di stato, raggiungere in barca zone marine protette o ingravidare soubrette televisive dopo anni di prediche e morali sull’importanza della famiglia. Nossignori. Come il loro presidente, o dormono solo tre ore per notte o stanno svegli del tutto per riuscire, fra una discoteca e l’altra, a trovare la fantasia necessaria a partorire certe idee. E pensare che c’è invece chi inizia a non dormire perché non è più in grado di pagare le bollette che questi (inspiegabilmente definiti) cialtroni non vogliono che diminuiscano.
firma la petizione su http://firmiamo.it/decretoleggen185art29noallaretroattivit
Fonti:
(1): Federconsumatori.it
(2): Il Sole 24 Ore
(3): Fareverde
(4): Adiconsum.it