Morte di un'isola felice
di Stefano Montanari - 09/12/2008
Inutile illuderci: le isole felici non esistono più o, se ancora ce n’è qualcuna chissà dove, non ha una vita lunga pronosticabile. Io sono stato a più riprese in Irlanda. Una volta l’ho persino percorsa palmo a palmo, mai pernottando in alberghi ma sempre in case private dove ho incrociato persone gradevolissime e mi sono illuso di trovarmi in una sorta di paese delle fate. Bene, non è così. Il vecchio adagio secondo cui tutto il mondo è paese si rivela ancora una volta tristemente vero. Ora arriva la notizia delle 18 mila tonnellate di carne di maiale irlandese imbottita di diossina (100 volte il massimo consentito da una legge che nulla ha a che vedere con la scienza che impone, invece, diossina zero) ed esportata in 21 paesi, Italia compresa. La causa? Mangimi avvelenati con oli industriali. Perché nessuno abbia controllato resta un mistero. Perché nessuno ci dice che quei mangimi dovevano essere in giro da un po’ e, magari, non sono finiti solo in Irlanda è altrettanto avvolto nella nebbia. Va da sé che, come al solito, da noi in Italia non c’è problema: gli enti di controllo ci tranquillizzano. Un déjà-vu. Ma chi si fida degli enti di controllo? Devo ricordare ancora una volta le farse in cui questi sono stati coinvolti? Dice nulla Treviso? E Pietrasanta? E Terni? E l’amianto dappertutto? E gli studi epidemiologici a spese di tutti che nascono taroccati? Devo continuare? E che dire delle mozzarelle campane che d’improvviso, qualche mese fa, si scoprono avere proprio la diossina tra gl’ingredienti? Possibile che, in tutti gli anni di orrori perpetrati nella Campania Felix, solo occasionalmente quel veleno terribile (‘blandamente cancerogeno solo nei ratti’, come predicava ex cathedra Richard Doll, l’epidemiologo a gettone di riferimento della seconda metà del Novecento) sia entrato nei latticini? E ora? Ora che non se ne parla più, ce la siamo già mangiata tutta o la situazione è identica a quella di qualche mese fa e, probabilmente, di qualche anno fa? Io, personalmente, nutro molti dubbi e non credo affatto che sia cambiato qualcosa. Dunque, la mozzarella di bufala campana la lascio ad altri.
E le nanoparticelle? Io ho analizzato centinaia di alimenti, formaggi e carni compresi, e non è poi così raro che ci abbia trovato un cocktail di polveri assortite che, posso assicurare, tutto sono fuorché benefiche o anche solo indifferenti. I cancri? Le nanoparticelle sono sospette assassine di ben altro che dei soli cancri. La legge, però, se ne infischia e il popol bruto sta tranquillo e mangia porcherie, qualunque senso si voglia dare alla parola. Insomma, senza voler convincere nessuno e prendendo una posizione del tutto personale, io non ho la minima fiducia negli enti che dovrebbero vegliare sulla nostra salute e sull’idoneità degli alimenti.
Dell’Italia ormai sappiamo tutto. O, almeno, qualcosa, perché chissà quante altra immondizia è nascosta sotto il tappeto. Ma stiamo attenti a ciò che succede fuori di qui. Fuori ma ad un tiro di schioppo e, comunque, sempre in Europa. Diamo un’occhiata alla Grecia: è bastata una scintilla per scatenare un vero putiferio. Anche laggiù il problema è il malgoverno ed è la corruzione dilagante. Dice niente? |