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E' la fine dell'economia del trasporto privato?

di Debora Billi - 14/12/2008

 
 
ASPO, ambientalisti e sostenibilisti lo andavano dicendo da anni: il trasporto privato è destinato a finire. E non solo per la crisi energetica, ma proprio per i suoi ormai evidenti parametri di insostenibilità. Un sistema di produzione insostenibile, consumo insostenibile di materie prime, smaltimento insostenibile, e non ultima l'insostenibilità dei costi da parte degli automobilisti, finora mascherata da sistemi di rate e dilazioni.

Ora i nodi vengono al pettine, grazie all'inerzia del sistema che come i bambini piccoli ha tappato le orecchie e fatto "Baaaaaaaaa" pur di non sentire i ripetuti avvertimenti delle "cassandre".

Alcuni indicatori? Quest'anno, in USA, gli incidenti automobilistici sono diminuiti del 10%. Una buona notizia, non dovuta però alla maggior prudenza, bensì al fatto che si guida di meno. Secondo il Ministero dei Trasporti, infatti, gli americani hanno percorso ben 100 milioni di miglia in meno nell'ultimo anno. Nulla di cui meravigliarsi, quindi, se la GM chiuderà 20 impianti e produrrà 250 mila autoveicoli in meno nel primo qudrimestre del 2009, tagliando di oltre il 30%.

Anche qui in Europa la situazione non è differente. Tutto ciò, devo confessare, non mi stupisce affatto: dal mio punto di vista si tratta di un ritorno alla normalità. E credo che per la maggioranza degli automobilisti sia la stessa cosa: improvvisamente, ci si rende conto che un'auto costa tanto, troppo; che può durare tranquillamente 10 anni com'è sempre stato; e che dovendo ricomprarla un buon usato serve egregiamente allo scopo. Improvvisamente, quando cala il reddito e si fanno davvero i conti, si capisce come per magia che tutto questo delirio per le auto era totalmente insensato.

Solo i produttori (e i governi...) ancora non se ne capacitano. Ancora ritengono che l'ubriacatura generale appena trascorsa sia una "normalità" a cui si deve al più presto tornare. E mentre i governi sovvenzionano i SUV, il furbo cittadino lucida la seicento.