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L’eco di Poznan: ultimatum alla Terra?

di Alessandra Profilio - 14/12/2008

 

Ieri, 12 dicembre, si è concluso il vertice mondiale sui Cambiamenti Climatici. A Poznan tutti i partecipanti hanno riconosciuto l’urgente necessità di affrontare la questione clima e qualcuno ha invocato una grande rivoluzione.

 


Un aumento della temperatura terrestre superiore a 2° provocherebbe danni irreversibili agli ecosistemi
“Yes we can”: con le parole che hanno condotto Obama alla Casa Bianca, Al Gore ha concluso la 14esima Conferenza Mondiale sui Cambiamenti Climatici.

 

Ieri, 12 dicembre, infatti, il premio Nobel 2007 per la Pace ha voluto congedare i partecipanti al summit di Poznan incoraggiandoli ad agire, a sperare, a non cadere nel buio del pessimismo e dell’immobilità.

L’ottimismo di Al Gore nasce dalla sua fiducia nel Presidente eletto degli USA, deciso ad imprimere una svolta ai negoziati sul clima e a far assumere agli Stati Uniti un ruolo di leadership mondiale anche in materia ambientale.

Del resto, come ha sottolineato Gore nel suo intervento, già negli ultimi anni in America “centinaia di città e grandi stati come la California hanno spontaneamente assunto meccanismi di riduzione delle emissioni”.

Sul palco di Poznan anche il nostro Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo, calorosamente applaudita dalla folta platea dopo aver affermato: “Desidero annunciare che l’Italia, durante la presidenza del G8 nel 2009, promuoverà tutte le iniziative utili a facilitare il raggiungimento di un accordo a Copenhagen”.

Intanto la conferenza nella città polacca si è conclusa con la fissazione di una road-moap, ovvero un programma ed un calendario di negoziati per i prossimi 12 mesi, quelli che ci separano dal tanto atteso vertice di Copenaghen in cui si firmerà il nuovo protocollo sostitutivo al trattato di Kyoto.

Tutti i presenti al summit hanno riconosciuto l’urgente necessità di affrontare i problemi climatici e sottolineato l’intenzione di impegnarsi in un’azione cooperativa nella lotta ai cambiamenti del clima. A definire l’entità di questo sforzo collettivo sarà il sostegno tecnologico e finanziario che i paesi sviluppati investiranno per avanzare verso una nuova società sostenibile. Ulteriori incentivi ed un maggior sostegno finanziario sono gli elementi che molti partecipanti hanno individuato come punti imprescindibili per garantire effettivamente la realizzazione di nuove tecnologie.

Secondo Yvo de Boer, “i colloqui di Poznan hanno ugualmente registrato dei progressi in settori quali la riduzione delle emissioni di gas serra risultanti dalla deforestazione e si orientano verso l’adozione di misure più concrete in materia di adattamento, essendo uno degli obiettivi della conferenza quello di rendere il fondo di adattamento più operativo”. Il segretario esecutivo della Convenzione delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici ha aggiunto anche che “la conferenza deve adottare un agenda di negoziati per l’anno prossimo, decidere un´intensificazione di questi colloqui e designare i presidenti dei due gruppi di lavoro con il mandato di redigere il testo da negoziare più avanti”.

Il segretario dell’Onu Ban Ki-moon ha poi fatto riferimento all’attuale crisi ed ha affermato che la lotta al cambiamento climatico e quella all’attuale crisi finanziaria sono accomunate dall’esigenza di forti misure di rilancio orientate verso progetti verdi.

La crisi finanziaria, pertanto, non deve assolutamente compromettere la volontà di lottare per una società sostenibile.

Ban Ki-moon ha poi esortato Europa e Stati Uniti ad assumere il ruolo di leader nella limitazione delle emissioni di gas serra ed ha invocato una rivoluzione: “una rivoluzione copernicana, una rivoluzione del pensiero, una rivoluzione in azione”.