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Viva il tango, dio degli abbracci

di Valerio Zecchini - 31/12/2008

Fonte: lelibrettedicontrora

 

 

 

Nella collana “Le librette di controra” un’appassionata ode al sensuale ballo argentino

 

 

Dell’autrice di Dall’anima. Passi di tango, a parte lo pseudonimo Dudù non

si conosce neanche il vero nome.

Ma bastano le splendide gambe ritratte dalle foto in bianco e nero

che punteggiano i capitoli, a rivelarci tutto il necessario su di lei…

 

 

 

«Che cos’è per lei il tango, Signora?». «Una discreta obiezione alla luce; il delizioso ricamo del nulla».

Con questa frase di Anna K. Valerio si chiude Passi di tango, e c’è da dire che tra le tante definizioni e interpretazioni della musica da ballo argentina questa è non solo la più appropriata, ma anche la più poetica. Il volume in questione fa parte delle “Librette di controra” (www.lelibrettedicontrora.it), collana di letteratura erotica ormai di culto presso i numerosi conservatori libertini della penisola; e a pubblicarlo non potevano che essere le edizioni di Ar di Padova, che da oltre trent’anni si dedicano a sondare, con i loro preziosi volumi, le più svariate declinazioni della spiritualità antica e moderna, orientale e occidentale. Perché non c’è alcun dubbio che l’erotismo sia un’alta attività spirituale, aveva anzi ragione Jean Baudrillard a definirlo «un rituale sacro, che si svolge in un sotterraneo».

L’uomo contemporaneo si aggira sgomento tra le macerie del sesso, reso noioso e banale dalla pornografia diffusa, che ha insinuato nelle menti un progressivo calo del desiderio. Risultato di tutto questo è il patetico fenomeno del turismo sessuale verso Paesi dove ancora vige il tanto vituperato “comune senso del pudore”, e di conseguenza il desiderio gode ancora di ottima salute. Qui da noi invece, per dirla con Michel Houellebecq che sull’argomento la sa lunga, «ormai anche gli omosessuali più che a far sesso si dedicano ai corsi da sommelier e alle degustazioni di vino in campagna».

C’è insomma un gran bisogno di rieducazione all’erotismo autentico e soprattutto, come andiamo predicando da anni, di pervenire a forme inedite di oscurantismo, oscurantismo glam e fetish; come si dice nella frase citata innanzi, «una discreta obiezione alla luce»: l’illuminismo ha progressivamente portato il bagliore dei riflettori ovunque - ma sono il segreto, il mistero, l’ambiguità a generare qualsiasi forma di fascinazione erotica e il tango contiene in sé tanti elementi di tale fascinazione. Esso è armonia di opposte pulsioni dello spirito come marzialità e lascivia, dominio di sé e oblio - ma soprattutto oblio, come ci dice ancora la Valerio: «Il tango è oblio. Sfugge a ogni assillo, sfugge a ogni costanza, sfugge a ogni peso, a ogni dover essere, modo smodatamente alato di traversare la vita, impertinente, ozioso, bel sognatore all’ombra di un sigaro, di un sorriso a metà, di un cenno, di un’iride umida, di una gamba di donna che si stende e indica dove la notte si fa abisso - e non si può più parlare…».

Come tutti ben sappiamo, il tango (che nel libro è chiamato tra l’altro: esteta dell’impossibile, stilista del sogno, signore dei sensi, stella dei trivi, infero paradiso) è tornato prepotentemente di moda anche in Italia; non c’è città che non abbia i suoi club di appassionati, che promuovono concerti e innumerevoli corsi di ballo. Crediamo però che un notevole contributo a questo revival l’abbia dato il successo del gruppo musicale “Gothan Project”, che  ha contaminato con ottimi esiti il tango con l’elettronica più pop e accattivante. Antesignana di questa tendenza era stata la leggendaria Grace Jones negli anni Ottanta con il brano Libertango (cover da Astor Piazzolla). A ben vedere, è un po’ il meccanismo che presiede a tutto il fenomeno della musica etnica o world music: contaminare la tradizione folkloristica con l’elettronica - ma com’è ovvio non sempre i risultati sono all’altezza delle aspirazioni.

È difficile negare la lontana parentela del tango con il flamenco e la corrida, ravvisabile perfino nella scenografia: saloni dai vistosi arredi, costumi sgargianti al limite del pacchiano (ma l’arte non è - come diceva Picasso - continua lotta contro il buon gusto?). Le movenze serpentine della donna che balla, il tango «farfalla nei piedi, tigre nel viso, gatta nel dorso», non rimandano forse a quella mescolanza indissolubile di grazia e alterigia, tenerezza e malinconia, così propria del matador? E che dire dell’indiscutibile somiglianza tra il suono del bandoneón, «pensiero triste di uno strumento - lama, che, invece di torturare, piange», e la straziante melodia del cante hondo nel flamenco, che più che un canto è un pianto modulato?

Passi di tango è un libro praticamente scritto a quattro mani: il testo principale è dell’esordiente Dudù, che mescola diverse tecniche letterarie (racconto, teatro, poesia); interessante il personaggio del prete che va a ballare il tango di nascosto, mascherato. Una volta scoperto da un sottoposto, formula una poetica ipotesi del tango come musica sacra, il cui ritmo è una preghiera e un sacramento. Dudù è anche il soggetto delle belle foto in bianco e nero - veramente sexy - che corredano il testo. “Preludio” e “Rapsodia” sono invece a carico di Anna K. Valerio e, come abbiamo detto, costituiscono una filosofia del tango di notevole profondità e acutezza. D’altronde, è il minimo che ci si poteva aspettare da questa misteriosa femme fatale da anni oggetto delle più diverse curiosità metapolitiche, metamondane. 

 

Dall'anima Passi di tango, Le librette di controra. Pp. 60, euro 10,00.

Due sue devote ancelle tentano l'ineffabile cercando di descrivere il gusto del tango argentino. E corteggiano questo dio dei suoni e degli sfioramenti, dio degli abbracci e del ricordo (forse l'unico dio superstite nel Novecento che possa vantare una comunità vivace e ordinata di fedeli). L'una narrandone le rapaci passioni, impasto di carne, sangue e utopia; l'altra evocandone i deliziosi sollievi e perdendosi in una trama di note che si sfa un attimo prima di divenire reale. Miracolo e scandalo dell'esistenza di chi lo incontra o indovina, colpa magnifica che non conosce rammarico, nota estorta all'anima che ci dice chi siamo, incipit di innumerevoli romanzi, esteta dell'impossibile, stilista del sogno, signore dei sensi, stella dei trivi, infero paradiso: il tango.