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Non è assurdo imparare dai bambini, anzi...

di Giuseppe Altieri - 03/01/2009


Quando nel 1990 cominciai a diffondere il Progetto "Agroecologia" di
Educazione Agroalimentare Biologica per le scuole (www.agernova.it /
vecchio sito, ndr), messo a punto insieme al gruppo di lavoro di
Giorgio Celli, costruendo piccole Serre, dove i bambini coltivavano i
prodotti dell'orto biologico, anche trapiantati nel giardino 
scolastico o di casa e mangiato a scuola, allevando insetti utili e
producendo il compost coi residui della casa, imparando così a
conoscere l'Agroecosistema, parlai espressamente di "educazione
inversa", dai piccoli figli ai padri... attraverso la scuola 
elementare e media (provincia d'Arezzo, progetto pilota gestito dallo
Studio Ager, oggi Agernova). Inoltre, negli Orti affidati ai 
Pensionati dal Comune di Perugia (altro progetto pilota contemporaneo
di Agernova), educammo al Biologico anche i nonni, che avevano
lasciato la terra per andare a lavorare in fabbrica, ai quali il
Comune di Perugia affidò degli Orti per l'autosufficienza 
alimentare... per il "ritorno alla terra".
Laddove i nonni, che ricordano le tecniche di una volta (il Rame e lo
Zolfo, invece dei Pesticidi Chimici) e introducono le innovazioni
Agroecologiche come l'impiego degli insetti utili invece degli
Insetticidi chimici (le vere biotecnologie scientifiche e naturali)...
completano l'opera di "educazione dei propri figli", ovvero dei padri
e delle madri di quei bambini vittime della televisione e del
supermercato. E carnefici inconsapevoli dei propri figli, come
denunciato dal film “I nostri figli ci accuseranno”, di Elisabeth
Zoja, che sta riscuotendo un clamoroso successo in Francia.
Oggi, con grande difficoltà e con il rischio di invasione barbarica
degli OGM, che distruggerebbe l'Agricoltura Biologica Italiana ed
europea, inquinandola irreversibilmente e rendendo impossibile
l'autodifesa dei consumatori e dei contadini, abbiamo in ogni caso
fatto dei passi avanti enormi nella consapevolezza, purtroppo a spese
delle vittime innocenti delle malattie degenerative, in aumento
esponenziale negli ultimi dieci anni, guarda caso in concomitanza con
l'entrata sul mercato degli OGM, nascosti negli alimenti attraverso le
cosiddette "soglie di (in)tolleranza" (vedasi a tal proposito il testo
appena pubblicato di Arpad Putzstay "La sicurezza degli ogm" -
EDILIBRI, 2008).
Ma, nonostante un referendum contro i Pesticidi, con 19.600.000 voti
espressi dal popolo italiano per l'abrogazione delle soglie di
tolleranza di pesticidi negli alimenti (tarate su un corpo di 60 kg,
cosicchè i bambini subiscono dosi anche 10 volte superiori agli
adulti, ndr !!!), oggi, addirittura, i residui di (in)"tolleranza" dei
Pesticidi negli alimenti sono state recentemente allineate ai livelli
più alti in Europa e non è stata introdotta neanche la Ricetta per il
controllo delle vendite di Pesticidi stessi. Questa prescrizione
obbligatoria per la vendita dei "prodotti chimici di sintesi"
porterebbe almeno 10.000 posti di lavoro potenziali per i tecnici
agronomi (ricerca di ENEA - ISFOL, dati pubblicati), con risparmio di
almeno il 50% di Pesticidi chimici oggi usati dagli agricoltori,
seppur scientificamente inutili, killers delle Api e degli esseri
umani (dati dell'Ist. Oncologico Ramazzini di Bologna). Un risparmio
corrispondente a circa 500 milioni di € in Italia, ovvero 50.000 € per
ogni tecnico impegnato (uno stipendio di tutto rispetto). Soldi oggi
spesi inutilmente dagli agricoltori per veleni buttati nel cibo,
nell'acqua e nell'ambiente, controproducenti sulla produzione agricola
in quanto ammazzano per lo più insetti utili, con alternative valide
ed efficienti di tipo Biologico ampiamente disponibili per la difesa
delle coltivazioni.
Inoltre, i Pagamenti Agroambientali dell'Unione Europea (dal 1992 e in
forma obbligatoria dal 2000) avrebbero dovuto corrispondere agli
agricoltori Biologici la compensazione dei maggiori costi e minori
ricavi, più un 20% di costi di transazione, per il beneficio sociale
portato dall'Agricoltura Biologica, la quale dovrebbe "per legge"
convenire a tutti gli agricoltori, in quanto "i consumatori pagano
l'acquisto di un servizio per la collettività".
Ma le Regioni, con il beneplacido della Commissione UE - DG Agri e dei
Sindacati Agricoli (Confagricoltura, CIA e Coldiretti-Consorzi Agrari-
Venditori di pesticidi e concimi chimici), presenti nei tavoli di
concertazione locali dove si discutono i programmi regionali, insieme
alle Associazioni Ambientaliste e ad alcuni rappresentanti 
dell'Agricoltura Biologica (AIAB, AMAB) quantomeno passivi e inattivi,
erogano oggi solo delle piccole "elemosine" agli Agricoltori 
Biologici. Ad esempio pagamenti di 200 €/ha o anche meno per i cereali
biologici, a fronte dei 600 €/ha previsti come massimali dalla UE. E
non si considera la Zootecnia Biologica nelle misure finanziate per il
Benessere Animale, che prevedono fino a 500 € di pagamento Comunitario
per Unità Bovino Adulto per gli allevatori biologici. I pagamenti oggi
non sono quindi sufficienti a riconvertire le produzioni Chimiche
verso il biologico, in prticolare nelle aree agricole intensive dove
l'uso della chimica permette maggiori produzioni, ne a mantenere i
redditi dell'Agricoltura Biologica, con conseguente dismissione di
molte aziende biologiche che stanno tornando alla chimica. E aumento
dei prezzi dei prodotti biologici per le speculazioni di mercato
sulla produzione di nicchia.
L'obiettivo delle Misure Europee Agroambientali e di Benessere Animale
(50.000 milioni di € stanziati dall'Unione Europea per il periodo
2007-2013) sarebbe, per legge, quello di riconvertire le aree agricole
e gli allevamenti intensivi al Biologico (dove si usano i pesticidi in
grande quantità) in modo da realizzare una vera sostituzione della
chimica in Agricoltura. Ma le Regioni aprono bandi per fittizie
"riduzioni dei Pesticidi" (denominata impropriamente "Agricoltura
Integrata"), erogando pagamenti illegittimi in quanto basati su
disciplinari fittizi e non controllabili, come ha segnalato la Corte
dei Conti UE (Sentenza n. 3/2005). Che qualche ente di certificazione
di "controllo" si permette anche di Certificare.
Pagando in pratica gli agricoltori che usano pesticidi come hanno
sempre fatto, seguendo Disciplinari con elenchi di Pesticidi chimici
ammessi quasi per ogni coltura e ogni avversità, senza l'obbligo
previsto dalle linee guida europee di "Applicazine prioritaria delle
tecniche sostitutive di tipo Biologico". Le uniche che consentono il
controllo della riduzione dei pesticidi, attraverso le fatture di
acquisto dei mezzi sostitutivi biologici, più costosi e che, pertanto,
possono giustificare il Pagamento Agroambientale, altrimenti basato su
una presunta riduzione di produzione, quando le ricerche dell'ENEA
attestano che con l'Agricoltura integrata le produzioni in realtà
aumentano. La Regione Umbria, ad esempio, ha appena aperto il bando
2009 per l'Agricoltura (dis)integrata (...nei pesticidi), il 24
dicembre 2008, quasi di nascosto... un regalo di natale alle industrie
chimiche ed agli agricoltori inconsapevoli o non informati dalle

proprie associazioni.
Gli Agricoltori, Biologici e non, delle Regioni Umbira, Marche,
Toscana e Campania, per questi motivi hanno presentato ricorsi
straordinari al Capo dello Stato sui Bandi Agroambientali dei Piani di
Sviluppo Rurale regionali (le ricchissime finanziarie agricole per il
2007-2013). Ma è necessario attivarsi anche sulle altre regioni, sulla
Corte dei Conti per chiedere il recupero delle somme erogate 
illegittimamente e senza risultato Agroambientale e sulla Corte di
Giustizia UE per le allegre approvazioni dei Piani di Sviluppo Rurale
Regionali, da parte della Commissione UE.

Tanto si poteva fare... e non è stato fatto. Ma molto si può ancora
fare... (le Norme e le Costituzioni Nazionali sono a favore della
Salute e dell'Ambiente, diritti "inviolabili"...purtroppo ampiamente
violentati)
...prima che sia troppo tardi. Per i nostri figli, soprattutto.

Ad esempio, il recente regolamento Reach dell'UE prevede che in
presenza di tecnologie alternative naturali ed efficenti, come
l'agricoltura biologica, l'uso della chimica dev'essere vietato, come
ha fatto la Danimarca coi disseccanti agricoli (Roundup) su larga
scala. Prodotti, come tutti i Pesticidi Inutili (es. concianiìti e
geodisinfestanti) che sono contrari ai criteri di rispetto 
dell'Ecocondizionalità, previsti dalle norme europee per l'ottenimento
dello stesso sostegno al reddito agricolo erogato a tutti i 
coltivatori (PAC). Questione su cui recentemente si è di nuovo
pronunciata la Corte dei Conti UE, redarguendo la Commissione e gli
Stati membri.
Le Stesse normative fitosanitarie Nazionali e Comunitarie prevedono
che non si possano vendere prodotti chimici tossici per gli insetti
utili, tuttora in vendita come i Neonicotinoidi e i Piretroidi di
sintesi.

Ma dobbiamo in primis fermare innanzitutto l'invasione Barbarica degli
OGM in Europa e le cosiddette soglie di (in)tolleranza di OGM negli
alimenti, addirittura in quelli biologici... addirittura senza
etichette.
L'Italia deve adoperarsi per un Bando Mondiale contro l'introduzione
nell'ambiente degli Organismi Geneticamente Manipolati e per il
Divieto dei Pesticidi Chimici in presenza di valide tecniche 
sostitutive.
Altrimenti non potremo più tornare indietro.
Altrimenti i nostri figli ci malediranno.

Giuseppe Altieri

“I nostri figli ci accuseranno”. Il locale e l'omogeneizzazione
industriale
di Elisabeth Zoja - 31/12/2008
Fonte: terranauta
A inizio dicembre è uscito un film che ha riempito le sale francesi
tutti i giorni della settimana. Non si tratta dell’ultima trovata di
Hollywood, ma di un documentario sull'utilizzo dei pesticidi e sulle
conseguenze per salute e pianeta. Il regista Jean-Paul Jaud presenta
un piccolo progetto locale per poi illustrare la situazione agricola
in Francia e nel mondo intero.




Una bambina del film dopo chemioterapia“I nostri figli ci 
accuseranno”, il titolo è cinico, però il documentario comincia con un
senso di speranza: all'inizio del 2007 la mensa delle elementari a
Barjac passa al biologico. È stato il sindaco del paesino ai piedi
delle Cévennes, nel sud della Francia, a prendere l’iniziativa: è il
municipio a pagare la differenza di prezzo.

In questo paesino, come nel mondo intero, l’inquinamento industriale e
agrochimico preoccupa mamme e papà. Da questo piccolo progetto parte
una lotta contro una logica che potrebbe rivelarsi irreversibile, una
battaglia perché domani i nostri figli non ci accusino.
Il film si apre con un congresso dell’ONU. “Chi ha conoscenti che
soffrono di cancro, diabete o sterilità alzi la mano”, chiede l’uomo
sul podio. La metà del pubblico sospira e solleva un braccio. “Il 70%
dei cancri sono legati all’ambiente, fra questi il 40% deriva da una
contaminazione degli alimenti. Non vi sono mai stati tanti giovani
malati di cancro come oggi”.
Sono cancerogene, ad esempio, molte sostanze rappresentate da quei
numeri strani che vediamo su innumerevoli confezioni: E232, E102,
E122, E127... si tratta di pesticidi e coloranti consentiti dalla
legge, poiché in minime dosi sono innocui, ma il loro accumulo negli
anni può provocare il cancro.
Il documentario cresce d’intensità, fino a sfiorare il dramma. Si
racconta la storia di alcuni bambini morti di cancro, causato dai
pesticidi che i loro genitori spruzzavano nell’orto. Appena ai
genitori intervistati mancano le parole, la videocamera zooma
insistentemente sui loro volti. Il loro silenzio manifesta sensi di
colpa e disperazione.
Ogni tanto per alleggerire l’atmosfera vengono mostrate immagini
allegre, come i bambini di Barjac che scherzano e mangiano. Ogni
qualvolta uno di loro mette in bocca un alimento però, l’immagine è
interrotta da dati che illustrano alcuni contenuti del cibo: 
conservanti, pesticidi, metalli pesanti... in seguito la scena
riprende da dove si era fermata, i bambini ridono e fanno sorridere,
ma è proprio la loro spensieratezza a rinforzare il dramma.


Ora non solo vi è una mensa biologica a scuola, ma la maggior parte
dei bambini di Barjac consuma cibo biologico anche a casa. Prima del
progetto solo un bambino su dieci aveva questo privilegio: 
l’iniziativa della scuola elementare ha influenzato lo stile di vita
di intere famiglie. Non si tratta quindi della mensa di una singola
elementare, ma di una sensibilizzazione collettiva.

Se il film avesse lo stesso effetto, ogni mela biologica che uno
spettatore consumerà, oltre ad essere più sana, farà risparmiare il
30% di emissioni di CO2. Questo sia perchè l'applicazione del metodo
biologico comporta un minore consumo energetico, sia perchè 
contribuisce all'accumulo di carbonio nel terreno, limitando così le
emissioni di CO2.
Da una mensa ad un paesino e da un film al suo pubblico, non è assurdo
che impariamo dai bambini?

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