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La crisi? Quale crisi?

di Mario Grossi - 05/01/2009

In tempi calamitosi come questi volevo farvi i miei auguri per l’anno ch’è venuto. L’umore non era quello giusto, ma poi alcune riflessioni a bocce ferme, senza farmi travolgere dalla mia solita foga iconoclasta (i miei figli mi sbertucciano sempre, quando definisco un “dramma cosmico” quello che loro reputano un normalissimo traffico cittadino), mi hanno convinto che la situazione è assai migliore di quella che credevo. Spendete! Sperperate! Continuate ad indebitarvi, miei eroici concittadini! La crisi non c’è e possiamo continuare con letizia, una vita piena debitodi soddisfazioni e di acquisti. Con inoppugnabili dati di fatto vado a dimostrarvi che ottimisti bisogna essere.

Occupazione e precari. Il problema dell’occupazione è stato da tempo risolto. Basta licenziare 500000 dipendenti a tempo indeterminato e riassumerne 1 milione, cui far sottoscrivere contratti di lavoro a tempo determinato con stipendi della metà, per dimezzare il tasso di disoccupazione.

Poi con la brillante idea della settimana corta a minor salario, si risolve anche il problema della protezione del posto di lavoro. Un tempo si licenziava in tronco, oggi si preferisce farlo in maniera simulata diluendo nel tempo il provvedimento. Eutanasia del lavoratore. Alla settimana corta seguirà la settimana cortissima con minor salario ancora, per arrivare alla settimana sabbatica a salario zero. Infine si estenderà la settimana sabbatica all’anno sabbatico per poi passare agli anni successivi. Il gioco è fatto, tutti risulteranno occupati (a salario zero). Nessun licenziamento e piena occupazione a costo nullo.

Non si lamentino i precari, perché è solo una questione di atteggiamento. Evitino piagnistei per la loro condizione paraschiavizzata e subumana perché se hanno problemi, sono tutti nella loro testa. Non c’entra niente la crisi ed un modello di società che li rende carne da macello. Essere precari e felici si può, basta avere la giusta predisposizione. Pensate al povero David Beckham: è arrivato al Milan con un contratto da precario, 10 partite e poi gli sarà consegnato il ben servito. Guardate con quale ottimismo varca i negozi di Via Montenapoleone e la suite imperiale che gli è stata riservata in uno dei migliori hotel di Milano. Ha un sorriso per tutti, non si deprime, eppure il suo contratto scadrà a marzo o giù di lì. Prendete esempio.

Problema casa. Anche sul fronte emergenza abitativa le cose vanno per il verso giusto. A New York ed in genere negli USA sono crollati i prezzi delle case. Miracolo della globalizzazione: si possono acquistare immobili a prezzi stracciati. Quale miglior ghiotta occasione per i nostri pendolari, precari, senza casa. 200 mila € e ti porti via un appartamento. La distanza è un falso problema visto che una trasvolata atlantica dura meno di un tragitto Lodi-Milano, e poi i precari tra alcuni mesi non avranno più lavoro e allora quale occasione il trovarsi nel paese delle grandi opportunità. Basta coglierle, come insegna Will Smith interprete di La ricerca della felicità storia di uno sfigato negro che alla fine corona il suo sogno: quello di diventare un broker. Sogno irrancidito, visto che i broker al tempo della crisi degli hegde fund finiscono in galera o suicidi, travolti dalle truffe che loro stessi hanno messo in moto.

Non è difficile girare e trovare casa nel paese delle grandi opportunità. Per aiutarvi sono stati inaugurati, da qualche mese, quelli che sono stati definiti gli “heartless tours” (i tour senza cuore), dei veri e propri giri turistici per la città per prendere visione delle case pignorate (ormai migliaia) e che possono essere indebitamento1_fondo-magazineacquistate a prezzi d’incanto. Si chiamano senza cuore perché spesso i vecchi proprietari sfrattati sono ancora in casa e potete bene immaginare cosa provino a subire questo sciacallaggio da avvoltoi.

Senza poi pensare che tali tour possono diventare un sostegno all’industria dei viaggi. Perché, se è vero che aumentano i viaggi alle Maldive e ai Carabi, il settore non cresce più e ha bisogno di nuove frontiere da aprire e nuovi mercati da aggredire.

Trasporti. In tempi di presunta crisi siamo entrati nella modernità alla velocità della luce. Nei giorni scorsi è stata inaugurata la Freccia Rossa, treno ad alta velocità che collega Milano con Roma, nello strabiliante tempo di 3 ore e 15 minuti. Il viaggio inaugurale è stato accompagnato da grida di giubilo da parte di tutti i pendolari che, per i ritardi e le soppressioni dei loro treni locali, che intralciavano la funambolica corsa della Freccia Rossa, non sono riusciti ad andare al lavoro e così si sono accalcati lungo i binari per acclamare il treno al passaggio. Treno che, tronfio della sua velocità, era imbottito di politici, VIP e autorità varie. “Un treno pieno di Signori” direbbe Guccini, di cui sottoscrivo anche l’augurio “E che ci giunga un giorno, ancora la notizia, di una locomotiva, come una cosa viva, lanciata a bomba contro l’ingiustizia“. Dai primi del ‘900 sono passati più di centro anni e l’Italia è ancora divisa rigorosamente in due. I pochi ricchi correranno leggiadri come levrieri sulla Freccia Rossa intralciando, con ritardi infernali, i molti poveri accalcati sui treni pendolari sempre più simile a Malebolge dantesche.

Ma se il treno è quello che è, siate ottimisti, spendete per un buon volo della rinata compagnia aerea nazionale creata dagli eroici imprenditori italiani che, in nome della Patria, hanno deciso di svenarsi a rischio di ridursi sul lastrico. Con l’acquisizione da parte di Cai (la nuova società aerea) sia di Alitalia che di Airone la famigerata tratta Fiumicino-Linate (che a prezzo pieno oggi sfiora i 600 €) aumenterà ancora. Ma che importa aiutate la libera imprenditoria italiana, spendete, fatevi rapinare!

Industria e consumi. Nonostante la debacle dell’industria dell’auto, la crisi non esiste visto come crescono gli acquisti di telefonini, di aggeggi multitasking, di collegamenti Internet.

Nuove frontiere si affacciano per svilupparne l’uso. Una vedova americana, ad esempio, ha fatto scolpire sulla lapide del marito avvocato il suo numero di cellulare. Il caro estinto è stato seppellito con il suo amato mezzo di comunicazione. Per chi chiama chissà quale messaggio ci sarà nella segreteria telefonica? “Il numero da lei chiamato non è al momento raggiungibile si prega di richiamare una volta morti”?

Nessuna quiete, neppure sotto terra!

In nome dell’acquisto si fa di tutto e non importa niente a nessuno se in una recente pubblicazione scientifica, Andrew Leber, psicologo dell’università del New Hampshire ha scritto che «focalizzando l’attenzione su un compito solo il cervello riesce a stivare le informazioni nell’ippocampo, l’area che si occupa di immagazzinare ricordi e trasformarli in memoria a lungo termine. Quando invece si fanno fluire informazioni dai canali più diversi e per tempi molto brevi, ad attivarsi è il corpo striato, legato alle azioni ripetitive che non lasciano tracce profonde nei nostri ricordi», che sta a significare che, se usiamo costantemente mezzi multitasking (che producono stimoli diversi e non ci fanno concentrare su un’unica attività) come i moderni telefonini, o Internet o i Blackberry, siamo a rischio neurotico. Nel senso che i nostri neuroni impigriti ci abbandoneranno. Non più memoria, non più conoscenza (radicamento di un sapere nella memoria). Diventeremo (o già lo siamo) dei consumatori lotofagi, ignari e sempre più ignoranti. Dei veri consumatori coatti, tranquilli e ottusi come bovini.

Povertà e ricchezza. State allegri. In caso di necessità, se trascinati nel gorgo della povertà, le politiche sociali messe a punto sul territorio nazionale ci mettono al riparo da fastidiose e tristi privazioni. Il Comune di Milano ha donato ai poveri il caviale che la Guardia di Finanza ha sequestrato nell’ultimo mese. Peccato che mancava il Dom Perignon, così la festa sarebbe stata completa.

La Moratti probabilmente vuole emulare Maria Antonietta, nota per la sua risposta a chi le diceva che il popolo affamato non aveva pane. “Che mangino brioche” fu la replica. Di lì a breve fu poi ghigliottinata.

Non si capisce però perché hanno distribuito solo il caviale, visto che sequestri di cocaina si sono susseguiti nel corso dell’anno a ritmo incessante. Forse quella era destinata ai pacchi natalizi dei nostri Parlamentari.

In compenso, mentre si allontanano i tempi della pensione per gli umani e si assottigliano sempre di più i fondi per l’assistenza sanitaria, ci sarà, dopo la presentazione della proposta di legge, un fondo per la mutua di cani e gatti. I nostri amici animali avranno assistenza gratuita. E se i loro padroni poveri moriranno perché non possono pagarsi le medicine, almeno loro potranno essere inseriti nella categoria dei ricchi (bilanciando così il rapporto squilibrato che si era venuto a creare all’interno del nucleo familiare). E per sancire il nuovo status pretenderanno regali sontuosi, come in realtà sta già succedendo se è vero quello che ho letto l’altro giorno che i negozi per cani e gatti si sono riempiti di avventori che vogliono acquistare il meglio che c’è a disposizione. Ed i regali per gli amici animali contano guinzagli tempestati di diamanti, vestitini griffati, museruole ornate di trine e pizzi costosissimi. Poveri, potremo però sfoggiare l’amico ricco.

Per non parlar del resto. Si potrebbe continuare all’infinito con esempi che induco al più sfrenato ottimismo. Crolla il prezzo del petrolio (ma la benzina non cala). Potrebbe essere il momento buono per varare politiche energetiche e produzioni ecologiche adatte alla situazione, ma il nostro governo invece si impegna a trattare nuovamente sulle quote di emissioni consentite, per sostenere la produzione e l’industria. L’opposizione è impegnata a dire che, nonostante i nuovi scandali per corruzione che spazzano via molte giunte locali, questi sono solo episodi circoscritti e che “la superiorità etica ed antropologica della sinistra è salva”.

Al massimo, da destra, ci si lancia in battaglie di impegno civile per riportare sulle tavole dei romani la mercati_fondo-magazinepajata, ingiustamente discriminata negli anni di “mucca pazza”.

Questo sì un segnale di civiltà che finalmente riduce l’abnorme divario tra ricchi e poveri. Dopo che la ricca fiorentina era stata riabilitata era un vero scandalo che la povera pajata fosse stata demonizzata.

Siate ottimisti, perché almeno a livello internazionale le cose cambieranno. In meglio naturalmente. Il divo Obama, celebrato in mutande al sole delle Hawaii e candidato all’Oscar dei grandi predestinati (al fallimento) è stato eletto Presidente degli USA per i democratici. Un Presidente giovane che costruirà uno staff nuovo e di giovani. E lui, fedele ai suoi propositi di campagna elettorale, ha già intruppato vecchioni repubblicani più Hillary Clinton, tanto per smentire connivenze con passate e talvolta imbarazzanti precedenti presidenze.

Aspettiamo solo di conoscere il nome della fortunata stagista che prenderà servizio sotto il tavolo ovale.

L’unica vera buona notizia è che questa crisi (che non c’è) ha decretato la morte di un mito. Il liberismo e d il libero mercato non hanno retto all’onda d’urto autoprodotta nel tentativo di trovare sempre nuovi mercati e per far sì che la produzione insensata crescesse costantemente. E tutti i grandi scienziati dell’ultracapitalismo, con la coda fra le gambe, si sono rivolti a Mamma Stato per farsi pagare i debiti che avevano contratto negli anni in cui sostenevano che lo Stato era solo una palla al piede fastidiosa che andava buttata nel cesso.

Che spettacolo magnifico vedere i Leoni di Wall Street smascherati. Messi a nudo con le loro truffe appaiono più dei gatti spelacchiati e un po’ rognosi. E che divertimento osservare i ruggenti CEO delle major automobilistiche americane, che un tempo maramaldeggiavano delocalizzando e licenziando quelle che sprezzantemente definivano “risorse umane in esubero”, ridotti a cani impauriti che guaiscono scodinzolando di fronte al Senato USA alla ricerca di un osso da spolpare per mascherare il loro fallimento.

Così muore il mito della “mano invisibile” che tutto regola. Una mano equiparata ad un Dio mediorientale capriccioso ed ondivago che chiede sangue umano per placare la sua furia distruggitrice e che dispensa ori ai suoi fedeli sacerdoti, fino al momento di strappargli il cuore (l’anima se la prende subito) e cibarsene.

Una mano che alcuni hanno creduto che potesse arraffare ogni cosa fregandosene degli interessi e dei diritti di tutti. Una mano che, come tutte le mani, può essere solo guidata, modulata ed educata da un cervello che la muove: lo Stato, emanazione della Nazione, costituita dai cittadini (morti, viventi e nascituri) e dai suoi corpi associati.

E come ci ricorda il Vangelo: “Se la tua mano destra ti è occasione di scandalo, tagliala e gettala via”.

Buon Anno a tutti! Spendete! Siate ottimisti! La crisi non c’è!