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Gerald Celente: l’apocalisse prossima ventura

di Alaessandra Colla - 09/01/2009

Fonte: alessandracolla

Tutti a parlare di Gerald Celente, l’amministratore delegato del Trends research Institute che il 10 novembre 2008, in un’intervista rilasciata a Fox Business ha esposto pubblicamente le sue previsioni sul futuro degli Stati Uniti: secondo Celente (che pare avesse già previsto l’implosione dell’URSS e la caduta del Muro di Berlino — era stato previsto anche sulla rivista “Orion”, però nessuno di quell’avventura è diventato famoso), gli Usa stanno precipitando in una crisi che culminerà nel 2012. Entro quell’anno, infatti, l’ex superpotenza sarà travolta da insurrezioni di massa per il cibo che mancherà, ribellioni scatenate dai senza tetto (il cui numero è destinato ad aumentare esponenzialmente) e rivolte organizzate dai contribuenti impoveriti dalle richieste fiscali; inoltre bande armate di resistenza locale si costituiranno in parallelo al peggioramento delle condizioni sociali ed economiche.
In quest’ottica, il 2012 secundum Celente non ha proprio nulla da invidiare al 2012 del calendario Maya, che assumerebbe così una singolare connotazione anatematica — un po’ come una maledizione di Moctezuma su scala continentale, va’.
Ora, senza nulla togliere alla veridicità delle visioni apocalittiche di Celente, mi viene però da dire che l’uomo è un dilettante rispetto agli inglesi: il cui
Ministry of Defence (MOD – Ministero della Difesa) sul finire del 2006 ha messo on line il rapporto The DCDC Global Strategic Trends Programme 2007-2036, in cui si delinea uno scenario non solo molto più disastrato, ma per di più su scala planetaria.
Vale a dire che se gli Stati Uniti se la vedranno brutta, non è che altre zone della Terra se la passeranno poi tanto meglio: come ribadisce con britannico understatement la presentazione della
conferenza sulla Difesa organizzata dal prestigioso gruppo d’informazione Jane’s, «The Joint Doctrine and Concepts Centre of the British military predict a breakdown of the global order in the next decade and other strategic thinkers are equally pessimistic»“il Joint Doctrine and Concepts Centre delle forze armate britanniche prevede un collasso dell’ordine planetario nel prossimo decennio, e altri studiosi di strategia sono ugualmente pessimisti”.
Se vi andate a leggere il testo nell’originale inglese, non potrete non notare la leggerezza con cui questa frase — che mi sento di definire almeno un po’ preoccupante — viene fatta scivolare nel discorso, come se si trattasse di una constatazione marginale o di un corollario trascurabile. Il che suggerisce un’ipotesi (forse anche qualcuna in più, ma al momento non me ne vengono in mente altre): e cioè che i servizi di intelligence, analisi e strategia delle grandi potenze sappiano già nei dettagli cosa fare “in caso di…”.
Peccato che we, the people siamo stati tenuti all’oscuro di questa irrilevante dichiarazione; e sentirci dire adesso, così sui due piedi, che il sistema Occidente sta per andare a rotoli (si parla del prossimo decennio, ricordate?) mentre ancora ci dibattiamo fra i marosi della crisi economica di cui abbiamo visto soltanto qualche schizzo di spuma, non è esattamente quello che ci vuole per farci dormire sonni tranquilli.
In tempo di vacche magre, sono magre anche le consolazioni: come quella, per esempio, di poter scandire chiaro e forte “ve l’avevamo detto”. Celente, devi farne di strada…