Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / L'Occidente e gli schiavi

L'Occidente e gli schiavi

di Hugh Thomas - 30/01/2009


Lo studioso inglese ha indagato sul commercio di uomini e sui suoi effetti determinanti per la crescita economica in Occidente

Scavando negli archivi, mi sono imbattuto in nuovo materiale; alcune di queste scoperte mi hanno dato maggior piacere di qualsiasi altra cosa. Meraviglioso! Poi sono arrivate altre opere importanti, sulla nascita dell´impero spagnolo (I Fiumi dell´Oro Mondadori) e sull´ascesa e caduta del commercio degli schiavi sulle rotte dell´Atlantico (The Slave Trade, Il Commercio degli schiavi).
Su The Slave Trade vorrei soffermarmi. Probabilmente la maggior parte della gente considera la tratta degli schiavi come un ramo vergognoso del commercio, che di tanto in tanto deve essere studiato quando si affronta la storia economica moderna. È un clamoroso errore. Il commercio degli schiavi è stato elemento essenziale di gran parte della storia d´Europa, delle Americhe e dell´Africa per molti secoli. È stato l´attività principale sotto molti punti di vista. Che cosa voglio dire? Voglio dire innanzitutto che gli sforzi realizzati dagli europei per scoprire il mondo africano e per conquistare le Americhe si fondano sulle migliaia di schiavi neri, trascinati dall´Africa prima in Portogallo, nel XV e XVI secolo, più tardi trasportati attraverso l´Atlantico perché svolgessero lavori pesanti. Il Portogallo fondò le sue prime colonie proprio allo scopo di commerciare in schiavi; nel nuovo mondo le sue colonie, come quelle create in Brasile, dipendevano dalla manodopera nera. Le navi, i traffici, la dimensione del reddito e la mole delle fortune marittime portoghesi derivavano dal commercio degli schiavi africani. Questo commercio si protrasse fino al tardo diciannovesimo secolo, quando gli ultimi schiavi furono trasportati su veloci navi a vapore dall´Angola, per esempio, alla moderna colonia spagnola di Cuba in tempo record.
Nello scrivere la storia del commercio degli schiavi, ho dovuto attrezzarmi per poter raccontare una storia commerciale, marittima ed economica che dalla metà del XV proseguì fino alla fine del XIX secolo. Anche in questo campo non sono mancate le scoperte. Nel corso degli anni, abbiamo imparato che le industrie della lana in Europa spesso ricevevano un forte impulso proprio dal commercio degli schiavi. Le industrie nel Lancashire, in Normandia, vicino Nantes e vicino La Rochelle erano tutte sostenute dalla tratta schiavista. Il commerciante che ha trasportato il maggior numero di schiavi attraverso l´Atlantico in quattro secoli e mezzo, dal 1510 al 1865, fu probabilmente un basco. Vissuto nel XIX secolo, egli si arricchì con lo zucchero a Cuba. Si chiamava Julián de Zulueta, morì nel 1881. La tratta degli schiavi s´infranse nelle battaglie per i diritti, nate proprio in Gran Bretagna. Fu uno dei nostri momenti di maggiore orgoglio. Il paese acquistò la fisionomia di un eroico filantropo.
Naturalmente con il lavoro sugli schiavi non termina il mio lungo viaggio attraverso gli studi storici. Provo affetto anche per lo studio sull´imprenditore spagnolo Eduardo Barreiros e anche per un trattato su Beaumarchais in Spagna, paese che gli ispirò idee e anche personaggi per le sue brillanti commedie. E il libro su Goya, sulla sua esperienza nella guerra napoleonica nel periodo intorno al 1810? Sì, nella rastrelliera va messo anche quello, mentre il treno continua a viaggiare.