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Il dogma ex claviatura ai tempi dei comunicati stampa

di Miguel Martinez - 30/01/2009

Régis Debray diceva che nella società massmediatica, le istituzioni crollano di fronte al circo mediatico, perché sono costrette a rincorrere gli effimeri ma devastanti uragani che la televisione produce. Cercano di cavalcare la tigre impazzita, oppure di costruirsi miserabili e fallimentari giustificazioni.

Un'analisi che coincide perfettamente con quella di Marino Badiale e Massimo Bontempelli [1] a proposito dell'era del capitalismo totale - che riduce le istituzioni alla funzione di meri amministratori passivi - e con quella di Szygmunt Bauman, che coglie come le istituzioni passino dal ruolo di protagonisti della sicurezza sociale a quello di protagonisti della sicurezza individuale contro migranti, scarti umani e "terroristi".

Però una cosa così non si era vista ancora, anche perché tocca la Madre di Tutte le Istituzioni, la Chiesa Cattolica.

Una televisione nella sconosciuta lingua svedese ha i
ntervista una persona ignota alla grande maggioranza della specie umana, il vescovo Richard Williamson della Fraternità Sacerdotale San Pio X - de-scomunicato alcuni giorni fa, ma non pienamente reintegrato nella Chiesa "ufficiale": la Chiesa forse non potrà togliergli la qualifica carismatica di vescovo, ma difficilmente gli permetterà di agire come tale.

L'intervistatore, poco interessato a dispute teologiche, ha messo Williamson alle strette citando un suo vecchio discorso finché, guardando molto imbarazzato verso la telecamera, il vescovo ha affermato di credere che le camere a gas non siano state usate per sterminare gli ebrei durante la Seconda guerra mondiale e ha avanzato alcune ipotesi tecniche (non teologiche).

Un'opportuna distrazione dai
cadaveri di Gaza, questa notizia non particolarmente originale [2] ha percorso in un attimo tutto il mare mediatico del mondo. Confermando esattamente quanto dicevamo nel post di stamattina: che i "revisionisti" o "negazionisti" sono conosciuti da noi solo nella misura in cui i media ne parlano scandalizzati. A volte stuzzicandoli apposta, come in questo caso.

Oggi è arrivata la risposta del Vaticano. Credo che sia la prima volta che l'Istituzione enunci un nuovo dogma ex claviatura e con una velocità degna di Silvio Berlusconi.
CITTA' DEL VATICANO - «Chi nega il fatto della Shoah non sa nulla nè del mistero di Dio, nè della Croce di Cristo». Lo afferma il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, in una nota trasmessa dalla Radio Vaticana. L'accostamento tra la Shoah e il mistero di Dio e della Croce rende «tanto più grave», per il portavoce del Papa, la negazione quando «viene dalla bocca di un sacerdote o di un vescovo, cioè di un ministro cristiano, sia unito o no con la Chiesa cattolica».
Chi scrive è un tranquillo "non revisionista", nel senso che ritiene che la versione che possiamo chiamare ufficiale del giudeocidio nazista sia in linea di massima esatta; comunque fino a stamattina pensavo che la cosa non riguardasse la teologia cristiana.

Con la quale invece mi trovo in contrasto sul tema cruciale della veridicità della narrazione biblica.

E da sostenitore della teoria dell'evoluzione, mi trovo in conflitto aperto con Richard Williamson riguardo a una questione certamente fondamentale. E anche se è solo una questione storica e non teologica, credo che la Chiesa cattolica abbia avuto un ruolo misto, ma spesso pessimo, nella conquista delle Americhe.

Poi se uno la pensa diversamente da me su questi temi, non lo considero un mostro e non mi faccio prendere da crisi isteriche.

Quindi trovo affascinante il fatto che il portavoce della Chiesa non risponda semplicemente dicendo che a suo avviso, e ragionando in termini puramente storici, le camere a gas sono state realmente utilizzate per compiere un genocidio.

No. Padre Federico Lombardi risponde affermando un'intera nuova dottrina, che se uno ci pensa bene, dovrebbe richiedere un ribaltamento di tutto l'enorme impianto della teologia.

Fino a stamattina, la teologia aveva ancora basi rigorosamente razionali, nel peculiare senso che conosciamo dal tomismo.

Roba che obbligava a seguire una certa logica, a prevedere possibili obiezioni, a dedurre regole universali e a motivare ciò che si diceva.

Da oggi, presumibilmente con un'email alle fameliche agenzie di stampa, la teologia entra nella sfera delle libere associazioni emotive e mediatiche: la sensologia, come la chiama Mario Perniola.[3]

Negare l'evoluzione o banalizzare l'inquisizione  non pone evidentemente simili problemi di alta dottrina.

Nota:


[1] M.Badiale-M.Bontempelli, La sinistra rivelata, Massari editore, Bolsena 2007.

[2] Richard Williamson (un inglese che vive in Argentina e rilascia interviste in Svezia)  la pensa sulle migrazioni più o  meno come Oriana Fallaci, solo che a lei il Papa dava
udienze private. Williamson è anche un cultore del termine complottista "Eurabia", inventato dalla militante sionista Gisèle Littman nata Orabi, meglio nota come Bat Ye'or,  ma questo pare non faccia scandalo.

[3] "Altrove ho definito col neologismo di sensologia la trasformazione dell'ideologia in una nuova forma di potere che dà per acquisito un consenso plebiscitario fondato su fattori affettivi e sensoriali". Mario Perniola, Contro la comunicazione, Einaudi 2004, p. 7