Uranio impoverito: vietato parlare
di Stefano Vernole - 26/02/2006
Fonte: lettera_informazione
Che l'argomento trattato fosse scottante si sapeva ma che per
riuscire a parlare dell'utilizzo dell'uranio impoverito nei
conflitti atlantisti degli ultimi anni bisognasse superare tanti
veti e difficoltà nessuno l'immaginava.
In ogni caso, il 18 febbraio 2006, l'ex on. Falco Accame in qualità
di presidente dell'Ana-Vafaf - associazione che tutela le vittime
dei militari ammalati causa conseguenze uranio impoverito - è
riuscito a tenere la sua relazione, strappando un interessante
articolo sulla "Gazzetta di Modena" del 21/02/2006 dall'eloquente
titolo: "Proiettili all'uranio: silenzi e ritardi".
L'incontro, organizzato dall'associazione culturale
modenese "Pensieri in Azione", sarà a breve disponibile in versione
integrale sul sito di Arcoiris TV (www.arcoiris.tv)(1), con la
possibilità dietro specifica richiesta che venga riversato sul
satellite: a quel punto nessuno potrà fare finta di niente.
Una prima conseguenza, infatti, c'è già stata.
Proprio il 21/02/2006 (come a dire le coincidenze .) l'Osservatorio
militare ha annunciato che adirà le vie legali per tutti i casi di
decessi e malattie legate agli armamenti nocivi (cfr. "Gazzetta del
Sud"), confermando che il numero dei soldati italiani morti causa
uranio impoverito è salito a 44 e che oltre 300 sono gli ammalati.
Secondo il resoconto del Maresciallo Leggiero, responsabile
dell'Osservatorio, la documentazione prodotta dalla Commissione
d'inchiesta non lascia dubbi in proposito e anzi rivela gravi
omissioni: "La decisione di non dotare i nostri ragazzi delle misure
minime di sicurezza fu presa con consapevolezza e terrificante
freddezza: dotare i militari di misure precauzionali avrebbe fatto
scoprire l'utilizzo di armamento nocivo e proteggere solo i militari
e non i civili sarebbe stato politicamente scorretto".
Dalle dichiarazioni dell'Osservatorio si scopre ora che sono già una
decina i casi di militari italiani contaminati durante la guerra in
Iraq del 2003 (altro che "missione umanitaria") ma non bisogna
stupirsene, in quanto il ministro della Difesa Antonio Martino solo
un anno fa, interrogato dalla commissione d'inchiesta del Senato,
aveva smentito che i soldati italiani o quelli degli altri paesi
alleati utilizzassero o potessero venire a contatto con l'uranio
impoverito! E questo nonostante le ammissioni della NATO di avere
sparato solo in Bosnia 11.000 proiettili con quel tipo di
rivestimento radioattivo.
Sembrerebbe, perciò, che qualcosa cominci a muoversi in questa
vergognosa vicenda, ma è estremamente interessante riepilogare tutte
le vicissitudini che hanno caratterizzato lo svolgimento della
conferenza del 18/02 a Modena.
Partiamo dalla sede dell'incontro.
Un paio di mesi fa, l'associazione culturale "Pensieri in Azione"
aveva prenotato quale luogo deputato all'incontro la "Sala delle
Dame" nell'Istituto "Venturi", dove già da anni è solita tenere le
sue pubbliche iniziative.
Il lunedì precedente il dibattito, una responsabile del Comune di
Modena (proprietario della Sala) ci faceva sapere che causa crollo
di un'aula all'Istituto scolastico "Venturi" tutte le sale compresa
quella delle "Dame" erano inagibili fino a nuovo ordine, notizia
confermata il giorno successivo da una segretaria del "Venturi" che
ci lasciava intendere come fino al venerdì successivo (il 17/02
giorno precedente la conferenza) sarebbe stato impossibile
confermarci la disponibilità o meno di quella sala.
Armati di santa pazienza, nella necessità di avere al più presto un
luogo adatto allo svolgimento dell'incontro (ovviamente la
pubblicità alla conferenza non può essere fatta il giorno prima .),
telefoniamo alla Circoscrizione Centro Storico che però ci spiega
come la loro Sala conferenze, al sabato solitamente libera, stavolta
fosse impegnata per tutto il giorno 18/2 causa iniziativa comunale.
A questo punto vale ricordare come la nostra associazione avesse da
circa un mese fatto richiesta all'assessorato alla Cultura del
Comune di Modena di un piccolo rimborso spese per i relatori, vista
l'importanza dell'iniziativa e il suo interesse per la nostra città.
Ricordiamo che Modena è gemellata con la città serba di Novi Sad,
centro sottoposto a duri bombardamenti della NATO nel 1999, con la
quale esistono numerosi progetti di collaborazione economica.
La Regione Emilia Romagna ha inoltre intrapreso da alcuni anni
importanti iniziative di cooperazione economica e culturale con
Belgrado e Tirana, zone quindi a forte rischio uranio impoverito,
pericolo confermato da due episodi: il decreto dell'ex ministro
della Salute Sirchia volto a bloccare l'importazione di carne dalla
Serbia causa possibile contaminazione e il monitoraggio sul loro
stato di salute al quale 588 volontari italiani impegnati nei
Balcani hanno accettato di sottoporsi dopo i numerosi casi di
militari deceduti.
Ma dopo tre mail e due telefonate con le quali ci si assicurava una
risposta (positiva o negativa che fosse) non abbiamo mai ricevuto
comunicazioni su un eventuale contributo dell'Assessorato o sulla
sua mancata concessione.
Abbiamo invece avuto notizia dalla "Gazzetta di Modena" del
18/02/2006, che il giorno precedente in città si sarebbero
incontrati il prefetto e il sindaco di Modena con il console
generale degli Stati Uniti a Firenze, signora Nora Dempsey, per una
visita di cortesia nel corso della quale sarebbero stati toccati
vari temi, concernenti "le condizioni economiche e sociali della
Provincia e la situazione internazionale".
Misteri della geopolitica, direbbe qualcuno, visto che un
rappresentante del governo statunitense viene a parlare della
situazione internazionale con il sindaco e il prefetto di una città
di provincia italiana . il giorno prima di un'iniziativa sulle
conseguenze dell'uranio impoverito nei conflitti voluti dalla NATO.
La stessa "Gazzetta di Modena", autrice del meritorio articolo del
21/02, riportava peraltro quel giorno che l'incontro con Falco
Accame si sarebbe tenuto non presso la sede di Arcoiris tv (che ci
aveva gentilmente fornito la sua sala conferenze) ma presso la Sala
delle Dame (cioè da tutt'altra parte), nonostante nei giorni
precedenti avessimo inviato tre mail e un fax dove specificavamo
l'esatto luogo del dibattito e come puntualmente riportato, ad
esempio, dal quotidiano "Rinascita".
Lascio perciò immaginare la gioia di coloro che recandosi davanti
alla sede del "Venturi" sabato 18/02 trovavano un cartello nel quale
spiegavamo l'inagibilità di "Sala delle Dame" e indirizzavamo gli
interessati verso Via Curtatona 5/2 .
Malgrado tutti i nostri comunicati il "Resto del Carlino" nella sua
edizione di Modena non recava invece traccia dell'iniziativa, si sa
quando la patria chiama .
Lunedì 20/02, però, apprendavamo dalla stampa locale, che proprio
presso la "Sala delle Dame" del "Venturi" si sarebbero tenute quel
giorno alcune attività pubbliche, evidentemente l'emergenza era già
stata superata .
Ma veniamo ora agli ospiti.
Dopo esserci indirizzati sull'ex console serbo a Bari, il
gentilissimo prof. Dragan Mraovic, purtroppo bloccato nel capoluogo
pugliese da impegni universitari, ci eravamo orientati su un trio
comunque più che affidabile: Falco Accame, appunto, la dr. Maria
Antonietta Gatti dell'Università di Modena ed esperta in
nanopatologie che da tempo lavora con fondi UE sul problema
contaminazioni e l'on. della Lega Nord Edouard Ballaman, promotore
della Commissione d'inchiesta sull'uranio impoverito.
Quest'ultimo, che per venire a Modena aveva già annullato precedenti
impegni, veniva bloccato dalla convocazione improvvisa a casa di
Bossi, prevista proprio per sabato 18/02 e si trovava così costretto
a rinunciare.
Eravamo comunque confortati dalla sicura presenza di Accame e della
dr. Gatti, che ci aveva preannunciato sia la proiezione di immagini
inedite sia il contatto con un free lance, collaboratore del
National Geographic (che infatti verrà) da lei invitato e
interessato all'incontro.
Ma non avevamo fatto i conti con la "sicurezza nazionale". Venerdì
17/02 alle ore 20.00, cioè poche ore prima della conferenza, il
responsabile di "Pensieri in Azione" riceveva la telefonata di una
costernata dr. Gatti, la quale dichiarava di non poter intervenire
l'indomani in quanto si era improvvisamente ricordata di far parte
di una commissione del Senato e di non poter rilasciare nuove
dichiarazioni fino alla scadenza della legislatura!
Ecco il motivo per cui, sabato 18/02, il solo Falco Accame
(nonostante tutti i treni quel giorno avessero almeno due ore di
ritardo) riusciva a partecipare all'iniziativa, tenutasi comunque
con una buona presenza di pubblico presso la sede di Arcoiris tv.
Il mistero si chiariva inevitabilmente il giorno successivo alla
pubblicazione dell'articolo sulla "Gazzetta di Modena" del 21/02; la
dr. Gatti contattando telefonicamente un redattore del giornale
chiariva come fossero state effettuate forti pressioni "da Roma"
affinché lei rinunciasse all'incontro.
Ma lorsignori, abituali frequentatori del "Palazzo", stiano pure
tranquilli, la verità alla fine emerge sempre.
(1) )adesso è stato pubblicato: basta scorrere la home page del sito
per trovarlo.