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30 gennaio 1972: bloody sunday

di Manuel Zanarini - 30/01/2009

 

I can't believe the news today
Oh, I can't close my eyes and make it go away!
How long? How long must we sing this song? How long?
How long?
'Cause tonight...we can be as one
Tonight...
Broken bottles under children's feet
Bodies strewn across the dead-end streets
But I won't heed the battle call
It puts my back up, puts back up against the wall!
Sunday, Bloody Sunday
Sunday, Bloody Sunday
Sunday, Bloody Sunday (Sunday, Bloody Sunday)
All right lets go!
And the battles just begun
There’s many lost but tell me who has won
The trenches dug within our hearts
And mothers, children, brothers, sisters torn apart!
Sunday, Bloody Sunday
Sunday, Bloody Sunday
How long...how long must we sing this song?
How long?
How long?
'Cause tonight...we can be as one
Tonight,Tonight (Sunday, Bloody Sunday)
Tonight,Tonight (Sunday, Bloody Sunday)
Tonight, Come get some!
Wipe the tears from your eyes
Wipe your tears away
Wipe your tears away
I wipe your tears away (Sunday, Bloody Sunday)
I wipe your blood shot eyes (Sunday, Bloody Sunday)
Sunday, Bloody Sunday (Sunday, Bloody Sunday)
Sunday, Bloody Sunday (Sunday, Bloody Sunday)
Here I come!
And it's true we are immune
When fact is fiction and TV reality
And today the millions cry
We eat and drink while tomorrow they die!
The real battle yet began (Sunday, Bloody Sunday)
To claim the victory Jesus won (Sunday, Bloody Sunday)
Sunday, Bloody Sunday
Sunday, Bloody Sunday..
(“Sunday, Bloody Sunday”, U2, 1983) .Il 30 Gennaio 1972 è una data che ha segnato una svolta nella storia dell’Irlanda, e volutamente mandata frettolosamente in oblio dai mass media, che quando devono scegliere le “giornate della memoria” distinguono tra vittime di “serie A” e di “serie B”; come d’altronde fanno per il colonialismo, massima solidarietà agli africani colonizzati dai cattivoni europei, menefreghismo per gli irlandesi che tutt’ora vivono sotto il tallone di Londra. Sappiamo più o meno tutti cosa ha rappresentato nei secoli la dominazione Unionista in Irlanda, quindi non mi dilungherò a parlarne in questa sede, concentrandomi solo su quello che avvenne quella fatidica “domenica di sangue”. Per la mattinata, nella città di Derry, o Free Derry come la chiamano i nazionalisti cattolici, l’ “Associazione per i diritti umani dell’Irlanda del Nord” aveva organizzato una manifestazione di protesta contro l’internamento, misura per la quale l’esercito inglese poteva arrestare militanti, o semplici simpatizzanti, nazionalisti, rinchiuderli in carceri di massima sicurezza e torturarli. Il diritto a manifestare venne negato, a seguito dei continui scontri avvenuti in città, teatro delle rituali marce orangiste, tra nazionalisti e unionisti. Nonostante questo, il corteo partì dalle colline sovrastanti per raggiungere il centro cittadino, ma una volta lì, il 1° Battaglione del Reggimento Paracadutisti Britannico, sotto la guida del Colonnello Wilford, aprì il fuoco sulla folla disarmata, colpendone 26, tra queste tredici , sei delle quali giovanissime, furono colpite a morte, mentre una quattordicesima persona morì quattro mesi più tardi per le ferite riportate. Due manifestanti rimasero feriti in seguito all'investimento da parte di veicoli militari. La conseguenza di tale tragedia fu un aumento di intensità del conflitto: nei quartieri cattolici, il movimento dei diritti umani quasi scomparve, mentre i giovani correvano ad arruolarsi nell’IRA(Irish Republican Army), l’esercito indipendentista cattolico; mentre Londra aumentò la presenza militare e la repressione delle istanza nazionaliste. Il governo britannico nominò Lord Widgery di condurre un’inchiesta sull’accaduto, e come sempre accade quando ci sono coinvolte le forze dell’ “ordine”, il risultato fu l’assunzione dei militari, sostenendo che i manifestanti avevano sparato per primi, senza tenere conto che tutte le vittime erano disarmate. Consiglio, a riguardo, la visione dello splendido film “Bloddy Sunaday” di Paul Greengrass, del 2002, girato in forma documentarista per rendere più reale la drammaticità dell’evento; in attesa che l’Europa ponga fine all’imperialismo inglese in Irlanda, e che tutta questa martoriata isola possa ottenere la libertà.