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Fermiamo il massacro a Nablus

di L'Associazione di Amicizia Italo-Palestinese Onlus di Firenze - 26/02/2006

Fonte: amiciziaitalo-palestinese.org

 

 
Appello urgente all'informazione libera e democratica

Le associazioni, organizzazioni e gruppi informali che in Italia lavorano da anni sulla questione Mediorientale e operano per per una risoluzione pacifica del conflitto israelo-palestinese, e per una pace giusta, si rivolgono con un appello all'informazione libera e democratica del nostro paese affinchè sia data un'informazione corretta su quanto sta accadendo nei Territori Occupati in Palestina. Dal 17 febbraio è infatti in corso un'operazione militare da parte dell'IOF (Israeli Occupation Forces) a Nablus, in modo particolare nel campo profughi di Balata, ma anche a Tulkarem, dove sono tornate in azione le squadre speciali che in operazione notturna hanno arrestato un 19enne, e a Jenin dove sono state demolite nuove case e piantagioni.

I fatti di Nablus:

Lunedì 20 febbraio le forze militari israeliane alle tre e trenta del mattino sono entrati nel campo profughi di Balata e nella città vecchia di Nablus. Vicino a Balata sono iniziati gli scontri tra soldati israeliani e combattenti palestinesi. Sono poi seguite forti esplosioni dentro il campo ed il successivo ritiro verso Hawara, dove l'IOF ha la sua base militare. Dopo due ore sono però tornati nuovamente con buldozer, tanks e una ventina di jeep iniziando una nuova operazione nel campo profughi e mettendo dei blocchi di cemento alle entrate del campo. E' iniziata poi la devastazione delle abitazioni: rastrellamenti casa per casa, demolizioni con esplosivi per attraversare direttamente le abitazioni. In questa occasione sono state uccise tre persone e ferite trenta, una delle quali è deceduta più tardi in ospedale. Ma l'occupazione militare non si ferma.

Il giorno dopo, 21 febbraio, hanno allargato l’operazione militare anche nella città vecchia di Nablus. Intanto a Balata sono state occupate circa 20 case e la scuola femminile, dove hanno distrutto l’aula computer e dipinto sui muri immagini offensive. Hanno lasciato la città per la notte, ma il giorno dopo sono nuovamente tornati alle sette e trenta del mattino, il momento in cui le strade sono piene di persone, specialmente di ragazzi che vanno a scuola. Iniziano nuovi scontri: pietre contro pallottole. Altre 25 persone sono state ferite in quest'occasione ed altri morti si sono aggiunti alla lista. Cinque di questi sono volontari del pronto soccorso ( uno di loro morirà più tardi), un altro è l’autista dell’ambulanza che non ha potuto ricevere aiuti per ore. I media israeliani dicono che hanno ucciso tre terroristi.

Intanto il Medical Relief (UPMRC) ha rilasciato un comunicato sull'invasione di Balata, avvenuta tra il 17 e il 23 febbraio, sottolineando come l'operazione stessa dell'IOF (Israeli Occupation Forces) sia ancora in corso. Il 23 febbraio l'IOF ha sparato anche sulle squadre di primo soccorso e sui giornalisti presenti nel campo profughi. Sono stati feriti gravemente tre volontari del Medical Relief, Jerir Zakaria Qanadilu, colpito ad una mano e ad una gamba da due proiettili, Ahmad Arabat, colpito al petto, Ihab Mansour, ferito alla testa e arrestato. In questa “operazione” sono stati feriti anche due internazionali, un americano e un tedesco. Il Medical Relief lancia un appello alla comunità internazionale affinché si mobiliti per fare pressioni su Israele e chieda la cessazione dei continui attacchi militari all'interno della città di Nablus. Il Medical Relief
ricorda come questi atti, gli attacchi ai mezzi di pronto soccorso e al loro personale, gli attacchi alla stampa, violino la Quarta Convenzione di Ginevra.

Le nostre associazioni si associano all'appello rivolgendoci non solo alla comunità internazionale ma anche ai media italiani certi di trovare una risposta ad un silenzio che sta mortificando i palestinesi ancor più degli attacchi militari.