Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Il calore della casa non va disperso

Il calore della casa non va disperso

di Maurizio Pallante - 26/02/2006

Fonte: carta.org

 
 
Più di un terzo di tutte le fonti fossili che importiamo viene utilizzato per riscaldare gli edifici, una quota analoga per produrre energia elettrica nelle centrali termoelettriche, un po’ meno di un terzo per i trasporti. Ma gli edifici vengono riscaldati solo cinque mesi all’anno, per cui la loro incidenza sul totale delle emissioni di Co2 ha un peso specifico maggiore di quanto non risulti dai valori assoluti. Se si considerano anche i loro consumi di energia elettrica per l’illuminazione, gli elettrodomestici, gli apparecchi elettronici e, in misura sempre crescente, il condizionamento estivo, il patrimonio edilizio da solo assorbe più della metà di tutte le fonti fossili.
Come viene utilizzata questa energia? La metà viene sprecata. E non occorrono chissà quali innovazioni tecnologiche per evitarlo. Se si applicasse la legge 10/91, il consumo degli edifici non potrebbe superare i quattordici litri di gasolio, o metri cubi di metano, al metro quadrato all’anno. In realtà in molti casi si superano i venti litri. Da tempo la normativa edilizia adottata dalla Provincia di Bolzano, una delle più fredde d’Italia, non consente di superare un consumo annuo di sette litri di gasolio al metro quadrato. Dalla metà a un terzo dei consumi medi nel resto d’Italia. Eppure, applicando la simbologia in uso nella classificazione degli elettrodomestici, un edificio con quelle caratteristiche viene inserito nella classe C. La peggiore. Nella classe B ci sono gli edifici che hanno un consumo inferiore ai cinque litri, nella classe A quelli con un consumo inferiore ai tre litri. Il top è la classe oro, che corrisponde allo standard delle case passive tedesche: edifici senza impianto di riscaldamento con un consumo energetico di 1,5 litri al metro quadrato all’anno.
Per raggiungere questi obiettivi si deve intervenire a tre livelli. Primo: realizzando una accurata coibentazione dei muri perimetrali, del sottotetto e del pavimento a contatto col suolo. Secondo: installando finestre con telai coibentati e vetricamera termoisolanti, doppi o tripli in relazione alle caratteristiche climatiche della zona. Inserendo dei gas rari, in particolare l’argon, al posto dell’aria nella vetrocamera e utilizzando vetri bassoemissivi la capacità di coibentazione delle vetrature supera quella dei muri. Terzo: utilizzando, dove è necessario, sistemi di ventilazione meccanica con scambiatori di calore per i ricambi d’aria [vedi scheda].
Con le normative edilizie adottate, in Alto Adige si sono sviluppate le attività produttive e le professionalità artigianali che consentono di ridurre il consumo energetico. Ad esempio i doppi vetri evoluti sono diventati di default, si sono moltiplicate le aziende che producono materiali per la coibentazione, che producono e o installano impianti di riscaldamento a pavimento, o a parete, a bassa temperatura abbinabili a pannelli solari termici, pannelli solari e fotovoltaici, pompe di calore, mattoni e componenti per l’edilizia speciali. L’ufficio Casa Clima della Provincia, promuove ogni anno una fiera dell’edilizia ad alta efficienza energetica, a cui partecipano centinaia di espositori in decine di convegni. All’interno della Fiera è stata montata una casa di classe oro, o passiva, a due piani, dotata di impianti energetici a fonti rinnovabili e con alcuni spaccati che consentono di vedere la coibentazione dei muri, la struttura del sottotetto, gli impianti di riscaldamento a bassa temperatura nel pavimento, la coibentazione dei cassonetti delle tapparelle, dei telai delle finestre e dei vetri. Cioè fatti, non parole.
*da Carta n.3 del 26/01/06