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Rifiuto, riduco, riciclo: guida alle buone pratiche

di Stefano Montanari (a cura di) - 27/02/2009

RIFIUTO : RI DUCO e RI CICLO per vivere meglio
Guida alle buone pratiche

a cura di Stefano Montanari

 

Dall’emergenza rifiuti in Campania alla verità sugli impianti di incenerimento.
Dalla raccolta differenziata porta a porta alla strategia Rifiuti Zero.
Tutta la verità e nient’altro che la verità sulla “questione rifiuti” in Italia
.

Attraverso uno stile divulgativo e propositivo, il volume curato da Stefano Montanari raccoglie le voci più competenti del panorama italiano e internazionale sulla gestione virtuosa e intelligente dei rifiuti. Una fotografia completa e aggiornata delle cause che, nel nostro Paese, hanno trasformato la “questione rifiuti” in un’emergenza perenne, ma anche e soprattutto una guida alle buone pratiche e alle realtà più efficienti e ben funzionanti che oggi operano in Italia con crescente successo. Scoprire il ciclo di vita dei rifiuti, indagare il colossale business che vi è dietro, approfondire le migliori strategie di riduzione e riciclo e conoscere reali modelli da seguire come la famiglia e il comune a rifiuti zero. Tutto nella prospettiva illuminante ed essenziale della decrescita felice.
Un libro indispensabile per capire in che modo ognuno di noi può contribuire a una nuova e migliore gestione dei rifiuti nel proprio territorio: uno strumento fondamentale capace di offrire nuovi paradigmi culturali, soluzioni alternative, ma soprattutto azioni possibili e alla portata di tutti.

L'indice del libro
PARTE PRIMA - Il ciclo dei rifiuti
Che cos’è un rifiuto – di Stefano Montanari
Lo smaltimento dei rifiuti: discarica, inceneritore, raccolta differenziata – di Stefano Montanari
Non bruciamoci il futuro – di Gianni Tamino

PARTE SECONDA - Il business
L’emergenza rifiuti in Campania – di Jusy Iuliano
Inceneritori spa: quando il cittadino è costretto a sovvenzionare il proprio avvelenamento – di Marco Cedolin

PARTE TERZA - Produrne meno, gestirli meglio
Rifiuti zero – di Paul Connett
Oltre “Rifiuti Zero”: 4 strategie per la riduzione dei rifiuti – di Gianluigi Salvador
La raccolta differenziata porta a porta – di Stefano Montanari
Porta a porta: la strategia vincente. Intervista a Natale Belosi
Ridurre ridurre ridurre: la prospettiva della decrescita. Intervista a Maurizio Pallante
Riduzione degli imballaggi: cambia il tuo modo di fare la spesa – di Saverio Pipitone
Una famiglia “rifiuti zero” – di Valerio Pignatta
Un comune a “rifiuti zero”. Intervista a Ezio Orzes

Appendice
Lo sciacquone: una contravvenzione alle leggi cosmiche – di Friedrich Hundertwasser

Chi ha contribuito al libro?
Gianni Tamino - Biologo, docente di Biologia generale e di Fondamenti di diritto ambientale all'Università di Padova. Sui temi dell’ambiente, dei rifiuti, dell’energia, della sostenibilità e delle biotecnologie ha pubblicato numerosi libri e articoli su riviste a carattere scientifico, culturale e divulgativo.
Jusy Iuliano - giornalista professionista collabora con il quotidiano “Il Mattino” e con l’emittente locale “Media Tv”. Ha realizzato diverse inchieste sulla situazione dei rifiuti in Campania.
Marco Cedolin - Scrittore e studioso di economia, ambiente e comunicazione, collabora da anni con alcuni fra i più importanti siti web, fra i quali Luogocomune, Socialpress, Cani Sciolti.
Paul Connett - ideatore e promotore della strategia " Rifiuti Zero".
Gianluigi Salvador - consigliere regionale WWF Veneto e referente energia e rifiuti WWF Veneto.
Natale Belosi - coordina il comitato tecnico-scientifico dell’ Ecoistituto di Faenza, che opera nel campo della ricerca, della formazione e della divulgazione relativamente alle problematiche ambientali.
Maurizio Pallante - ideatore e fondatore del Movimento per la Decrescita Felice.

Saverio Pipitone - giornalista, indaga i meccanismi alla base della società dei consumi e della grande distribuzione organizzata.
Valerio Pignatta - giornalista e scrittore, vive con la famiglia all'insegna della decrescita e della semplicità volontaria.
Ezio Orzes - assessore del comune di Ponte nelle Alpi, vincitore assoluto del premio " Comuni a 5 stelle" edizione 2008.

Chi ha curato il libro?
Scienziato e divulgatore di fama internazionale, Stefano Montanari cura un blog che raccoglie 10.000 visitatori al giorno. Laureato in Farmacia, è da sempre impegnato nel campo della ricerca medica. Vive e lavora a Modena, dove dal 2004 è Direttore Scientifico del Laboratorio di ricerca Nanodiagnostics, il centro che svolge studi e ricerche relative all’inquinamento da polveri inorganiche. Per Macro Edizioni e Macro Video ha pubblicato L'Insidia delle Polveri Sottili e delle Nanoparticelle (DVD), Il girone delle polveri sottili e Lo Stivale di Barabba, ovvero L'Italia Presa a Calci dai Rifiuti (ebook).

Un estratto in anteprima per te!
Responsabilità e precauzione
di Gianni Tamino

Non c’è dubbio che la produzione artificiale umana abbia raggiunto nell’ultimo secolo livelli mai raggiunti prima, ma la quantità e la qualità di tali produzioni ha creato impatti, evidenti a tutti in termini di inquinamento, di perdita di risorse, di alterazioni ambientali, di danni alla salute. L’euforia dello sviluppo e del progresso ha fatto perdere di vista sia i limiti delle risorse disponibili che l’irreversibilità e la precarietà dei processi naturali e solo recentemente ci si è posti il problema degli effetti e dell’impatto delle attività umane sulla salute e sull’ambiente. Siamo però in grado di misurare impatti ed effetti solo quando sono già avvenuti e tutt’al più possiamo evitare che continuino a verificarsi; se si tratta di danni irreversibili, come è avvenuto per varie sostanze chimiche, per le radiazioni o per certe epidemie provocate da interventi umani – si pensi all’AIDS o al “morbo della mucca pazza” – ben poco si può fare, se non “chiudere la sta lla quando i buoi sono già scappati”.
Che fare, allora? Rinunciare alle produzioni industriali? Evidentemente, nessuno sarebbe disposto a tornare all’età della pietra e neppure al livello di sviluppo di soli cinquant’anni fa, pertanto la soluzione sta nel realizzare una produzione artificiale responsabile, di cui siamo in grado di valutare e prevenire gli effetti rilevanti e irreversibili. Una produzione responsabile richiede non solo migliori conoscenze scientifiche, indispensabili per assumere delle decisioni, ma anche un forte impegno morale e un senso civico dei propri doveri (agire secondo scienza e coscienza). A contraddistinguere l’uomo dagli altri animali, infatti, non sono tanto i suoi diritti – anche agli altri esseri viventi dovremmo riconoscere il diritto di poter vivere secondo le caratteristiche della propria specie – quanto i suoi doveri: solo chi è cosciente e consapevole può avere dei doveri.
Per questo dovremmo assumere, come criterio per una produzione artificiale consapevole, il principio di responsabilità elaborato dal filosofo tedesco Hans Jonas , in base al quale – per un dovere morale e civile nei confronti di tutti gli esseri viventi, del loro ambiente e in generale del Pianeta, che costituiscono un valore degno di essere salvaguardato, e soprattutto per rispetto dei diritti delle future generazioni, a cui non possiamo lasciare in eredità un ambiente sempre più degradato – dobbiamo modificare il nostro rapporto con la natura, evitando tecnologie che potrebbero determinare processi irreversibili, fino all’autodistruzione.
Un altro importante principio, che ha trovato un fondamento non solo morale ma anche legislativo, è il principio di precauzione, sancito nel 1992 dalla Convenzione di Rio de Janeiro sulla biodiversità e inserito nel 1994 nel Trattato dell’Unione Europea, in base al quale un prodotto o un processo produttivo non vanno considerati, come si è fatto finora, pericolosi soltanto dopo che è stato determinato quanti danni ambientali, malattie e morti producono, ma, al contrario, possono essere considerati sicuri solo se siamo in grado, al di là di ogni ragionevole dubbio, di escludere che possano presentare rischi rilevanti e irreversibili per l’ambiente e per la salute. In base a questo principio, non sarebbe più possibile la pratica immorale di mettere in commercio prodotti, come quelli cancerogeni, che verranno eventualmente ritirati, dopo aver causato danni, malati e morti, che non saranno certo per questo resuscitati. In altre parole, dobbiamo adottare ogni cautela di fronte a nuovi processi tecnologici che potrebbero dare origine a potenziali rischi, evidenziati anche s olo da una parte del mondo scientifico. Ma, per realizzare produzioni responsabili, non basta il solo criterio della sicurezza; occorre anche evitare la perdita di risorse e il mantenimento dei cicli naturali, attraverso tecniche produttive sostenibili e durevoli. In tal senso, l’incenerimento dei rifiuti è una pratica irresponsabile, che, sulla base del principio di precauzione, andrebbe evitata.