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Biodiversità marina alterata: nuove specie e mutazioni

di C.B. - 27/02/2009

Alterazione della biodiversità marina, con presenza di nuove specie e mutazioni in quelle autoctone: a determinarle sono gli scarichi urbani.

Questi i risultati delle analisi condotte dall'Ispra nell'ambito del progetto europeo 'MonItaMal', nato in collaborazione con l'università di Malta e il parco scientifico e tecnologico della Sicilia, per monitorare l'ambiente marino del Mediterraneo, con particolare attenzione alle isole di Malta e Lampedusa. Dai rilevamenti, fa sapere l'Ispra, emerge che "nell'intero mar Mediterraneo si contano ben 110 specie esotiche, pari a circa il 15% dell'intera fauna ittica, mentre circa 50 specie ittiche ad affinità termofila risultano in espansione verso nord". Nell'area del canale di Sicilia, tra Malta e Lampedusa "registrate dieci nuove specie provenienti dal mar Rosso e 12 dall'oceano Atlantico".
Una situazione dovuta al "recente abbattimento di alcune barriere biogeografiche come il canale di Suez, in combinazione con l'incremento delle temperature". Ma i cambiamenti della biodiversità marina non sono limitati alle sole nuove specie: ci sono infatti 'mutazioni' di quelle autoctone, conseguenza di sostanze tossiche. Sono "sorprendenti gli effetti dei composti antivegetativi come il Tributilsragno (Tbt), sostanza presente nelle vernici delle imbarcazioni, studiati sui murici", spiega l'Ispra. "In questi molluschi tale sostanza provoca una mascolinizzazione della popolazione con la comparsa di veri e propri organi sessuali maschili nelle femmine sottoposte alle concentrazioni più elevate". In generale, spiega l'Ispra, "la qualità delle acque circostanti le isole del canale di Sicilia è buona", mentre "la situazione cambia nelle aree maggiormente antropizzate e soprattutto in prossimità dei principali scarichi fognari di Malta, dove risulta alquanto significativa la quantità di inquinanti, in particolare di pesticidi". Tra questi "il Ddt, bandito ormai da anni dal mercato ma ancora presente" nelle acque maltesi. 
Per quanto riguarda l'impatto degli scarichi urbani, continua l'Ispra, "più in dettaglio è stato studiato l'effetto sulla comunità ittica costiera". Risultato: "Nell'Isola di Malta è stata segnalata una decisa alterazione della biodiversità in prossimità di tali scarichi". In particolare "scompaiono totalmente le specie più sensibili come molti labridi (i comuni 'tordi') e proliferano gli organismi opportunisti come 'Gobius bucchichi' e 'Parablennius rouxi' che, adattandosi quasi perfettamente a questi ambienti ricchi di sostanza organica, raggiungono un numero mai registrato negli ambienti naturali". I risultati dello studio, già presentati alla comunità scientifica internazionale ed attualmente in via di pubblicazione, "hanno infatti portato all'immediato avvio delle procedure di chiusura degli scarichi fognari da parte delle autorità maltesi".  Infine il progetto 'MonItaMal', continua l'Ispra, "ha contribuito a ricostruire la temperatura del mare negli ultimi cento anni". I dati ottenuti grazie all'esame di coralli coloniali, fa sapere l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, "sono tuttora in fase di elaborazione e potranno svelare la storia climatica in quest'area strategica del mar Mediterraneo".
Vincenzo Grimaldi, commissario dell'Ispra, si dice "sicuro" del fatto che "le esperienze e le competenze confluite nel nuovo istituto siano in grado di fornire quel valore aggiunto fondamentale per la realizzazione di azioni concrete nell'ambito della ricerca scientifica applicata". Ciò, assicura, "consentirà di essere  al passo con le Istituzioni scientifiche internazionali e mantenere gli impegni, di promuovere l'innovazione e di compiere passi importanti nel campo della protezione dell'ambiente".