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Crisi, ma non per tutti

di Paolo Emiliani - 06/03/2009

 

Crisi, ma non per tutti

La crisi economica globale è una realtà. Ancora non si è manifestata in tutta la sua virulenza, ma i suoi effetti nefasti già pesano sulla vita quotidiana di parecchie famiglie in tutto il mondo. Eppure qualcuno, da qualche parte, sta facendo un pozzo di soldi con questa crisi, anzi sta diventando molto più ricco, perché certamente già faceva parte di quella esigua parte di mondo che già vive nel lusso.Non bisogna infatti essere grandi esperti di economia per capire che qualcosa non torna nei meccanismi di questa crisi.
Questi sono i titoli di apertura della pagina finanziaria dell’edizione on-line di un importante quotidiano italiano.
Martedì: Borse, chiusura in ribasso.
Gli operatori: "Vendite da panico".
Mercoledì: Borse, impennata in Europa.
Wall Street in netto rialzo.
Ieri: Rosso cupo per le Borse.
Gm affonda Wall Street.
Queste fluttuazioni, non sempre giustificate, certamente significano risparmi di una vita volatilizzati, per i piccoli risparmiatori, ma grandi profitti per gli operatori della grande finanza che poi sono le stesse persone che influenzano l’andamento dei flussi essendo in grado di muovere enormi quantità azionarie.
Questa è la vera grande differenza con la grande crisi del 1929. Allora collassò il sistema industriale e si portò dietro quel sistema finanziario che per decenni aveva sognato (ma anche segnato) enormi profitti grazie alle plusvalenze, ma non si era accorto di drogare nel tempo il meccanismo della domanda e dell’offerta svincolandolo dal reale valore industriale.
In questa crisi il ruolo del protagonista assoluto è invece proprio della grande finanza. Quella finanza che è progressivamente diventata sempre più “creativa” ed alla fine ha mosso enormi quantità di denaro virtuale collegando questi movimenti a beni sempre più virtuali: l’implosione era inevitabile e peraltro prevista da tempo. Il sistema economico capitalista esce comunque sconfitto da questa crisi. Quel modello è perdente, ma chi oggi detiene il potere nel mondo proprio grazie a quel modello ha accumulato enormi ricchezze, patrimoni capaci di garantire assoluta agiatezza ancora a diverse generazioni ed inoltre ancora può sfruttare la posizione di forza acquisita per speculare sulla crisi stessa e sui suoi effetti. In poche parole chi governa (ovvero le lobbies di pressione) non ha nessuna intenzione di abdicare e per questo vediamo in tutto il mondo occidentale mettere sul terreno misure anticrisi inadeguate, perché tendenzialmente miranti a sostenere i consumi, non a far ripartire la macchina produttiva.
Se non verranno attuate le riforme strutturali, in pratica una vera rivoluzione (nel significato genuino del termine), sarà difficile uscire dalla crisi e comunque ciò potrebbe avvenire solamente a discapito di una parte del mondo che sarebbe costretta a pagare il conto. Come a metà del secolo scorso.
E noi ancora stiamo pagando.