Ma non è così inspiegabile per noi: la dieta iperproteica ha prodotto acidosi cronica, per compensare la quale gli organismi hanno sfruttato il calcio delle ossa che ne sono risultate indebolite. Al contrario, i topolini che si autoregolavano l’apporto proteico erano in equilibrio acido/base, e quindi potevano calcificare le loro ossa secondo i programmi di natura (The American Journal of clinical nutrition, set 2005).

E veniamo a un problema di grande attualità. Se è vero che il latte e i formaggi hanno caratteristiche alcaline, al punto che un tempo agli ulcerosi venivano prescritte grandi quantità di latte per arginare l’iperacidità di stomaco, è altrettanto vero che il loro prodotto metabolico finale è acido. ESISTE CIOE’ IL RISCHIO che il Calcio, contenuto in grande quantità in questi alimenti, NON vada a calcificare le ossa ma venga semplicemente utilizzato per tamponare lo scompenso metabolico. Esiste il rischio che chi mangia latte e formaggi vada incontro, per assurdo, a impoverimento osseo; l’esatto opposto di quel che si crede (Medicina naturale n. 6, dic 1996; ).

Non vi sto, però, proponendo di sconvolgere abitudini secolari visto che i latticini fanno parte della nostra cultura da sempre. E’ probabilissimo che una moderata quantità di formaggi non sia dannosa, neppure per il rischio di ipercolesterolemia (almeno in chi non ne è affetto).
Se però soffrite di carenza calcica vale la pena discuterne con il vostro medico (purché si occupi dell’argomento) o con il vostro naturopata.
Un ultimo dato, spero non troppo provocatorio: a quanto pare grazie all’uso costante della soia per tutta la vita, in estremo oriente osteoporosi e vampate di calore postmenopausali sono quasi sconosciute.

Teniamo sempre ben presente che le ragioni di esistere, per questa serie di brevi articoli sono la decrescita di impegno sanitario e il miglioramento dello stile di vita. Al contrario della masticazione - che, pur suscitando così tanto disagio in quei pochi entusiasti che l’hanno tentata, può offrire riscontri immediati - per il singolo individuo è difficile stabilire se un cambiamento dietetico possa ottenere risultati in un ambito temporale molto lungo. Pertanto, ribadisco, non vi consiglio di rivoluzionare le vostre abitudini alimentari ma semplicemente di registrare che esistono delle opzioni alternative, da prendere in considerazione (con l’aiuto di un esperto!) qualora la nostra salute non sia ottimale.

Mario Frusi, medico esperto in medicine complementari, referente per Cuneo dell’Associazione Medici per l’Ambiente ISDE Italia (International Society of Doctors for the Environment)