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Il frankismo

di Dagoberto Husayn Bellucci - 13/03/2009


Nato nel cuore dell'ebraismo orientale, tra le comunità askhenazite (da Askhenza = in ebraico Germania) della Polonia del XVIIImo secolo, il movimento frankista ha rappresentato come pochi altri movimenti "eretici" - pure comparsi fin dai primi secoli dell'era volgare anche in seno alla Cristianità - la quintessenza demoniaca di una ascesi contro-tradizionale che provocò non poche reazioni anche all'interno del mondo ebraico.

Dai tratti assolutamente satanici, il movimento creato da Jacob Frank si diffuse notevolmente in ampi strati della comunità ebraica diffondendosi a macchia d'olio - seppur in modo occulto per le numerose scomuniche e anatemi che colpirono la setta - ed estendendosi all'interno dei movimenti della diaspora ebraica al di fuori dell'Europa Orientale.

Le tracce del frankismo sono da ricercarsi da un lato nel particolarismo ebraico dell'Europa Orientale, del quale vedremo sinteticamente i tratti salienti, dall'altro all'interno della vicenda collegata all'ondata messianica diffusasi tra tutti gli ebrei del Mediterraneo con la comparsa sulla scena religiosa giudaica del cabbalista Sabbatai Levi la cui vicenda si snoda tra Europa Orientale, Asia Minore e Turchia ma è da ricondurre, in ultima analisi, alla stessa Polonia dove gli ebrei rappresentavano, con circa 700mila unità, circa il 10% della popolazione locale.

Fu infatti attorno alla metà del XVIImo secolo che tra gli ebrei orientali si sparse la voce che il giorno della salvezza era vicino, che il Messia atteso sarebbe presto comparso. In quel periodo gli ebrei polacchi avevano conosciuto una serie di pogrom a seguito della sollevazione dei cosacchi del 1648 che dal basso corso del Dnepr invasero l'Ucraina passando a nord verso i territori governati dai principi polacchi. Umiliati, spesso vittime della reazione popolare, colpiti a morte dall'odio con il quale le truppe cosacche e russe si riversarono contro di loro; gli ebrei orientali - di quelle regioni che, ad Est della Germania, si estendevano a vista d'occhio e dove prosperavano fin dai secoli precedenti numerose forme eretiche di spiritualità mista a magia tipiche del cabbalismo - non trovarono di meglio che alimentare l'attesa messianica del ritorno di un Salvatore.

"Gli ebrei sopravvissuti ai pogrom dovettero fare i conti con i traumi che avevano riportato e prendere atto della realtà: mentre una parte dei polacchi li aveva difesi e aveva combattuto al loro fianco, la frangia più oltranzista aveva preso le distanze da loro e li aveva sacrificati. - scrive Heiko Haumann (1) -  (...) Tuttavia, almeno apparentemente, la vita ebraica si riorganizzò anche perchè - e il fenomeno non può che stupirci - numerosi nobili, anzi persino esponenti del clero, affidarono nuovamente i propri soldi agli ebrei dopo che, nell'infuriare delle rivolte, le banche erano state letteralmente spazzate via. Temporaneamente la funzione di credito passò al Kahal e così l'antico ruolo di intermediari , che per tradizione fu proprio degli israeliti polacchi, si mantenne vivo anche sotto mutate spoglie."

In questo contesto storico e in questa realtà (2) si diffuse sia il chassidismo che lo studio della cabbala (in ebraico la Tradizione) come risposta ai problemi sociali e alle difficili condizioni storiche che viveva il popolo ebraico.

"La qabbalah (...) era viva nell'ebraismo diasporico da lungo tempo e non può essere sbrigativamente liquidata come una semplice corrente mistica (il che accade invece molto spesso). Benchè legata alla religione e alle sue norme, si connota in sostanza per una forte tendenza filosofica e nel contempo evidenzia stretti legami con il pensiero razionalistico, seppure abbinato a influenze misticheggianti. La cabbala ricevette una prima sistematizzazione nel Medioevo, soprattutto ad opera del chassidismo - o hasidismo - tedesco. Il chassid, il "pio", era chiamato a continuare i valori e gli ideali religiosi del popolo; e infatti la filosofia fu sempre parte integrante della cultura popolare ebraica. Il fulcro delle dottrine che si svilupparono in particolare tra il 1150 e il 1250 - il più famoso teorico fu Yehuda il Chassid (morto nel 1217) - era il mistero della creazione, ma altrettanto controversa, tra i chassidim, fu la questione inerente alla fine del mondo; anzi ci si chiedeva se fosse possibile prevederla sulla scorta dei dati contenuti nella Bibbia." (3)

Terreno fertile per ogni sorta di messianismo l'Europa dell'Est aveva conosciuto negli stessi anni numerose correnti riconducibili al chassidismo e al cabbalismo e sorsero, come si vedrà, proprio da questi ambienti notevoli personalità rabbiniche che ispirarono anche movimenti di massa di notevoli proporzioni, leggende e miti che influenzarono per i secoli successivi l'animo popolare ebraico. E' da questo vero e proprio pandemonio di posizioni filosofiche, eresie religiose, vaneggiamenti misticheggianti e illusioni utopiche create dalla casta rabbinica per mantenere un più stretto controllo sul popolo allora preda delle ondata repressive e di un malcontento ed una sfiducia croniche che si diffonderanno per esempio la leggenda del Golem di Praga  (della cui creazione si dice responsabile il rabbino Elijahu da Chelm noto come Baal Shem)  o la diffusione di un libro, il Sefer ha Zohar (Libro dello Splendore), che raccoglierà la teoria cabbalistica di Moshè da Leon divenendo in breve tempo un testo canonico dell'ebraismo orientale posto sullo stesso livello della Bibbia e del Talmud.

In quest'attesa messianica e sospinti dall'intemperie culturali del tempo anche gli ebrei orientali dunque rielaborarono una loro concezione di vita e nutrirono le speranze di veder comparire l'atteso messia nella figura di Sabbatai Zevi.

Nato a Smirne nel 1626 Sabbatai Zevi si autoproclamò messia degli ebrei attirandosi la scomunica della comunità locale. Vittima di una psicosi maniaco-depressiva il "messia" Zevi cominciò a vagabondare allora per le regioni dell'Asia Minore, nel 1664 sposò una donna polacca e un anno più tardi incontrò il ventenne cabbalista Nathan di Gaza il quale lo riconoscerà come il Redentore atteso dal popolo d'"Israele" e investendolo della legittimità di nuovo profeta in terra.
Sabbatai Zevi, forte di questa legittimazione, nominò una dozzina di seguaci quali suoi apostoli e ritornò a Smirne fissando, come data della redenzione escatologica per il popolo "eletto", il 18 giugno del 1666. Designatosi re d'Israele occupò con i suoi fanatici sostenitori la sinagoga cittadina quindi , l'anno prescelto per il Grande Avvento, raggiunse Costantinopoli dove sarà arrestato dalle autorità ottomane che vedevano tutt'altro che favorevolmente la crescente popolarità che il "messia" stava guadagnandosi tra le turbe ebraiche.
 
Arrestato e sottoposto al diktat del Califfo al povero Sabbatai Zevi non rimase che scegliere tra due alternative: convertirsi all'Islam oppure andare incontro alla pena capitale commissionata dalle autorità ottomane mediante impiccagione. Il falso messia , suscitando un'immediata ondata di accuse e numerose polemiche, optò per la conversione alla religione islamica seguito dalla maggioranza dei suoi adepti (tra i quali si contavano anche influenti rabbini tra i quali i due capi delle comunità ebraiche di Modena e Reggio Emilia). Sabbatai Zevi nel 1672 verrà nuovamente denunciato dalle autorità ottomane di continuare a praticare la religione ebraica e di intemperanze sessuali. Arrestato nuovamente terminerà i suoi giorni nel 1676 in esilio nelle terre d'Albania.

La predicazione sabbatea sconvolse il mondo ebraico sia a Occidente (tra le comunità sefardite) che a Oriente dell'Europa. Fu soprattutto in Polonia che la dottrina sabbatea si diffuse con maggior rapidità e ottenne il maggior numero di adepti. La nuova "strada" indicata da Zevi si confaceva alle attese degli ebrei orientali in particolare alla loro condizione storico-sociale ed era maggiormente elastica rispetto al Giudaismo ortodosso incapace - a loro dire - di rispondere in modo esauriente ai dubbi e alle domande dell'epoca. Nella dottrina sabbatea sono contenuti già in embrione i germi di quello che sarà poi l'esperimento frankista: a speranze misticheggianti si combinano , con la giustificazione che solo una condotta peccaminosa potrà redimere il popolo ebraico, elementi materialistici e aperture verso il pensiero illuminista. A ciò si deve aggiungere come per sua stessa natura il Sabbateismo si poneva in netto contrasto con l'oligarchia rabbinica tradizionale e in opposizione alla casta rabbinica che dominava il Kahal (= in ebraico Potere , centro direttivo delle comunità ebraiche dell'Europa Orientale suddivise in Kehillah = comunità locali).

Ed è sulla scia di questo movimento messianico che, con alterne fortune, attraverserà tutti i secoli successivi sopravvivendo alle intemperie che colpirono l'Impero Ottomano (i Dummeh = comunità cripto-ebraica erede dell'esperienza sabbatea; sarebbero organizzatissimi anche nell'odierna Turchia e, secondo innumerevoli testimonianze, si deve al loro lavorio interno alla società ottomana di fine ottocento la creazione dell'organizzazione nazionalista paramilitare dei Giovani Turchi che nel 1911 prenderà il potere a Costantinopoli e, un decennio più tardi, con Kemal Ataturk - probabilmente anch'esso cripto-ebreo comunque giudaizzante - instaurerà una repubblica laica abolendo il Califfato e relegando la religione islamica all'esterno delle Istituzioni da allora saldamente in mano ai militari), alcuni decenni più tardi - nella Polonia sconvolta da sommovimenti ereticali ebraici sorse il Frankismo.

"Lo Hassidismo e il Frankismo, - scrive Arthur Mandel  - i due movimenti che sconvolsero profondamente gli Ebrei d'Europa durante il XVIII secolo e oltre, appartengono alla lunga catena di sette eretiche che risale ai primi Cristiani e agli Gnostici. I fondatori di entrambi i movimenti provenivano da quel remoto angolo dell'Europa Orientale e dalla limitrofa Ucraina che videro le ultime manifestazioni del Manicheismo gnostico e dei Bogomili." (4)

Jacob Frank (1726-1791) fu sicuramente una delle personalità più controverse della storia ebraica, figura demoniaca e elemento sovversivo fu in contatto, in età giovanile, con i khlysti e da questi apprese la ritualità orgiastica che contrassegnava questo movimento eretico. I khlysti proclamavano una sorta di "religione dell'amore" ma avevano un atteggiamento negativo rispetto alla vita: si astenevano da carne e bevande alcooliche, osservavano lunghi periodi di digiuno infliggendosi punizioni corporali per espiare i peccati (dal russo Khlyst = frusta prenderanno il loro nome) . Alla guida della comunità si poneva un "saggio" chiamato Balshem.

E' certo che Jacob Frank venne influenzato da questo movimento e ne seguì inizialmente le orme in una Polonia profondamente scossa da dispute intestine e dove , soprattutto in seno al misticismo e al cabalismo ebraico, il limite tra lecito e illecito, tra sacro e profano, tra ciò che per gli ebrei ortodossi era Tradizione e ciò che diverrà aperta manifestazione sovversiva era labile. Frank saprà sfruttare abilmente queste contraddizioni proprie dell'ebraismo orientale e si inserirà nella metà del XVIIImo secolo con il suo movimento all'interno della generale caotica situazione nella quale vivevano gli ebrei polacchi come un'autentico Genio del Male, sovvertitore di ogni legge e devastatore di ogni ordine.

La situazione degli ebrei polacchi nella prima metà del settecento era desolante. Come li descrive Heinrich Heine un secolo più tardi in maniera esaustiva: "L'aspetto esteriore dell'ebreo polacco è spaventevole (...). Il disgusto, tuttavia, venne presto soffocato dalla compassione che mi prese dopo avere osservato più da vicino la condizione di questi individui e visto le tane, simili a porcili, in cui vivono; parlano il loro yiddish, pregano, trafficano e (...) rimangono dei miserabili. La loro lingua è un tedesco infarcito di ebraico e di polacco (...); evidentemente non son progrediti di pari passo con la cultura europea e il loro mondo spirituale si è impaludato divenendo una congerie di superstizioni sgradevoli nelle quali sono state spremute le mille forme curiose della cavillosità scolastica. Nondimeno, malgrado il barbarico berretto di pelo che gli copre la testa e malgrado le idee ancor più barbare che gliela riempiono...(...) L'ebreo polacco con la sua pelliccia sudicia, il puzzo d'aglio e il suo improbabile yiddish, mi è tuttora più caro di altri (ebrei ndr)  con la loro prosopopea da azionisti dello Stato." (5)

Immagine desolante, lurida, deprimente quella che dunque traspare della vita sociale delle comunità ebraiche polacche. Una non vita confinata nei ghetti e nel commercio, tra bettole sudicie e topaie adibite ad abitazioni, tra scambi monetari e traffici più o meno leciti questa era la società ebraica nella quale prenderà piede il movimento frankista. Una società ai margini di quella cristiana, segregata al suo tradizionale ruolo di intermediazione monetaria, agli scambi, all'usura, al commercio al minuto di cereali e granaglie.

"L'abbiamo incontrata - scriverà Nathan Birnbaum (6) - e ci è parsa un grande blocco di cultura ebraica - forse il più grande che si sia mai formato - pieno di fremiti interiori, ricco di passato, radicato nel presente e , insieme, proiettato nel futuro."

Un mondo a sè stante, escluso ed autoesclusosi dai processi e dall'evoluzione storica che nello stesso periodo stava interessando le società cristiane, ghettizzato e fossilizzatosi su ritualità e adesione alle regole del Talmud-Torah oppure alla disperata ricerca di nuove spinte ideali attraverso il ricorso alla magia, alla cabbala, alle eresie.

In questa realtà controversa nascerà appunto il frankismo ed il suo fondatore Jacob Frank. Emigrato giovanissimo a Salonicco alla ricerca dei seguaci di Sabbatai Zevi Jacob detto il Frank (così infatti "frank" venivano designati dagli ebrei ottomani i loro correligionari provenienti dalla Polonia) - più tardi rientrato in Polonia solo Jacob Frank -
arrivò a Salonicco nel 1753 , raggiunse la sinagoga locale e si autoproclamò "la reincarnazione" del vecchio "maestro" Sabbatai Zevi sostenendo che questi non aveva potuto portare a termine la sua missione perchè "non aveva assaporato la dolcezza del potere". Fu a Smirne , successivamente, che dinanzi al suo mentore, Rabbi Issakhar, Frank ribadì la necessità di raggiungere il potere. Sarà il suo obiettivo e la promessa che farà a sè stesso: diventare il capo di una comunità forte.

Visionario, paranoico, esaltato, Jacob Frank incominciò ad avere incubi ricorrenti che trasfigurò in "rivelazioni". La prima di queste avverrà la notte del 20 novembre 1754 così descritta: "Ruah Hakodesh (in ebraico lo Spirito Santo) discese su di me ed io ascoltai una voce che chiamava: "Va e portami il saggio Giacobbe e non appena entrerà nella prima stanza , tutte le porte siano aperte!" Due fanciulle , le più belle che ci fossero, mi presero sottobraccio e mi fecero volare attraverso lo spazio verso le stanze. In alcune c'erano donne e fanciulle, in altre maestri e scolari, e mi bastava solo sentire una parola per capire tutto. Nell'ultima stanza c'era il Primo (Sabbatai Zevi) in mezzo ai suoi discepoli con addosso abiti franchi. Egli mi disse: "Sei il saggio Giacobbe? Ho sentito parlare di te , del tuo coraggio e della tua forza d'animo. Io ho compiuto la mia parte fin quì, ma sono troppo debole per continuare. Se ci tieni, accingiti all'impresa e possa Dio assisterti. Pochissimi hanno provato e sono crollati sotto il peso!".  Attraverso la finestra indicò un nero abisso che assomigliava al Mar Nero e , oltre, una montagna che arrivava al cielo. Ed io esclamai: "Bene andrò dunque! Che Dio mi aiuti!". E fu da quel giorno che Jacob Frank prese a proclamarsi Messia e Santo dei Santi ; oltrepassò i Dardanelli, fu in Bulgaria e infine nel  dicembre 1755 rientrò in Polonia per la sua missione.

"Frank è stato definito un falso Messia alla Sabbatai Zevi e il Frankismo uno pseudo-messianismo. Definirlo messianismo volgare sarebbe più appropriato. Nello Hassidismo l'idea messianica è relegata in secondo piano dal desiderio mistico della salvezza individuale (...) ...il frankismo (...) indirizzava l'idea messianica su un'altra strada e con Frank una nuova specie di messia compariva sulla scena. Non più discorsi di un ritorno in Palestina, non una parola sulla ricostruzione del Tempio di Gerusalemme, ma piuttosto una religione materialista. Secondo le parole di Frank: "Non al saggio e al dotto è stato concesso , ma a me, una persona ignorante; poichè il saggio alza lo sguardo al cielo dove non c'é nulla da vedere, mentre io guardo sulla terra e vedo quel che Dio vi compie."

A differenza dello Hassidismo, che non trasgredì mai il quadro legale del Giudaismo Ortodosso la nuova "religione" frankista intese trasgredire tutte le regole proclamando solennemente la fine della Legge, l'abbandono delle vecchie usanze, dei vecchi costumi, la degradazione come prioritaria per raggiungere un'ascesi di potere, gloria e benefici materiali. Si entrava nell'ordine di quello che sarebbe stato un movimento satanista puro e semplice ammantato di ritualità ebraica presto soppressa.

Frank proclamava una filosofia terrificante per il Giudaismo: l'abolizione delle leggi sostenendo che non solo gli ebrei ma l'intera umanità potevano raggiungere la salvezza seguendo la sua ascesi contro-tradizionale. Ogni istituzione sociale, politica e religiosa doveva essere abbattuta ed intesa semplicemente come un ostacolo da superare se si voleva la salvezza. Il lavoro di distruzione nella filosofia frankista doveva essere compiuto in maniera radicale come una discesa dell'individuo nelle più infime profondità dell'abominazione. Vecchie idee gnostiche e manichee unite a spinte sovversive e rivoluzionarie ebraiche trovavano nell'ideologia frankista il loro humus e che vennero elaborate e trascritte nei tre libri principali - da allora il credo di ogni frankista - che sono "Il Libro delle Parole del Signore" (Ksiega slòw panskich) , "Il Libro dei Sogni del Signore (Ksiega snòw pansicki) e "La cronaca del Signore" (Kronika Panska) (*).

"Io non sono venuto ad innalzare - proclamerà il furioso messia militante - sono venuto a distruggere e a degradare tutte le cose finchè esse non siano scese così in basso che più in basso non potrebbero scendere. La strada per l'abisso è terrificante e spaventosa. Anche nostro padre Jacob aveva paura di ciò e non osava salire la strada celeste. Essa consiste di due parti convergenti che si incontrano alle estremità , una parte conduce verso il basso, l'altra verso l'alto, e non vi è ascensione se prima non si è scesi. Così il mondo doveva essere in attesa di un altro Jacob." sostenendo che "la via conduce giù nell'abisso ed ognuno deve avere un cuore da leone e non avere paura , poichè io proseguirò la marcia. E così sono stato davanti a voi, ignorante e rozzo. Io sono stato scelto perchè sono le tenebre dalle quali scaturisce la luce! E' stato detto: "Una stella uscì da Giacobbe". Questa stella è esistita fin dai primordi e da allora è caduta sempre più in basso. Tutte le cose spregevoli ed odiose sono in suo potere ed essa è la porta attraverso la quale io vi guiderò" (7)

La contro-ascesi satanica di Jacob Frank consisteva in una serie di riti 'rovesciati' dove canti e danze estatiche si accompagnavo da un battere incessante di mani, simili a quelli delle danze hassidiche, ma con la partecipazione delle donne della comunità e con un rituale orgiastico alla fine che ricordava la copula 'mistica' di alcune comunità eretiche dei primi secoli del Cristianesimo. La funzione religiosa della setta frankista cominciava con Frank inginocchiato che fissava due candele accese su una panca di legno e proseguiva con un rito dove un chiodo infisso nel mezzo puntava una croce in tutte le direzioni.

"I Kjlysti avevano riti analoghi con danze simili a quelle dei Dervisci, con lo spegnimento rituale delle luci e "il peccato comune" o "l'amore di Cristo", così chiamato perchè si supponeva che lo Spirito Santo congiungesse le coppie. La nudità rituale che simboleggiava l'innocenza di Adamo prima della caduta era praticata pure dalle "Sorelle e Fratelli del Libero Spirito". La loro messa era celebrata da un sacerdote nudo e accompagnato con molti canti ed espressioni di gioia da una congregazione parimenti nuda. Ogni tipo di rapporto sessuale anche l'incesto, era loro permesso, poichè , alludendo al detto di S. Paolo: "Per il puro ogni cosa è pura" , non pensavano di peccare qualsiasi cosa facessero, proprio, come gli tsaddik, che spesso parlavano come se fossero stati discepoli di Mastro Eckart. Un importante appuntamento settimanale del rituale frankista era il ricevimento del venerdì sera della "Regina Sabbath" in cui gli uomini , cantando la preghiera "Lekhu doidi likrass kallo!" ( ebraico per "Vieni, mio amato, incontro alla sposa") , danzavano attorno ad una giovane donna a petto nudo che era coronata dei sacri paramenti della sinagoga e poi si lanciavano su di lei." (8)

Autoritarismo, schema gerarchico, organizzazione piramidale con la figura del Messia al centro saranno assieme ai riti orgistici il cuore e la forza motrice dell'organizzazione creata da Frank il quale domanderà al re di Polonia l'assegnazione di un territorio in Galizia orientale dove stabilirsi con i suoi seguaci e fondare una sorta di stato-vassallo di cui ovviamente lui sarebbe stato il solo capo indiscusso. Come scriverà Mandel si trattava di un sionismo senza Sion, come quello che prenderà il nome di Territorialismo all'inizio del Novecento. E se da un lato i frankisti avevano le loro ragioni di odiare i rabbini ortodossi dall'altro lato essi invocarono nella Polonia cristiana l'aiuto delle autorità ecclesiastiche dichiarandosi "anti-talmudisti" e ricevendoni notevoli favori.

Le scomuniche della comunità ebraica vennero vanificate dall'intervento di autorevoli prelati come il vescovo Dembowski di Kamenets-Podolsk, noto persecutore di ebrei, che ordinerà il rilascio di alcuni frankisti e l'apertura di una sorta di ordalia (una disputa teologica) tra loro e i rabbini della comunità.

L'organizzazione della comunità frankista fu, com'era ovvio visto le premesse, strutturata attorno ad un rigido militarismo soprattutto dopo che venne acquistato il castello del duca di Isemburg e decise nel 1788 di risiedere stabilmente nella fortezza-feudo tedesca Offenbach nei pressi di Francoforte sul Meno. Frank istitui' veri e propri accampamenti militari clandestini altamente disciplinati con diversi ranghi e gradi sia per gli uomini che per le donne, con addestramento al combattimento e regolari manovre. Decenni più tardi gli adepti di Frank continuarono, nei ranghi degli ussari, degli ulani o dei cosacchi, a vestire le loro uniformi rosso fuoco con le quali accompagnarono il feretro del loro 'messia' alla tomba.

Infine, ed è questo il successivo passaggio 'teologico' che caratterizzerà la dottrina della setta, Jacob Frank eleverà al rango di "Signora delle Signore" la propria figlia, Eva. Trasfigurando il significato cattolico della Madonna Nera di Czenstokhova Jacob Frank pose - una volta passati al cattolicesimo per opportunismo - al lato del culto alla Vergine Maria il culto verso la di lui figlia Eva alla quale venivano delegati speciali poteri per la salvezza delle anime.

 Incarnazione del male, autocrate autoritario e dissoluto, visionario messianico Jacob Frank rappresenterà per l'ebraismo orientale una specie di meteora al cui passaggio tremeranno le più solide certezze teologiche e le istituzioni tradizionali. Il movimento frankista , alla morte del suo fondatore, perderà molta della sua influenza e tanti dei suoi seguaci cominceranno a emigrare. Ne ritroveremo comunque attivi diversi sia nelle fasi salienti della Rivoluzione Francese sia sotto l'impero asburgico e infine negli Stati Uniti d'America dove sarà frankista il giudice della corte suprema statunitense e fervente sionista Louis Brandeis (che manteneva un ritratto di Eva Frank nel suo ufficio venerandone l'immagine quasi come un'icona). Un altro membro del Tribunale Supremo statunitense, Benjamin N. Cardozo, aveva avuto tra i propri antenati eminenti sostenitori di Sabbatai Zevi. La catena 'contro-iniziatica' sabbatea-frankista continua ancora oggi, come sempre occultamente, a tessere le fila di un movimento "magico-sovversivo" dai tratti satanici e rivoluzionari agitando , dietro le quinte, il palcoscenico della politica mondiale.

 

Note -
1) Heiko Haumann - "Storia degli Ebrei dell'Est" - ediz. "SugarCo" , Milano 1990;

2) si consulti per maggiori informazioni Gershom Scholem - "Le grandi correnti della mistica ebraica" - ediz. "Il Saggiatore", Milano 1965;

3) Heiko Haumann - op. cit. ;

4)   Arthur Mandel - "Il Messia militante ovvero la fuga dal Ghetto - La storia di Jacob Frank e del Movimento frankista" - ediz. Archè - Milano 1984;

5)   Heinrich Heine - "Uber Polen" in Werke 2 voll.  - a cura di Wolgang Preisendaz - Francoforte 1968;

6)   Nathan Birnbaum - "Was sind Ostjuden? Zur ersten information" - Vienna 1916;

* -  soltanto del primo libro è stata conservata una copia manoscritta nella biblioteca dell'Università di Cracovia mentre degli altri due si conoscono soltanto alcuni frammenti attraverso citazioni. Secondo alcuni esisteva anche un quarto libro "Le profezie del Profeta Isaia Membro del Santo Sinedrio così come rivelate dal Grande Shaddai, Signore della Magia Bianca" simbolicamente scritto con inchiostri rossi o verdi in polacco e del quale comunque si sono perse le tracce.

7)   Arthur Mandel - op. cit. ;

8)   Arthur Mandel - op. cit. ;