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Perché “Katyn” viene boicottato?

di Michele Rallo - 20/03/2009

Fonte: europaorientale

Una scena del film “Katyn”.

 
 
 

Perché “Katyn”, il film-evento di Andrzej Wajda, è stato distribuito in sole 12 copie nelle sale italiane, la qualcosa – di fatto – assomiglia molto a un boicottaggio o ad una operazione di censura mascherata? Secondo i benpensanti, ciò è dovuto al fatto che “i comunisti” controllano ancòra tutti i gangli dell’industria culturale italiana e che intervengono rudemente non appena qualcuno osi parlar male del bolscevismo, del leninismo, dello stalinismo, eccetera.
Balle: “i comunisti” non ci sono praticamente più, sono diventati dei liberaldemocratici-globalisti-federalisti-liberomercatisti di centro-sinistra; e i pochi che non hanno fatto atto di contrizione sono marcati a vista, quasi come “i fascisti” che hanno rifiutato la trasformazione in liberaldemocratici-globalisti-federalisti-liberomercatisti di centro-destra.
No, i comunisti non c’entrano. C’entrano, invece, coloro che decidono come debba essere scritta la storia, quali siano le cose da dire e quelle da non dire, o che – comunque – debbano essere dimenticate, rimosse dalla memoria collettiva. E, tra le cose che devono essere cancellate dalla storia narrata ai semplici, rientra a pieno titolo non soltanto la strage di Katyn, ma tutt’intera la vicenda dell’aggressione tedesca e russa alla Polonia, dell’alleanza militare e politica (che tale era in realtà il “trattato di non aggressione”) fra il Terzo Reich e l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, del “nazi-comunismo” operante per i primi due anni della Seconda Guerra Mondiale. La versione ufficiale è che l’alleanza russo-tedesca sia stata una piccola sbavatura di nessuna importanza, e che a spingere l’Europa sulla china della guerra sia stato un allora inesistente “nazi-fascismo”. Non occorre aggiungere altro: «e più non dimandare» direbbe padre Dante.
In fondo, i libri di storia, le trasmissioni televisive, le produzioni cinematografiche anglo-americane o assimilate devono ancòra spiegare al mondo come mai “i buoni” (e cioè gli inglesi ed i loro alleati del momento) abbiano dichiarato guerra alla Germania (che aveva attaccato la Polonia da ovest) e non alla Russia (che sùbito dopo avrebbe attaccato la Polonia da est). Così come – sia detto per inciso – i summenzionati strumenti d’informazione devono ancòra spiegare agli sprovveduti utenti come mai l’Italia fascista e il Giappone militarista-imperialista siano stati ferocemente ostili al patto russo-tedesco ed all’attacco alla Polonia.
La verità vera, quella che non deve venire a galla assolutamente, è che nazismo e comunismo, fascismo e democratismo hanno influito solo marginalmente sulla Seconda Guerra Mondiale, la quale è stata non uno scontro fra ideologie ma uno scontro fra potenze: le cinque “grandi potenze europee” sopravvissute alla Prima Guerra Mondiale (Inghilterra, Germania, Francia, Italia e Russia) con l’aggiunta della nuova superpotenza americana.
Il film di Wajda ha il grande torto di far intravedere questa verità, e perciò deve assolutamente essere inibito al grande pubblico. Dodici copie bastano e avanzano per gli storici, i docenti universitari e per quei pochi imbecilli – di destra e di sinistra – che ancòra si ostinano ad approfondire i fatti della storia. Più tardi, qualche passaggio sulle reti televisive in orari proibitivi (preferibilmente tra mezzanotte e le 6 del mattino) chiuderà il cerchio, e la fastidiosa pratica “Katyn” potrà essere definitivamente archiviata.
Ancòra una volta, quindi, “i buoni” vincono e l’interpretazione anglosassone della storia trionfa sui malevoli dubbi che “i cattivi” volevano instillare nelle menti del pubblico.
Intendiamoci: nessuno accuserà mai il celebrato autore de “L’uomo di marmo” di essere un “cattivo”. Ma Wajda ha comunque il torto di essere figlio di un ufficiale polacco che, a suo tempo, ebbe il cattivo gusto di farsi ammazzare a Katyn insieme ad altri 22.000 suoi commilitoni; e questo è un neo, se non proprio una macchia, per un uomo di cultura che voglia essere “politicamente corretto”. I polacchi di oggi, opportunamente liberaldemocratizzati e globalizzati, dovrebbero tenere ben presente che i loro padri sono da considerare “buoni” se si sono fatti massacrare dai tedeschi, ma “cattivi” – o comunque non del tutto buoni – se si sono fatti sterminare dai russi.
Quanto agli italiani, basti loro sapere che la Polonia è stata invasa da Hitler il 1° settembre 1939, e che da questo evento è scaturita la Seconda Guerra Mondiale. Non c’è bisogno di conoscere altro. Né che l’accordo nazi-comunista era diretto alla spartizione della Polonia tra Germania e Russia, né che lo stesso contemplava anche la spartizione dell’intera Europa Orientale (la qualcosa consentì ai russi di impadronirsi di Lituania, Lettonia ed Estonia e di tentare di fare altrettanto con la Finlandia), né che Inghilterra e Francia non mandarono un solo soldato a difendere le linee polacche, né tantomeno che l’Italia contrastò fortemente l’iniziativa tedesca e che Mussolini mise in atto tutta una serie di iniziative per evitare che un conflitto locale potesse sfociare in una nuova guerra mondiale.
Visto quanto lontano ci hanno condotto le riflessioni sul film di Wajda? E’ proprio questo che qualcuno vuole impedire. Certi veli non devono essere sollevati; anzi, neanche un lembo di certi veli. Si potrebbe iniziare dal massacro di Katyn ed arrivare, poi, chissà dove….