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Il sindaco di Albenga, il lavoro nero e l'immigrazione

di Paolo De Gregorio - 21/03/2009

Ad Albenga, in Liguria, il sindaco del PD, Antonello Tabbò, si appella ai
Ministeri dell’Interno e della Difesa, per ottenere più polizia, più
carabinieri, ma anche l’esercito per fronteggiare il troppo elevato numero di
immigrati clandestini nel territorio comunale.
Il partito di questo sindaco si è sempre distinto per la totale inerzia a
fronte del problema immigrazione, senza capire ciò che bisognava capire prima,
e che io ho denunciato da tempo, prendendomi anche del razzista, cioè che il
fenomeno immigrazione in Italia ha favorito tutta quella miriade di
imprenditori che usano il lavoro nero, soprattutto nelle campagne e nell’
edilizia, e visto che questa gente in qualche posto doveva pur vivere, ha
creato nelle periferie urbane situazioni invivibili al punto di spostare a
destra l’asse politico, poiché solo i leghisti alzavano la voce contro questo
fenomeno mentre chiesa cattolica e PD cianciavano di integrazione e utilità del
fenomeno migratorio. Ora chiamano l’esercito, ma c’è un solo modo di fermare l’
immigrazione, vietare per legge l’assunzione al lavoro di altri stranieri.
Il paese che ha fatto diventare legge il “lodo Alfano” stravolgendo la
Costituzione non si vede quale scrupolo dovrebbe avere per fermare
pacificamente l’invasione migratoria. I fogli di via, le espulsioni non hanno
funzionato, ma se non c’è lavoro non arriveranno proprio.