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USA: ma quale democrazia?

di Paolo De Gregorio - 28/03/2009


Le foto in prima pagina di alcuni giornali documentano le decine di tendopoli
sorte in California per effetto della crisi creata dalle banche e dalle loro
truffe.
Ma che ha di democratico una società che riempie di soldi le banche
truffatrici per non farle fallire, e lascia senza casa e senza assegno di
disoccupazione gli espulsi dal mondo del lavoro, a cui si devono aggiungere i
50 milioni di americani senza protezione sanitaria, già discriminati prima
della crisi?
I soldi pubblici perché sono saltati fuori per foraggiare quei criminali dei
banchieri, e non per un assegno per tutti i disoccupati, un sostegno ai mutui,
il blocco degli sfratti e una protezione sanitaria gratuita per tutti?
Le grandi banche fallite dovevano essere immediatamente nazionalizzate per
dare esecutività alle nuove scelte strategiche in fatto di autonomia energetica
con le rinnovabili e finanziare tutti i progetti di opere pubbliche del
programma di governo di Obama, esteso anche alla riforma sanitaria.
In questi mesi ci si è accorti di quale immenso potere abbiano le banche, la
politica, senza il controllo di una parte consistente di queste, non conta
niente.
E’ inaudito che i soldi pubblici, invece di andare a costituire un credito di
pubblico servizio, a bilanciare il potere del credito privato, siano andati
agli stessi privati, truffatori e falliti, per consentirgli di iniziare un
altro ciclo con soldi sottratti ai disoccupati, ai senza tetto, ai malati senza
assistenza.
Non sarebbe ora che i cittadini americani si ribellassero e chiedessero
quegli ammortizzatori sociali e quei diritti fondamentali che sono i veri
“diritti umani”, e pretendessero che le spese per comandare il mondo fossero
spese per i cittadini americani che quella ricchezza producono?
La crisi americana, nata dal sistema finanziario distorto, immorale, senza
controlli, può evolversi in due modi. Uno è quello della restaurazione del
potere delle banche e del liberismo globale, scenario che ben conosciamo e che
aggrava la emergenza ambientale e continua nelle logiche imperiali e della
supremazia militare. Il secondo è quello di portare l’economia sul terreno
della sostenibilità e della soddisfazione del mercato interno e della chiusura
delle 900 basi militari sparse nel mondo e la fine delle guerre.
Le enormi spese militari sostenute dagli Usa non sono servite a nulla, la
supremazia militare ce l’hanno, ma non più quella economica. Il mondo è
diventato multipolare e la Cina è il maggior creditore dell’America, al punto
che se chiedesse la restituzione dei duemila miliardi di dollari investiti nei
buoni del Tesoro americani, Obama dovrebbe dichiarare bancarotta.
Comunque per coloro che affollano le tendopoli credo che andare a vivere a
Cuba comincerà a diventare un forte desiderio.
Paolo De Gregorio