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Il vizio originario: il denaro

di Andrea Marcon - 28/03/2009

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La pubblicazione del nostro Appello contro la Dittatura Bancaria e Tecnofinanziaria ha acceso un dibattito che è andato ben oltre questo blog e ha coinvolto un notevole – in proporzione alle nostre possibilità di diffusione – numero di persone. Non sono ovviamente mancati coloro che hanno scritto che il signoraggio è un’invenzione di pazzi complottisti, utilizzando argomenti che non mi sono però parsi assolutamente in grado di scalfire le fondamenta del marchingegno illustrato tra gli altri da Auriti, Saba, Della Luna, Galloni, etc. Non è quindi sulle loro obiezioni che reputo utile soffermarsi, bensì su un rilievo avanzato da una persona che ho avuto la fortuna di conoscere personalmente e che stimo anche per la sua acutezza e lucidità intellettuale. Scrive Enrico Caprara in un suo intervento su questo blog: "Mi spiace ma non mi sento di sottoscrivere questo appello. Io sono molto semplicemente contrario all'idea del denaro - e credo così di essere d'accordo con Massimo Fini. Con queste prese di posizione si avalla invece l'idea del denaro, solo lo si vorrebbe porre in un'altra prospettiva tecnica".
Io vado anche oltre: penso che l'idea del denaro - con tutto ciò che ne consegue, ovvero la situazione attuale - discenda inevitabilmente dall'idea di scambio. Ritengo perciò si debba abolire l'idea di scambio. Questa abolizione può effettuarsi solo nella comunità fondata sul dono gratuito.
Naturalmente questa mia posizione può essere tacciata di utopismo. Si può controbattermi che per realizzare qualcosa bisogna essere anche pragmatici. Solo che il territorio del pragmatismo è già interamente occupato, con totale controllo vittorioso, dall'ideologia borghese. Pensare di combattere l'ideologia borghese con atteggiamenti pragmatici vuol dire aver già perso in partenza. Questo sistema lo si può combattere solo con l'utopia.        
Non è una riflessione, lo dico subito, che ha intaccato la mia convinzione circa l’opportunità e la bontà dell’iniziativa che abbiamo intrapreso con l'appello, perché ritengo che i primi passi da muovere per l’annientamento di questo assurdo e disumano modello socioeconomico partano dall’individuazione delle sue principali armi da combattimento. Tuttavia giudico le parole di Caprara un monito importante per chi pensa – noi di Movimento Zero non siamo tra questi – che la lotta al Sistema si esaurisca sul terreno delle iniziative concrete ed immediate, che basti cambiare una legge (o una Costituzione) per dichiararsi vincitori sul nemico. L’aggancio con tematiche d’attualità è utile ed opportuno, ma la nostra rimane comunque una lotta ideale. Il mostro bancario  non è il padre, ma solo uno dei figli (tra i più importanti, questo sì) del modello di sviluppo che ha reso l’Uomo la ruota di un ingranaggio dominato dall’economia e dalla tecnologia, schiavo del materialismo e del consumismo, spogliato del proprio ruolo di protagonista sociale e politico, prigioniero di ritmi e dogmi artificiosi e innaturali.
Noi non puntiamo semplicemente a nazionalizzare la Banca Centrale restituendo al popolo la sovranità monetaria e vogliamo che questo sia solo il primo passo per arrivare a quell’orizzonte ideale così ben illustrato da Caprara con le sue parole. Non commetteremo l’errore di confondere una battaglia con la guerra, ma dobbiamo comunque continuare a volare alto, anche in quel terreno dell’Utopia (ma chi è più utopista di colui che crede che questo sia un Sistema che possa reggere a lungo, addirittura all’infinito?) che giustamente ci è stato indicato.