La Germania dirà addio al nucleare, l’Italia lo accoglierà
di Elisabeth Zoja - 09/04/2009
Campagna contro il nucleare: "RWE causa danni considerevoli a Voi e alla gente che Vi circonda"
Il 22 aprile 2002, infatti, la coalizione tra socialdemocratici e verdi allora al governo aveva approvato una legge sull’uscita totale dall’energia nucleare. Con questa legge il governo Schroeder aveva concesso ad ogni centrale una quantità prefissata di elettricità da produrre prima della sua chiusura. Le centrali di Biblis in Assia e Brunsbuettel nello Schleswig-Holstein hanno quasi raggiunto il limite a loro concesso.
Da dove sorgono, allora, i dubbi sulla loro chiusura?
Le imprese energetiche RWE e Vattenfall hanno avanzato una richiesta: spostare su Biblis e Brunsbuettel il ‘resto di elettricità’ concesso ad una centrale ormai spenta (Mühlheim-Kärlich). La legge prevede però il trasferimento dell’elettricità di Mühlheim-Kärlich solo a determinate centrali, e Biblis e Brunsbuettel non sono tra queste.
Le imprese energetiche hanno comunque proposto il trasferimento anche perché si trattava di ben 45 miliardi di kWh: “Per noi non sono delle noccioline” dichiara l’avvocato di RWE, Bettina Keienburg. Anche solo i 30 miliardi di kWh previsti per Biblis rifornirebbero di elettricità la città di Berlino per più di due anni.
Il trasferimento di elettricità virtuale ancora concessa alla produzione, però, viene generalmente concesso da centrali vecchie a centrali più recenti. Nel caso di Brunsbuettel e Biblis si tratta invece di due Oldies, costruite rispettivamente nel ’76 e nel ’74.
Con i suoi 35 anni Biblis A è la centrale più vecchia dell’intero paese
Il tribunale amministrativo federale, però, non considera l'anzianità delle centrali come un pregio. Nella fiducia che il progresso tecnico renda gli impianti recenti più sicuri, ha quindi rifiutato la richiesta di Vattenfall e RWE.
“La sentenza crea certezza giuridica a proposito dell’ulteriore esecuzione della legge sul nucleare”, spiega il ministro dell’ambiente Sigmar Gabriel.
In Germania infatti, 17 impianti sono ancora in funzione, ma entro il 2021, la terza potenza industriale mondiale promette di spegnerli tutti.
In cambio saranno attive quattro centrali italiane, che Enel intende mettere in funzione entro il 2020.
Si può quindi affarmare che ci troviamo sulla stessa strada. Il problema è che andiamo nel senso opposto.