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Ogm, il papa li scomunica ma il Vaticano li vuole benedire

di Luca Fazio - 24/04/2009

 
 
Il prossimo 15 maggio, con un convegno pilotato, la chiesa diventa sponsor ufficiale delle multinazionali

Gli Ogm fanno miracoli, persino dove uno meno se l'aspetta. In Vaticano, per esempio, dove la parola di papa Benedetto XVI, grazie a qualche innesto geneticamente modificato, rischia di contare meno del due di picche. Apriti cielo... Perché se Joseph Ratzinger predica bene, Marcelo Sanchez Sorondo, cancelliere della pontificia accademia delle scienze, razzola male. Il primo lo conosciamo, ma forse pochi ricordano che lo scorso 19 marzo è andato in Africa per presentare un documento preparatorio al Sinodo speciale africano, e che il paragrafo 58 suonava come una campana a morto per le multinazionali del biotech. Il papa non è uno che le manda a dire. «La campagna di semina di organismi geneticamente modificati che pretende di assicurare la sicurezza alimentare - si legge nel testo - non deve far ignorare i veri problemi degli agricoltori: la mancanza di terra arabile, di acqua ed energia, di accesso al credito, di formazione agricola...». Più chiaro di così c'è solo che «questa tecnica rischia di rovinare i piccoli coltivatori e di sopprimere le loro semine tradizionali rendendoli dipendenti dalle società produttrici di Ogm» - è sempre il papa che parla, e di materia vivente. Una svolta. Eppure, visto come si stanno mettendo le cose in Vaticano, pare che sua eminenza Marcelo Sanchez Sorondo abbia già pianificato una «controriforma» targata Monsanto. Lui impazzisce per gli Ogm, al punto che dopo la bocciatura papale in terra d'Africa, ospite del forum di Confagricoltura a Taormina, si è sentito obbligato a smentire sua santità, o meglio a rettificare il suo pensiero per farsi comprendere dai mortali che l'avrebbero male interpretato. L'arrampicata sulle vetrate ha conosciuto passaggi scivolosi. Per esempio, «do ragione alla modernità di papa Benedetto quando dice che bisogna allargare la ragione, non ci sono rischi ma c'è un problema di giustizia...». E ancora: «Il papa ha solo consegnato un documento di lavoro, oltretutto non ha parlato di Ogm, ma di sfruttamento da parte delle multinazionali». Insomma, i maligni sarebbero fuori strada. Senonché, proprio monsignor Sanchez Sorondo dal 15 al 19 maggio farà gli onori di casa a una cinque giorni di convegno completamente schierato con le multinazionali del biotech, all'ombra del cupolone. L'organizzatore è un'autorità indiscussa, si chiama Ingo Potrykus ed è il «padre» del leggendario golden rice, il riso arricchito di beta-carotene e vitamina A che secondo gli scienziati di Syngenta potrebbe far impallidire il mito della moltiplicazione dei pani e dei pesci. La multinazionale svizzera avrà un posto in prima fila al convegno, così come Monsanto, tra gli sponsor della svolta scientifica del Vaticano. Mario Capanna, presidente della Fondazione Diritti Genetici, che come altre associazioni indipendenti non è stata invitata, contesta la scientificità di una scelta che compromette il patrimonio agricolo mondiale. Ma questo approccio, considerata la sede, potrebbe non essere del tutto convincente. Forse ci vorrebbe un miracolo.