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La Fipe contro il biologico?

di Giuseppe Altieri - 08/05/2009

1 € per cittadino italiano al fine di proteggere la serietà della stragrande maggioranza dei produttori biologici.  
Miglioriamo il sistema di certificazione, evitando il pagamento da parte degli agricoltori e trasformatori.
E modifichiamo la normativa per garantire l'assenza di OGM sui prodotti biologici Italiani.


Il presidente della FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) Lino Enrico Stoppani  si esprime in maniera diffamatoria contro il settore biologico ..."contaminato da fitofarmaci oltre i limiti consentiti, con presenza di Ogm, false etichettature e ingredienti illeciti"?
Evidentemente c'è qualche problema nel sistema di certificazione, in particolare per i prodotti importati dall'estero (ma non solo).
Non dobbiamo consentire che il biologico serio venga infangato da qualche opportunista, ma sappiamo che purtroppo con il conflitto di interessi tra il certificatore e il certificato può succedere che qualcuno faccia il furbo. D'altronde è la stessa Corte dei Conti UE che segnala nel suo rapporto 3/2005 il problema.
E' ora di passare la certificazione al pagamento statale, ovvero da parte dei consumatori, con semplice notifica alle Regioni da parte delle aziende biologiche che non devono pagare la certificazione.
Tanto più che L'UE oggi rimborsa i costi di certificazione attraverso i PSR regionali, per cui è inutile far fare agli agricoltori due pratiche, una per il pagamento all'ente di certificazione e l'altra per il rimborso alla Regione. Semplifichiamoci la vita.
Ovviamente le Regioni usufruiranno degli organismi di controllo attuali, affidando un numero massimo di aziende per ispettore di controllo, con obbligo di 4-5 visite annue ed analisi chimica dei prodotti e raccolti, per garantire l'Assenza di residui di prodotti chimici di sintesi.
Con una finanziaria di 50-60 milioni di € (1 € per cittadino italiano) gli enti di certificazione avrebbero 3 volte il budget attuale a disposizione per migliorare l'efficienza del sistema di certificazione, nel contempo offrendo lavoro qualificato.
Ovviamente va risolto il problema degli OGM garantendo l'assenza assoluta nei prodotti biologici Nazionali Italiani, come prevede lo stesso nuovo regolamento comunitario.
Altrimenti aspettiamoci qualche "attentato mediatico" ad arte ed una campagna forte contro il biologico.
Dopo quella che stanno applicando le Regioni, la Coldiretti e le altre associazioni di categoria, ostacolando la corretta apllicazione delle misure europee di Pagamento Agroambientale, che dovrebbe garantire la copertura dei mancati redditi e dei maggiori costi più un 20% di transazione agli agricoltori biologici che forniscono il loro servizio d'altissimo valore alla collettività. 
Mente i massimali comunitari per i Pagamenti Agroambientali al settore biologico prevedono 600 €/ha per i seminativi e 900 €/ha per le coltivazioni arboree, oltre a 500 € per UB per il Benessere animale (che è massimo nell'azienda biologica), con oltre 100 miliardi di € investiti per i Piani di Sviluppo Rurale UE, e priorità assoluta delle misure Agroambientali per il biologico, le Regioni oggi stanno erogando pagamenti fortemente sotto-commisurati, ostacolando la conversione delle aziende agricole al Biologico e inducendo la recessione di molte aziende che ritornano ad usare la chimica (Es in Umbria), i palese contrasto con gli obiettivi della Politica Comunitaria. Molte Regioni, inoltre (Toscana, Umbria, Campania, Piemonte) distraggono pagamenti agroambientali verso l'Agricoltura Integrata, i cui Disciplinari non sono conformi alle linee guida europee (del 31 dicembre 1996), le quali prevedono l'obbligo di "sostituzione" dei prodotti chimici di sintesi, ovvero la priorità di applicazione delle tecniche alternative, nel controllo delle diverse avversità, al fine di garantire la controllabilità e la effettiva riduzione dell'impiego di pesticidi chimici. I discipllinari attuali sono basati su presunte "riduzioni di inputs chimici", non controllabili e non finanziabili, secondo la nota n.3/2005 della Corte dei Conti UE, che ha dettato le linee di indirizzo per i nuovi PSR 2007-2013.
Tale situazione si protrae da almeno 14 anni di Politica Agroambientale mal "interpretata" da parte delle Regioni che hanno fatto si che l'uso di Pesticidi di sintesi in Italia sia stato in costante aumento, superando i livelli di guardia per la salute, in particolare dei bambini.
Un vero crimine perpetrato da una rete capillare di venditori "legalizzati" che forzano gli agricoltori ad applicare la chimica, per lo più  inutile e controproducente, senza neanche una ricetta di prescrizione tecnica obbligatoria.
Ma oggi gli agricoltori hanno avviato una serie di ricorsi ai tribunali amministrativi regionali, per i negati diritti ed hanno diffidato la Commissione UE per le "allegre" approvazioni dei PSR Regionali 2007-2013.
E' stata interessata anche la Corte dei Conti.
Speriamo di non dover finire alla Corte di Giustizia ed ai Tribunali Penali per Dolo manifesto e danni alla salute e all'ambiente.
Sono 20 anni che diciamo le stesse cose. Non se ne può più... facciamo qualcosa?
La domanda è rivolta in particolare a FEDERBIO, AIAB, AMAB e alle altre organizzazioni del Biologico Italiano. 
Ed attende una risposta