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Tamiflu, il farmaco dalle uova d'oro

di Cesare Piccolo - 09/05/2009

 
 
L'antivirale di La Roche, rimedio incerto ma business sicuro

C'è chi l'influenza messicana fa scoppiare di salute : ad esempio le case farmaceutiche che detengono i diritti del Tamiflu. Questo antivirus che permetterebbe di ridurre di un giorno e mezzo la durata della malattia causata alcuni virus influenzali di tipo A e B è infatti diventato, grazie ad una audacissima campagna di comunicazione e all'isteria mediatica che ha suscitato, il rimedio principe contro le nuove forme di influenza. «Efficace» contro la (inesistente) pandemia di Sars da pollo, «miracoloso» contro l'influenza messicana, l'oselatmivir è una molecola messa punto negli anni '90 da Gilead Sciences, che ne ha affidato la produzione, la commercializzazione e la «promozione» al gigante svizzero F Hoffmann-La Roche, contro 10% dei ricavi.

Al Nasdaq la quotazione di Gilead rimbalza a seconda dei comunicati Roche e dell'Oms sui rischi di pandemie influenzali. L'ultimo picco prima della «febbre suina» era stato raggiunto ad inizio febbraio, dopo che diversi media allertarono l'opinione pubblica sul fatto che «solo 220 milioni di confezioni di Tamiflu erano disponibili per l'influenza aviaria». Dopo una rimonta spettacolare il 22 aprile scorso (da 43.73 a 46.22 $) non appena veniva lanciato l'allarme «influenza porcina», il corso ha ricominciato a scendere man mano che si capiva che l'epidemia era ben meno drammatica di quanto si era detto inizialmente. I governi dei paesi più ricchi, esattamente come il gruppo Roche, si sono affrettati a propagandare le virtù del farmaco già presente in milioni di confezioni nei magazzini e nelle farmacie. Dimenticando però di precisare, oltre alle date di scadenza, anche i gravi dubbi sulla reale efficacia di questo prodotto, pagato centinaia e centinaia di milioni di euro in occasione della pandemia di psicosi da Sars. Solo la Francia ne avrebbe 33 milioni di confezion). In effetti, oltre al fatto che per definizione non si dispone di test sui nuovi virus influenzali, quel che si sa su quelli vecchi non è poi così rassicurante. Il virus dell'influenza ha il brutto vizio di mutare (da cui la necessità di un nuovo vaccino ogni anno), e di diventare resistente ai trattamenti. Secondo una recentissima ricerca dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) di Atlanta (citato dal British Medical Journal, ben il 98,5% dei virus influenzalidi tipo A(H1N1) testati (lo stesso tipo dell'influenza messicana), erano resistenti all'oseltamivir, rispetto a solo il 12% dello scorso anno...

Ma se ancora non si sa molto del virus, si comincia a conoscere meglio il Tamiflu. Soprattutto in Giappone, paese dove è comunemente usato come farmaco antinfluenzale fin dai primi anni del secolo. Una ricerca del 2007 del professor Rokuro Hama, che da anni ne studia gli effetti, sostiene che una cinquantina di decessi improvvisi potrebbero essere imputabili all'oseltamivir per cause neuropsichiatriche (
http://www.bmjcom ). In un'altra pubblicazione del 2008, R. Hama analizza diversi altri casi di sisturbi neuropsichiatrici gravi, spesso mortali, associati all'assunzione di Tamiflu. E pubblicazioni del genere non sono rare in Giappone. Per esempio l'assunzione del Tamiflu in via profilattica faciliterebbe l'apparizione di comportamenti anormali, di accessi di terrore, allucinazioni, urla improvvise e rabbia in oltre l'1% dei pazienti, delle reazioni che si conctrerebbero nel pomeriggio del primo giorno di assunzione del farmaco.

Le autorità sanitarie, anche in Giappone, hanno emesso avvertimenti su eventuali effetti indesiderabili, soprattutto per i giovani e livello respiratorio e poi anche neuropsichico. Infatti il Tamiflu è proscritto sotto i 12 mesi, ma proprio i bambini sono una delle fasce di popolazione più esposte alle epidemie influenzali... e ai rischi eventuali dell'oseltamivir. Il che renderebbe più difficile decidere una eventuale somministrazione preventiva generalizzata in caso di una effettiva pandemia. Già nel 2005, la (sola) rivista medica indipendente francese, Prescrire , metteva in guardia contro un farmaco del quale, «a parte gli effetti collaterali, non si capisce cosa aggiunga alla terapia sintomatica tradizionale».
Ma allora, perché tutto questo clamore attorno ad una medicina con utilità dubbia ma effetti collaterali probabili? Forse, dicono i maligni a causa degli stretti legami tra Gilead Sciences e i circoli del potere. A cominciare dal celeberrimo Donald Rumsfeld, nominato chairman di Gilead Sciences nel 1997. Rumsfeld resterà in carica alla Gilead fino alla sua nomina come Segretario di stato alla Difesa nell'amministrazione di Georges W. Bush, nel 2001 e resterà uno dei grandi azionisti di Gilead almeno fino al 2006. La notizia era di dominio pubblico da quando scoppiò la pandemia di psicosi da peste aviaria, ma la sua lezione sembra essere stata dimenticata.