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Le multinazionali del sangue

di Alessia Lai - 09/05/2009

 
 
L’azienda bananera statunitense Dole avrebbe finanziato gruppi paramilitari di ultradestra ai quali avrebbe ordinato l’uccisione di 57 sindacalisti e campesinos in Colombia. La notizia è di fine aprile, diffusa dalla Associated Press e ripresa in questi giorni dall’agenzia stampa della televisione venezuelana Telesur, che a sua vota cita quotidiani colombiani che stanno seguendo la vicenda. I gruppi paramilitari in questione sono le famigerate Auc, le Autodefensas Unidas de Colombia, tristemente note per essersi rese responsabili di massacri, torture e violazioni dei diritti umani allo scopo di controllare intere aree del Paese durante la lunga e sanguinosa guerra civile. Attività delle quali avrebbero beneficiato anche le più grosse aziende bananiere operanti in Colombia. Nel caso in questione, per appropriarsi di zone coltivabili o mettere a tacere i rappresentanti sindacali, la Dole Food Company, Inc. sarebbe ricorsa alle Autodefensas. Il fatto è stato denunciato al giornale colombiano El Espectador dall’avvocato statunitense Terry Collingsworth, assunto da un gruppo di famiglie perseguitate dai paramilitari colombiani nel dipartimento settentrionale di Magdalena, che ha presentato lo scorso 29 aprile una denuncia alla Corte Superiore della Contea di Los Angeles.
“Sono stati 57 gli uccisi, accuratamente rintracciati attraverso interviste alle 2mila vittime della violenza nella zona bananera”, ha detto mercoledì scorso Collingsworth al quotidiano colombiano.

Secondo l’avvocato, “gli uccisi erano rappresentanti sindacali della multinazionale, o erano militanti politici che si battevano contro gli accordi stipulati dall’azienda, oppure erano campesinos che vivevano nelle terre sulle quali la Dole intendeva impiantare le coltivazioni di banane. Cosicché questa gente è stata assassinata perché la Dole ha voluto che fossero uccisi”, ha aggiunto l’avvocato. La compagnia ha chiaramente negato qualunque coinvolgimento: il 30 aprile la Dole Food Company, Inc. ha infatti smentito le asserzioni, definite infondate, rilasciate nella causa intentata presso il tribunale statunitense con un comunicato in cui afferma che “Dette dichiarazioni riciclate sono tanto false oggi quanto lo erano la prima volta che sono state rilasciate, nel 2007, e provengono dalle fonti meno attendibili che si possano immaginare. Le accuse contenute nella querela sono basate su nient’altro che confessioni false di terroristi colombiani condannati, i quali avevano ottimi motivi per mentire sulle loro attività per ridurre al minimo il periodo di incarcerazione cui sono stati condannati per gli atti terroristici di cui si sono resi colpevoli”. Il riferimento è probabilmente al testimone-chiave presentato da Collingsworth: l’ex comandante della Auc Jose Gregorio Mangones, alias “Carlos Tijeras”. Secondo quanto reso noto dall’AP a fine aprile, Mangones, attualmente in carcere, avrebbe ammesso di essere responsabile di più della metà degli omicidi citati nella denuncia fatta dall’avvocato Collingsworth ed ha rivelato di avere ricevuto dalla Dole 70.000 pesos colombiani (30 dollari) per ettaro all’anno (l’azienda possiede circa 3.400 ettari di piantagioni di banana a Magdalena e La Guajira), per i servigi del gruppo paramilitare. La memoria depositata dall’avvocato statunitense afferma che la Dole avrebbe finanziato, con circa 10 milioni di dollari, le Autodefensas Unidas de Colombia tra il 1997 e il 2006. Secondo l’avvocato delle vittime, Tijeras ed alcuni suoi luogotenenti hanno raccontato che quando la Dole interpellava i paramilitari perché agissero contro qualcuno, un manager della piantagione chiamava direttamente un subcomandante delle Auc. Questo ha portato Collingsworth ad affermare che le deposizioni dei testimoni dimostrano che i manager locali della multinazionale non erano “innocenti vittime di un’estorsione” da parte dei paramilitari, ma parte attiva in una sanguinosa cospirazione volta ad abbattere i costi del lavoro eliminando la rappresentanza sindacale. Tijeras, però, non ricorderebbe i nomi dei dirigenti e impiegati della Dole coi quali ebbe contatti diretti.

L’avvocato Collingsworth aveva già intentato una causa, per conto di vittime delle Auc, contro l’altra grande azienda bananera che opera in Colombia, la Chiquita Brands, dopo che l’impresa ammise, davanti ad una corte statunitense, di aver pagato 1,7 milioni di dollari al gruppo paramilitare in cambio della sicurezza ad Urabá, nello stato settentrionale di Antioquia. Ammissioni che portarono l’azienda a dover pagare al Dipartimento della Giustizia Usa, nell’aprile 2007, una multa di 25 milioni di dollari, in quanto nel 2001 le Auc erano state inserite dal Dipartimento di Stato nell’elenco delle organizzazioni terroristiche.