Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / I Diritti della Madre Terra: un’utopia realizzabile?

I Diritti della Madre Terra: un’utopia realizzabile?

di Elisabeth Zoja - 05/06/2009

Il 22 aprile il presidente boliviano Evo Morales ha tenuto un discorso davanti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sottolineando la necessità di una Dichiarazione Universale dei Diritti della Madre Terra. Freud sosteneva che la civiltà doveva difendere l’uomo dalla natura, ma adesso la situazione si è capovolta.



 

madre natura
E' necessaria una Dichiarazione dei Diritti della Madre Terra sostiene Evo Morales, presidente della Bolivia
I fiumi, i laghi e i ghiacciai “hanno il diritto a vivere in un ambiente sano”, dichiara il presidente boliviano Evo Morales. Questo diritto dovrebbe far parte della Dichiarazione Universale sui Diritti della Madre Terra.

 

Durante il sue discorso alle Nazione Unite del 22 aprile, Evo Morales ha parlato della necessità di una tale dichiarazione, poiché “ciò che sta accadendo adesso a causa del cambiamento climatico è legato al mancato rispetto della Madre Terra”.

L’idea del presidente boliviano è più fondata di quel che sembra. A suo parere questa dichiarazione non sarebbe altro che la continuazione della storia dei diritti. “Il XX secolo è stato il secolo dei diritti umani, innanzi tutto con l'approvazione dei diritti civili e politici nel 1948, ed in secondo luogo con l'approvazione dei diritti economici, sociali e culturali nel 1966. Adesso il XXI secolo deve diventare il secolo dei diritti della Madre Terra e di tutti gli esseri viventi.”

“L'Organizzazione delle Nazioni Unite è l'ente che deve far rispettare i diritti della Madre Terra e degli altri esseri viventi. […] So che questo compito non sarà facile. Molte persone, specie gli avvocati, affermano che solo noi esseri umani abbiamo diritti. So che questa nostra convinzione è difficile da accettare perché alcuni esseri umani credono di essere l'ombelico del mondo e... dell'universo. Tuttavia so anche che alla fine saranno la ragione, il buon senso e la realtà a prevalere.”

Il presidente della Bolivia continua elencando quattro diritti che dovrebbero essere presenti nella Dichiarazione:

- Il diritto alla vita. Nessun ecosistema, nessuna specie animale o vegetale, nessun ghiacciaio, fiume o lago può essere eliminato o sterminato a causa di un atteggiamento irresponsabile degli esseri umani. […] Il nostro diritto termina quando incominciamo a provocare l'estinzione o l'eliminazione della natura.

- Il diritto alla rigenerazione delle sue bio-capacità. L'attività umana sul Pianeta Terra e le risorse della terra non sono illimitate. […] C'è un limite, dato dalla capacità di rigenerazione delle specie animali, vegetali, forestali, delle fonti di acqua e dell'atmosfera. Se non lo rispettiamo “distruggeremo lentamente la nostra casa, asfissieremo poco a poco il nostro Pianeta, tutti gli esseri viventi e noi stessi.”

- Il diritto ad una vita pulita. I fiumi, i pesci, gli animali, gli alberi e la stessa terra hanno il diritto a vivere in un ambiente sano.

- Il diritto all'armonia e all'equilibrio tra tutti e tutto. Esistono milioni di specie viventi, ma solo noi esseri umani abbiamo la coscienza e la capacità di controllare la nostra evoluzione.

 

evo morales
Il presidente boliviano Evo Morales
Morales accusa il capitalismo che “considera l'uomo il padrone indiscusso del pianeta”, e conclude il discorso annunciando: “È giunta l'ora di riconoscere che la terra non ci appartiene, bensì siamo noi ad appartenerle.”

 

L’uomo non è più una delle numerose specie presenti sul pianeta, è la natura ad essere diventata una di tante: una di tante attività, uno di tanti luoghi di vacanza, uno dei tanti hobby. “A me piace passare la domenica nella natura” dice uno, “a me coi videogiochi”, risponde l’altro.

Siamo noi esseri umani a controllare tutto, ogni altro essere è solo una frazione della nostra ‘civilizzazione’: se esiste ancora qualche macchia di natura è perché noi vi abbiamo costruito attorno un recinto e l’abbiamo chiamata “parco nazionale” o “area protetta”.

Eppure Freud diceva la civiltà doveva difendere l’uomo dalla natura. In settant’anni la situazione si è invertita.