Le ali di Nietzsche e il volo di Icaro
di Raffaele La Capria - 25/06/2009
Gli scritti filosofici di Sossio GiamettaLa crisi speculativa coincide con quella della civiltà europea, il tramonto dell’Occidente
Chi leggerà gli elzeviri filosofici di Sossio Giametta raccolti nel volume Il volo di Icaro (Il Prato editore, pp. 372, e 15) sappia che questi scritti, brevi e chiari, sono la sintesi di un lungo lavorio precedente, di uno studio e un’applicazione durati anni, da quando Giametta iniziò la collaborazione con Giorgio Colli e Mazzino Montinari, responsabili dell’edizione critica di tutte le opere di Nietzsche pubblicata da Adelphi. A lui, a Sossio Giametta, alla sua passione e alla sua laboriosità, si devono le molte traduzioni di Nietzsche, e anche quelle dell’Etica di Spinoza, e di gran parte delle opere di Schopenhauer. Insomma, questi elzeviri non solo hanno un pedigree di alta qualificazione culturale, ma toccano problemi filosofici di fondamentale importanza. Devo premettere che io non sono un cultore della materia, come si dice, e non ho una mente filosofica, ma so che la filosofia è una dimensione costitutiva della persona, così come la dimensione razionale, quella estetica, quella politica, quella affettiva, e dunque questi elzeviri possono aiutare anche uno come me a capire molti problemi che sonnecchiavano nel mio animo e ogni tanto apparivano in forma di domande cui sentivo di dover trovare una risposta. La prima di queste domande, quella che tutti ad un certo momento si pongono, riguarda il rapporto con quella realtà misteriosa ed enigmatica che è l’esistenza del mondo in sé, nella sua totalità. Pur restando indecifrabile, la filosofia lo rende pensabile — secondo i canoni umani. Nel libro che ho citato Giametta scrive: «Ciascun essere vivente è oggettivamente una interpretazione del mondo», e di conseguenza, anche senza rendersene conto, lo antropomorfizza. Ed è questo che facciamo tutti continuamente.
Accennerò a qualcuno dei punti per me più interessanti di questo libro che, per come è scritto, è destinato anche al lettore comune. Nel capitolo su scienza e filosofia si afferma che il metodo sperimentale (quello scientifico) va considerato come un limite e non come un’arma vincente, perché trova proprio nell’esperienza empirica un limite che non oltrepassa, mentre la filosofia può oltrepassarlo. Il mito di Icaro, che dà il titolo al libro, a questo allude, al volo che ad un certo punto è destinato a una precipitosa caduta. In un altro capitolo sono enunciati due nuovi princìpi, il principio di organicità e quello di massima determinazione: il principio di organicità, che viene opposto a quello di meccanicità, e quello di massima determinazione, che si oppone a quello di indeterminazione di Heisenberg.
Quanto a Nietzsche, Giametta potrebbe ripetere: «Vagliami il lungo studio e il grande amore/ che m’ha fatto cercar lo tuo volume» per la frequentazione di una vita che lui ha avuto con i testi del grande contestatore. A questo proposito fa osservare che la crisi della filosofia, che in Nietzsche si verifica, coincide con la crisi della civiltà europea, con quel tramonto dell’Occidente di cui la Prima e la Seconda guerra mondiale sono l’evento conclusivo.
In questa parte si discute anche, tentando di darne una spiegazione diversa da quella corrente, sulla vera origine del fascismo e del comunismo, cercando in altri termini la chiave di comprensione degli ultimi due secoli di storia. Nietzsche giustamente non è considerato solo un filosofo, ma anche un poeta, uno psicologo, un filologo e un moralista (come Montaigne) ed è questo suo multiforme aspetto che lo distingue dagli altri filosofi. Egli è infine un diagnostico di quella crisi della civiltà occidentale di cui s’è detto. Il suo nichilismo libera l’uomo dai dettami che venivano dall’alto e dall’esterno, e gli restituisce libertà e responsabilità, con tutte le enormi conseguenze positive e negative che questo ha comportato. Sono questi ed altri i temi e i motivi che rendono interessante Il volo di Icaro, un libro che anche nella forma propone un uso particolare della scrittura di tipo aforistico, prendendo a modello alcuni esempi illustri del passato.