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Massimo Fini: questo libro in primis parla della mia solitudine

di Massimo Fini - 26/06/2009

Fonte: milanoweb

  
 
Presentato a Milano "Il Dio Thoth", romanzo di fantascienza (o d'attualità?) del noto giornalista

Si fa in fretta a dire che "Il Dio Thoth" (Marsilio, pp.192) è solo il nuovo romanzo di fantascienza del celebre giornalista/intellettuale/libro pensatore Massimo Fini...

Ma in tal caso si tratterebbe di un errore grossolano. Casomai, infatti, "Il Dio Thoth" è il primo romanzo in assoluto dello stesso Fini, lungamente atteso e meditato dal suo autore (la prima idea di stesura risale addirittura al 1978!) e il riferimento al genere "sci-fi" è giusto un pretesto per raccontare con sguardo acuto e amereggiato il dramma del vivere moderno, esattamente come già accadde in capolavori letterari e cinematografici del '900 tipo "1984" e "Blade Runner" ("Ma il mio - ha subito specificato lo stesso giornalista - è solo un romanzo: non si tratta affatto grande letteratura..." ).

Il bisogno di Fini di tramutarsi temporaneamente in un Philip K. Dick nostrano è dunque espletata in un bel libro dove il "dio" del titolo è una antica divinità egizia "colpevole" di aver inventato il perverso meccanismo della scrittura (fatto rivoluzionario che ha impedito agli uomini di continuare a comunicare solo in maniera diretta e verbale...) mentre il protagonista Matteo è un uomo triste, solo e depresso che si trova a lavorare per la potentissima Teleworld, un'agenzia di mass-media globali il cui slogan assolutista recita "Il fatto è la notizia e la notizia è il fatto". Insospettito da un qualcosa d'inquietante, il non-eroe in questione ci condurrà, attraverso una febbrile tre giorni di ricerche, ad un finale realmente angosciante che farà riflettere qualunque lettore approccerà il romanzo ("E comunque, per me, il finale resta molto negativo...", Fini docet).

Romanzo che, per la cronaca, è stato presentato, nei giorni scorsi, presso la "Feltrinelli" di Piazza Duomo-Galleria Vittorio Emanuele dal direttore di "Libero" Vittorio Feltri alla presenza dello stesso autore Massimo Fini e del giornalista Ranieri Polese de "Il Corriere della Sera" in un incontro a cui hanno presenziato non pochi appassionati.

"Fini, in qualità di grande scrittore, non lo scopriamo di certo stasera - ha subito messo le carte in tavola Feltri - però, in queste inedite vesti di romanziere, ha saputo darci un bello spintone verso un futuro che, già dopo poche pagine, scopriamo essere brutto esattamente come il nostro presente. Massimo, in questa sua opera, ha nuovamente messo in atto le sue ragioni profetiche visto che ci parla di un mondo falso, disumanizzato e destinato al peggio. In pratica ci narra di questa nostra stessa epoca, un'epoca-playstation in cui gli esseri umani sono vittime principalmente di quello che hanno creato. Da qui il disprezzo, vivo e sincero, dell'autore verso la tecnologia e la modernità."

"Le chiavi di lettura de 'Il Dio Thoth' - ha preso poi la parola lo stesso Fini - sono essenzialmente tre: l'eccesso di informazioni che ha ammorbato la nostra era, la condanna dell'uomo che quando diventa troppo curioso finisce sempre per cadere in picchiata e l'alienazione contemporanea. Ci ho messo dentro, qua e là, cose che mi appartengono come il gioco o la passione per i cavalli ma anche un profondo senso di solitudine. E, su tutte, la convinzione arcigna e stupida di certi capitalisti moderni che pensano che un mondo del genere possa andare avanti all'infinito. Mantenendo sempre gli stessi ritmi produttivi..."

"Quando in realtà - ha concluso il giornalista e saggista - tutto quello di cui avremmo bisogno al momento, come genere umano, è semplicemente un pensiero che, al pari di quello dei grandi filosofi del passato, sappia orientare questa nostra vita sempre più confusa. E difatti questo è il mio unico impegno da scrittore. Ovvero porre dei dubbi e degli argomenti a cui vorrei si rispondesse con argomenti altrettanto validi. Ma tutto ciò, ahimé, avviene sempre di meno..."

Come avrete intuito le 192 pagine de "Il Dio Thoth", per quanto scorrevolissime e perfino cariche di suspance, non sono esattamente una lettura consigliata tra la sabbia, l'ombrellone e la crema solare. O forse sì. L'importante, come dice Fini, "è sintonizzarsi sempre su quello che si sta facendo. Mai lasciarsi trasportare dal flusso dell'informazione"...

Fonte:/www.milanoweb.com