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Figli di Abramo - Morte nel deserto

di Chris Floyd - 20/03/2006

Fonte: uruknet.info

 

Figli di Abramo - Morte nel deserto

Chris Floyd - www.chris-floyd.com

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Figli di Abramo - Morte nel deserto

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Che cosa è successo nel villaggio di Isahaqi, a nord di Bagdad, il giorno delle Idi di marzo? Le tenebre della guerra - il normale offuscamento di un evento che è trapelato. e quindi una artificiosa amplificazione da parte di mestatori professionisti - velano dettagli della reale operazione. E questo è ciò che sappiamo.

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Sappiamo che le forze statunitensi hanno condotto un'incursione su una casa del villaggio il 15 marzo. Sappiamo che il Pentagono ha detto che le truppe americane "stavano mirando a un individuo sospettato di dare appoggio ai combattenti stranieri della rete terroristica  di Al-Qaeda in Iraq," quando squadra statunitense è finita sotto tiro e che le truppe "hanno risposto al fuoco utilizzando sia mezzi aerei che mezzi di superficie." Sappiamo che il Pentagono ha detto che "soltanto" un uomo, due donne ed un bambino sono stati uccisi nell'incursione, che ha distrutto una casa nel villaggio.

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Sappiamo dall'evidenza fotografica che i corpi di due uomini, di quattro figure nascoste (donne, secondo gli abitanti del villaggio) e di cinque bambini - tutti loro apparentemente sotto l'età di cinque anni, uno di appena sette mesi - sono stati estratti dalle macerie della casa e sono stati stesi fuori per la sepoltura, sotto il luminoso e terso cielo del deserto. Sappiamo che un reporter di Associated Press sulla scena ha visto la casa distrutta e che un fotografo di Agence Francia Presse ha scattato delle foto dei corpi.

Sappiamo che due funzionari iracheni della polizia, il Maggiore Ali Ahmed e il colonnello Farouq Hussein - entrambi impiegati del governo iracheno sostenuto dagli USA - hanno dichiarato alla Reuters che 11 occupanti della casa, compresi i cinque bambini, sono stati legati e che hanno sparato loro alla testa prima che la casa fosse fatta esplodere. Sappiamo che la polizia irachena filo-americana ha detto alla Reuters che un elicottero americano era atterrato sul tetto della casa nelle prima ore del mattino, quindi la casa è esplosa, ed allora sono state scoperte le vittime. Sappiamo che la polizia irachena filo-americana ha detto che un'autopsia effettuato sui corpi ha trovato che "tutte le vittime avevano ferite di arma da fuoco alla testa." Sappiamo che la polizia-fantoccio irachena ha detto che hanno trovato "cartucce usate, di fabbricazione americana, tra le rovine."

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Noi sappiamo quel che Ahmed Khalaf, fratello del proprietario della casa, ha detto ad AP, ossia che nove delle vittime erano membri della famiglia e che due erano degli ospiti, aggiungendo che "la famiglia uccisa non faceva parte della resistenza, erano donne e bambini. Gli Americani ci hanno promesso una vita migliore, ma otteniamo soltanto la morte."

Sappiamo dalle fotografie che un bambino, il più piccolo, il neonato, ha una ferita aperta sulla fronte. Possiamo vedere che un'altra bambina, una ragazzina con un nastro rosa fra i capelli, giace su un lato ed ha fuoriuscita di sangue sulla parte posteriore della testa. Le facce degli altri bambini sono girate verso l'alto, verso il sole; se fossero stati colpiti, gli avrebbero sparato alla parte posteriore della testa e le loro ferite non si potrebbero notare. Ma possiamo vedere che i loro corpi, comunque coperti dalla polvere delle macerie, non hanno altri segni; evidentemente non sono stati schiacciati nel crollo della casa, durante per esempio una feroce battaglia fra le forze statunitensi e il "sostenitore di al Qaeda". Sono sicuramene morti in altro modo.

Sappiamo dalle fotografie che due dei bambini - due femmine, ancora in pigiama - giacciono con gli occhi morti aperti. Possiamo vedere che la luce e la tenerezza che animano gli occhi di ogni bambino piccolo sono spariti; niente rimane se non il bruto sguardo fisso dal nulla al nulla. Possiamo vedere che gli altri tre bambini hanno gli occhi chiusi; due sono mollemente abbandonati, ma il neonato ha un braccio irrigidito alzato fino alla guancia, come se stesse tentando di evitare il colpo che ha sfregiato e ridotto in poltiglia la faccia, così terribilmente.

Questi fatti sono ciò che sappiamo dai funzionari americani, dai funzionari e reporter iracheni filo-americani e dai reporter delle agenzie di stampa occidentali presenti sulla scena. Ciò è probabilmente tutto ciò che noi sapremo mai per certo dei fatti accaduti ad Isahaqi il 15 marzo. Il resto rimarrà oscurato dalle tenebre volute dai portavoci militari degli Stati Uniti, che evidentemente non stanno dicendo alla verità circa il conteggio dei corpi dopo l'incursione, e dalla confusione naturale che ci si deve attendere dalle descrizioni degli abitanti del villaggio di un attacco che ha colpito senza avvisaglie nel bel mezzo della notte. Ma oltre questa nube di non-so, ci sono alcuni altri fatti relativi al caso che possono essere stabiliti chiaramente.

Per esempio, sappiamo che le truppe americane che hanno causato le morti di questi bambini - che sia legadoli e sparando loro, un'atrocità indicibile, oppure anche "soltanto" assaltando o bombardando una casa piena di civili in un'incursione notturna "sia con mezzi aerei che terrestri" - sono state mandate in Iraq per una missione dimostrabilmente falsa, per "disarmare" armi che non esistono e per vendicarsi dell'11 settembre su una nazione che non ha avuta nulla a che fare con l'attacco. E ora noi sappiamo che la Casa Bianca - e George W. Bush in modo particolare - sapeva benissimo che l'intelligence non forniva alcun sostegno, nè mai avrebbe potuto fornirlo, alla argomenti che egli aveva dato per la guerra.

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Sappiamo che l'unica ragione per cui questo bambino morto ha il suo braccino  irrigidito sulla faccia senza vita è che tre anni fa, proprio questa settimana, George W. Bush ha dato l'ordine di incominciare questa non provocata, ingiusta e non necessaria invasione dell'Iraq. Egli non ha sparato un singolo colpo o non ha lanciato un solo missile; non ha torturato o non ha ucciso alcun prigioniero; non ha rapito o decapitato civili o piantato bombe lungo i bordi delle strade, nelle moschee o nei mercati. Tuttavia ogni singola atrocità della guerra - da entrambi i lati - ed ogni singola morte causata dalla guerra, ed ogni atto di repressione religiosa perpetrata dalle sette estremiste rese più potenti dalla guerra, è il risultato diretto della decisione presa da George W. Bush tre anni fa. Niente che egli dica può cambiare questo fatto; niente di ciò che fa, o fa sì che sia fatto, nel bene o nel male, può lavare il sangue di questi bambini - e delle decine di migliaia di altri civili innocenti uccisi nella guerra - dalle sue mani.

E chiunque conosca questi fatti, veda questi fatti, e non riesca a gridare contro di loro - anche se soltanto nel proprio cuore - sarà per sempre macchiato da questo stesso sangue.

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  • Domenica 19 marzo 2006
  • Articolo originale in inglese: Chris Floyd
  • Traduzione italiana di Enzo Viscuso

 

Il webmaster di www.chris-floyd.com, Rich Kastelein, ha fornito il suo usuale eccellente servizio nell'individuare tutte le foto disponibili delle vittime di Isahaqi e nel collegarle tra loro e con il racconto. Potete trovarle qui: http://www.chris-floyd.com/march/