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Le vicissitudini del nucleare iraniano

di kelebek - 22/03/2006

Fonte: kelebek

 




Dai primi anni 80, il programma atomico iraniano ai fini
esclusivamente pacifici e il diritto innegabile di questo paese per
accedere alla tecnologia nucleare sono stati soggetti di piu' vaste
violazioni, interferenze e propagande ingiuste.

. La sospensione dei trattati validi, necessari per la costruzione
dei centrali dell'elettricita' nucleari;

. Il blocco delle materie nucleari, acquisite dall'Iran attraverso
canali legali;

. La violazione dei diritti dell'Iran quale azionario in molte
società nazionali e multinazionali;

. Le continue interferenze non giustificate onde compromettere gli
accordi nucleari dell'Iran con i partner stranieri;

. Le continue accuse infondate contro il programma nucleare
puramente pacifico dell'Iran;

Nonostante la vasta violazione dei diritti dell'Iran in nome del
Trattato di Non Proliferazione, e mentre i principali membri del
N.T.P, continuano a non rispettare di fatto i propri impegni
riguardanti articoli 1,4,6 del trattato stesso e in particolar modo,
articolo 2 del quarto paragrafo sull'Iran, quest'ultimo è tutt'ora
determinato a rispettare i propri impegni. Nello stesso tempo, e
solo per non subire ulteriori restrizioni del tutto inaccettabili,
Iran ha dovuto continuare le proprie attivita' in modo riservato,
anche se nel maggiore dei casi, in base agli accordi raggiunti con
l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica, la Repubblica
Islamica non e' obbligata a fornire i dettagli dei suoi programmi
atomici.
Nell'ottobre 2003, Iran ha firmato un accordo con i tre paesi
europei quali Inghilterra, Germania e Francia, con la speranza di
poter avviare una nuova fase basata su trasparenza totale,
collaborazione reciproca e la possibilità di accesso alla tecnologia
nucleare:
 
. La firma e l'immediato avvio del protocollo aggiuntivo;

. Aprire i siti nucleari ad una delle ispezioni piu' vaste e
interventistiche dell'AIEA;

. Preparare un insieme di dettagli delle proprie attivita' nucleari
ad uso pacifico, in sintonia con gli impegni presi nel quadro del
trattato N.T.P;

. La sospensione volontaria dell'arricchimento dell'Uranio,
nonostante fosse un diritto legittimo dell'Iran, per creare la
fiducia negli ultimi 20 mesi;

. Prolungare il periodo della sospensione dell'arricchimento fino a
febbraio e novembre del 2004, in seguito alle intese raggiunte con
la Trojka europea prima a Bruxelles e poi a Parigi, allo scopo di
includere certe attivita' che andavano oltre alle descrizioni
preliminari dell'AIEA su "arricchimento" e "attivita' relative".

Le intense ispezioni dell'AIEA in Iran, sono state un' ulteriore
conferma delle dichiarazioni dell'Iran sull'uso esclusivamente
civile delle sue attività nucleari. Solo dopo un anno ed in seguito
ad oltre mille giorni-persona delle piu' intense ispezioni, il
segretario generale dell'AIEA, nell'articolo 112 del suo rapporto
pubblicato nel novembre 2004, ha ancora ribadito che "tutte le
materie nucleari in possesso dell'Iran sono state controllate,
affermando che non è stato trovato alcun segno di attivita'
proibite".
Ma purtroppo, l'Iran ha ricevuto proprio poco, per non dire nulla,
in cambio di tutto cio' che aveva fatto. Nonostante tutto questo,
l'Iran ha intensificato le sue imprese volte a rafforzare la fiducia
reciproca, e si e' trovato sempre di fronte ad ulteriori richieste
mentre dall'altra parte le promesse non sono state mantenute.
Gli impegni presi dai tre paesi europei nell'ottobre 2003, di
collaborare con l'Iran nei campi della tecnologia nucleare, la
sicurezza regionale e la non proliferazione, in pratica non sono
stati neanche esaminati. In base all'accordo del febbraio 2004, il
prolungamento della sospensione da parte iraniana sarebbe dovuto
essere premiato con l'assistenza europea all'industria del montaggio
e alla produzione dei pezzi in Iran.
Gli Ue3 avevano promesso di fare riconoscere gli sforzi compiuti
dall'Iran durante la riunione del Consiglio dei Governatori svoltasi
nel giugno 2004, affinché il suddetto consiglio potesse adottare
misure necessarie, solo e in base al rapporto del direttore generale
dell'AIEA.
Un impegno mai rispettato. Nel novembre 2004, l'Iran ha accettato di
allargare la sospensione volontaria agli impianti della conversione
dell'uranio, anche se questi ultimi erano stati considerati
dall'AIEA stranei a ogni attivita' per l'arricchimento. Passati tre
mesi di negoziati che seguivano all'accordo di Parigi, e' stato
evidenziato che gli europei cercano solo di temporeggiare, negando
il diritto legittimo dell'Iran per riprendere l'arricchimento. E
stato anche notato che gli UE3 non possono o non sono intenzionati a
presentare un piano concreto che potesse comprendere garanzie
oggettive sulla natura pacifica delle attivita' nucleari dell'Iran e
sulla collaborazione economica, tecnologica, nucleare e di sicurezza.
Ai fini di ottenere il sostegno e la fiducia dell'occidente, l'Iran
ha chiesto all'AIEA, tramite la mediazione europea, di presentare un
piano concreto che comprendesse le misure tecniche, giuridiche e di
sorveglianza sul programma nucleare iraniano. Un piano che possa
garantire l'uso pacifico iraniano della tecnologia nucleare. Ma
l'iniziativa iraniana non ha avuto successo per colpa della mancanza
di intesa tra gli UE3.
Il 23 marzo del 2005, l'Iran ha presentato un pacchetto di soluzioni
per le garanzie oggettive, proposte dagli specialisti e scienziati
indipendenti degli Stati Uniti e dell'Europa:

. Rapporti solidali ed interessi reciproci tra Iran e Unione
Europea, come miglior garanzia per
rimuovere le preoccupazioni di entrambi le parti;

. Porre limiti ai programmi iraniani per l'arricchimento dell'uranio
attraverso le garanzie tecniche-oggettive in modo che non ci sia
alcuna preoccupazione riguardo un'eventuale violazione del trattato
N.T.P;
1. Il ciclo aperto del combustibile, per superare la preoccupazione
riguardo il ritrattamento e la produzione di Plutonio,
2. Fissare un limite per l'arricchimento fino al basso livello di
LEU,
3. Limitare il programma di arricchimento fino ad un livello che
rispondesse ai bisogni dei reattori dell'Iran,
4. La trasformazione immediata di tutta la quantità dell'uranio
arricchito alle aste di combustibile per prevenire ogni possibilita'
tecnica di un ulteriore arricchimento,
5. L'attuazione graduale del processo dell'arricchimento insieme a
rafforzare la fiducia europea nel programma iraniano.

. Le misure legislative ed amministrative:
1. Il protocollo aggiuntivo,
2. Un divieto duratura di sviluppo, deposito e uso dell'arma
nucleare tramite una legge obbligatoria nazionale,
3. Il rafforzamento delle norme di controllo sulle esportazioni
iraniane,

. l'aumento delle misure di sorveglianza:
1. Il proseguimento dell'attuazione del protocollo aggiuntivo,
2. Le continue ispezioni alle installazioni di arricchimento e
conversione al fine di fornire delle ulteriori garanzie senza
precedenti,

Ma le pressioni marginali hanno impedito agli europei di esaminare
in maniera seria e profonda tale proposta che avrebbe potuto porre
fine a tutte le preoccupazioni in merito. Persino un ulteriore
tentativo dell'Iran per salvare i negoziati, cioe' iniziare in
maniera limitata i lavori a UCF, le cui attivita' non avevano
suscitato alcun protesta, e' stato interpretato erroneamente dagli
europei come un ultimatum.
Al fine di correggere ogni malinterpretazione e per ribadire la sua
determinazione a risolvere il problema, l'Iran, in risposta agli
impegni dei ministri dei tre paesi europei e il rappresentante
dell'Ue, a Ginevra, ha accettato il prolungamento del periodo della
sospensione totale fino alla fine del giugno, oppure agli inizi
dell'agosto 2005, cioe' 9 mesi dopo l'accordo di Parigi, per dare il
tempo agli europei per presentare il loro piano finale.
A Ginevra, l'Iran ha ribadito che ogni proposta da parte dei tre
paesi europei deve includere la loro posizione sulle garanzie
oggettive per poter dare il via libera all'attuazione graduale del
programma iraniano dell'arricchimento e ogni tentativo per
compromettere queste garanzie sarebbe stato in contrasto con il
contenuto dell'accordo di Parigi, e perciò non sarebbe accettabile
per l'Iran.
L'Iran, per salvare i negoziati, in un momento decisivo, in cui i
ministri esteri dei tre paesi europei stavano per finalizzare il
complesso delle loro proposte, tramite un messaggio diretto, gli ha
proposto i piu' flessibili metodi:

. La ripresa delle attivita' degli impianti UCF di Isfahan sotto una
totale supervisione fino a
quando non vengano intraprese misure necessarie per l'importazione
delle materie prime ed l'esportazione dei prodotti.

. Avviare ulteriori negoziati sulle modalità -accettabili da
entrambe le parti- della ripresa
delle attivita' a Natanz, permettendo all'AIEA di presentare le
procedure riguardanti il numero,
metodi di sorveglianza e altri dettagli di una limitata
riattivazione preliminare.

. Proseguire i negoziati sulla piena attivita' delle installazioni
di Natanz, tenendo in considerazione che tali imprese dovranno
corrispondere alle disposizioni relative al combustibile usato nei
reattori di acqua leggera.

Nonostante tutti i suoi tentativi onesti e la sua buona volontà,
Iran non ha ricevuto, fino ad oggi, alcuna proposta né da parte
della Trojka ne UE, e nel caso in cui, venisse avanzata qualche
proposta, secondo le attendibili fonti diplomatiche, sarebbe
inaccettabile. Un'eventuale proposta europea, sostengono gli esperti
iraniani, non solo non rispetterebbe i diritti dell'Iran sullo
sviluppo pacifico dell'energia nucleare, ma non potra` neanche
assomigliare le restrizioni illegittime e ingiustificate imposte
sull'economia e sullo sviluppo tecnologico dell'Iran, per non
parlare di una sicura mancanza di garanzie concrete per le
collaborazioni economiche, tecnologiche nucleari e di sicurezza.
Mentre l'Iran ha gia` ribadito di non accettare nessun tipo di
incentivo sull'uso pacifico della tecnologia nucleare, dato che i
pacchetti precedenti sono di per se` inconvenienti rispetto alle
capacita' e alle vaste disposizioni iraniane.
Ora, e' chiaro che i negoziati non vanno avanti, come richiedeva
l'accordo di Parigi, e questo e` dovuto alla linea europea di
prolungare i negoziati senza il minimo tentativo di mantenere gli
impegni presi in passato. Questa procedura ha un solo obiettivo,
quello di trasformare quella attuale in una sospensione permanente.
Cio` e' in contrasto con la natura ed il concetto dell'accordo di
Parigi e non corrisponde ai principi dei negoziati svoltisi tra le
due parti.
A dire il vero, adesso dopo tutte queste trattative, e malgrado
tutti gli sforzi iraniani di far uscire il processo dall'attuale
vicolo cieco, non esiste alcun pretesto per non avviare almeno la
prima parte della proposta dell'Iran, cioe' la ripresa limitata
delle attivita' degli impianti UCF di Isfahan.
Va sottolineato che la sospensione dell'arricchimento dell'uranio
iraniano, e' un atto volontario onde creare la fiducia e porre fine
al divieto- imposto dall'occidente- di appropriarsi alla tecnologia.
Questa sospensione non può essere considerato come una rinuncia
definitiva dell'Iran al suo programma nucleare. Nonostante tutte le
conseguenze economiche e sociali inflitte ai migliaia di famiglie
iraniane, il governo ha sospeso il suo programma, una sospensione
che ha durato per ben 20 mesi. I tre paesi europei, non sono
riusciti ad rimuovere il divieto imposto all'Iran per accedere alla
tecnologia nucleare. Capovolgendo la ragione e l'obiettivo, l'UE ha
cercato di prolungare la sospensione ed invece di rispettare gli
impegni presi nelle trattative precedenti- ottobre 2003 e novembre
2004-.
E` da considerare che persino il Consiglio dei Governatori dell'AIEA
ha definito "la sospensione come un atto volontario e non una
necessita' obbligatoria". Considerando tutto cio`, a partire dal
primo agosto 2005, l'Iran, avvisando l'AIEA, ha deciso di riprendere
le attivita' della conversione dell'uranio a UCF di Isfahan. E allo
stesso tempo, la Repubblica Islamica dell'Iran, e` intenzionata a
sottolineare che non rinuncera' ad alcun tentativo al fine di
riprendere l'arricchimento dell'uranio, attraverso i negoziati.
Intanto l'Iran continuera' la sospensione volontaria delle sue
attivita' riguardo l'arricchimento. E' degno di nota che secondo le
descrizioni dell'agenzia, le attivita' di UCF non hanno niente a che
vedere con l'arricchimento dell'uranio.
L'Iran rispetta il trattato di non proliferazione delle armi
nucleari e considera dannoso l'accesso a tali armi per la sicurezza
propria e continuera' i suoi sforzi per creare una zona libera delle
armi di distruzione di massa nel Medioriente.