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Geopolitica finanziaria...

di Nicoletta Forchieri - 14/08/2009

Fonte: mercatoliberotestimonianze

Certi articoli mainstream oramai si commentano da soli…Avevo letto in qualche trafiletto che il nostro oro era custodito in tre diversi paesi, due caveaux in Italia, uno alla Federal reserve e l’altro in Svizzera presso la BRI.

Altro che accordi militari segreti… Qualcuno di voi sa per caso quando furono siglati gli accordi di concessione del nostro oro a quelle banche straniere? Oltre al fatto che Tremonti ha detto che il nostro oro è della Repubblica italiana e non di Bankitalia, Sig “Imbroglia” (tricher=imbrogliare) parla dell’oro di “Bankitalia”… Qualcuno di voi sa quanto dobbiamo pagare a Bankitalia, BRI e Federal reserve per la custodia del nostro oro, che potrebbe essere contenuto in uno scantinato medio grande? Qualcuno di voi sa se quell’oro non sia già stato usato, venduto, impegnato, prestato, ipotecato o altro? Non già dalla Repubblica italiana - cui appartiene - al popolo “sovrano”, ma dallo Stato statunitense e dalle autorità svizzere????

NF

[fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2009/08/tassa-oro-trichet-bce-contrari.shtml?uuid=d11f3416-828a-11de-862f-bd9e53d51461&DocRulesView=Libero]
Nella foto, la mappa del debito.

Tassa sull'oro di Bakitalia, Trichet boccia il governo

«Siamo senza ambiguità contro la tassazione sull'oro di Banca di Italia. Il nostro giudizio è negativo e pensiamo che una simile misura infranga i trattati comunitari». Così Jean-Claude Trichet, presidente della Bce, sull'intenzione dell'esecutivo italiano di tassare le plusvalenze delle riserve auree riserve auree di Palazzo Koch. Per quanto riguarda poi un possibile ricorso contro l'articolo della manovra anti-crisi (che prevede la tassazione), già entrata in vigore malgrado il parere negativo, comunque non vincolante, della Bce, Trichet ha ricordato che c'é un impegno del Governo italiano ad applicare la «golden tax» soltanto con l'approvazione della Bce e i Banca d'Italia e ha concluso: «Non voglio ipotizzare niente per il futuro, vedremo che cosa succederà ora».


La norma che prevede una tassazione al 6% delle plusvalenze sulle riserve auree della Banca d'Italia fino a un tetto di 300 milioni, è contenuta nella manovra d'estate del governo (leggi l'abc a cura del Sole24ore.com) approvata definitivamente sabato primo agosto dal Senato e firmata dal Presidente della Repubblica. È una delle misure che più ha fatto discutere soprattutto perché giudicata da più parti una minaccia all'indipendenza della Banca d'Italia. Lo stesso Napolitano, in occasione del ventennale della morte del governatore di Bankitalia Paolo Baffi, l'aveva velatamente criticata nel suo discorso. «La tradizione di indipendenza e di rigore della Banca d'Italia rimane patrimonio prezioso delle istituzioni repubblicane» aveva dichiarato poche ore prima che il senato votasse la fiducia alla manovra.

La netta bocciatura da parte dell'Eurotower mette ora in difficoltà l'esecutivo. Nell'articolo 14 della stessa manovra anti crisi infatti - come ha ricordato in una nota lo stesso presidente del Consiglio - è previsto che la norma non potrà avere applicazione senza il parere non ostativo, cioè favorevole, della Bce, e senza il consenso espresso della Banca d'Italia».

Il presidente della Bce nel corso della conferenza stampa, seguita all'annunico della decisione di mantenere invariati i tassi di interesse, ha parlato anche della crisi economica. Le previsioni dell'Eurotower sono di una ripresa graduale dell'economia nell'eurozona nel 2010. L'incertezza sullo stato attuale dell'economia resta comunque molto alta ha precisato Trichet. (An Fr.)

Altro articolo, questa volta non mainstream:
[fonte: http://www.rinascita.info/cc/RQ_Editoriale/EkuAyFApVVeiythVQv.shtml ]

Cartagine ordina, Roma obbedisce

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Venerdi 7 Agosto 2009 – 7:57 – Andrea Angelinistampa
Cartagine ordina, Roma obbedisce
 
L’ordine di Cartagine è inappellabile. La cosiddetta “Banca d’Italia” deve continuare a lucrare ai danni dei cittadini italiani tutti. Naturalmente praticando, attraverso la “casa madre” Bce, un tasso di usura – il cosiddetto tasso di sconto – per la stampa di ogni euro (ma come? La moneta non era un semplice mezzo di scambio equivalente alla ricchezza prodotta dai cittadini di una nazione? Perché allora un semplice stampatore deve imporre un surplus di guadagno percentuale su una ricchezza non propria? Eh, già: queste sono le delizie del sistema capitalistico occidentale…). E altrettanto “naturalmente” impedendo ogni tassazione di plusvalenze sullo stesso patrimonio, solo virtualmente, dunque, “nazionale”. Non c’è sovranità di governo che tenga.
E infatti, la Banca centrale europea ha lanciato il suo ukaze contro la tassazione delle plusvalenze sulle riserve auree della Banca d’Italia. Una misura contenuta nel decreto Tremonti prevista in primo luogo per le banche italiane e di riflesso – ahiahiahi - anche per Via Nazionale in considerazione del fatto che, negli ultimi 12 mesi, le riserve d’oro sono notevolmente aumentate di valore in conseguenza dell’incremento del valore del metallo giallo che ormai quota 960 dollari l’oncia.
Se le banche devono pagare la tassa sulla plusvalenza, è stato il sacrosanto ragionamento di Tremonti, perché lo stesso non dovrebbe valere per la Banca d’Italia?
Ma il governatore della Bce, il francese Jean-Claude Trichet, da questo orecchio non ci vuole sentire ed è subito corso in soccorso del caro amico e compagno Mario Draghi.
La Bce, ha tuonato Trichet nel corso di una conferenza stampa - un’occasione scelta appositamente per dare più imperio e ufficialità alle sue parole - è “contraria” alla tassazione delle plusvalenze sulle riserve auree e la misura presa dal governo italiano suscita “serie preoccupazioni”. Oltretutto, ha osservato minacciosamente il governatore centrale europeo, “noi stimiamo che queste misure pongano dei problemi dal punto di vista del diritto comunitario” in quanto impedirebbero a Via Nazionale di perseguire “i compiti istituzionali” che le sono proprii, come quello di contribuire ad assicurare la stabilità del sistema finanziario europeo (sic).
La Bce ha così già presentato due pareri negativi al governo italiano tanto che sia Berlusconi che Tremonti hanno già annunciato la preventivata e decisa marcia indietro affermando che la tassazione non sarà applicata se la Bce resterà contraria.
E Trichet ha infatti confermato il suo no.
La presa di posizione del banchiere internazionale - suddito delle direttive della Bri, la Banca-Spectre dei “regolamenti internazionali” partecipata, sarebbe quasi inutile sottolinearlo, dai maggiori istituti speculativi di Wall Street e della City - è a dir poco incredibile e conferma, come se poi ce ne fosse bisogno, che la sovranità politica del nostro Paese è pari a sotto zero. Infatti quando la Bce fissa il livello del tasso di sconto, in maniera del tutto autonoma e svincolata dal parere dei singoli governi, non solo condiziona pesantemente qualsiasi misura finanziaria presente e futura presa dai governi, ma opera di fatto un trasferimento di risorse e di ricchezza a suo esclusivo vantaggio.
Adesso, non contenta, la Bce si permette anche di sindacare una misura di politica economica interna che rappresenta semplicemente un segnale di equità. Quella che Trichet non sa nemmeno dove sia di casa visto che ha prestato (in realtà lo abbiamo fatto noi) ben 442 miliardi di euro al tasso dell’1% alle banche in difficoltà a causa delle proprie speculazioni usuraie.
E allora, chi è che destabilizza, Tremonti o Trichet? E cosa sono mai trecento milioni di euro che Via Nazionale dovrebbe pagare all’Italia in confronto alle migliaia che la Banda Trichet & Co, arraffa da sempre nelle nostre tasche per regalarle graziosamente ai propri azionisti?