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Tempo d'agosto, tempo di silenzio. Per fare un bilancio della propria vita

di Francesco Lamendola - 14/08/2009


Dal diario di Giovanna.

3 Agosto.
Questi giorni di vacanza in montagna, al paese natio, lontano dai rumori inutili della città, si stanno rivelando preziosi come non avrei mai creduto.
Avevo bisogno di pace, di silenzio, di una occasione per fare il  punto della mia vita; per meglio riflettere sul passato e sul presente; per fare una sorta di bilancio, forse.
Quanto al futuro, non voglio pensarci. Quando si è nelle mie condizioni, presto o tardi si impara la saggezza del vivere giorno per giorno, assaporando la gioia di ogni nuova alba e di ogni nuovo tramonto.
Nulla è dato per scontato; ogni cosa mi appare è incredibilmente vivida e nuova, come se fosse appena uscita, rorida di freschezza, dalla mano di Dio…

4 Agosto.
Eppure, manca ancora una cosa alla mia solitudine, perché sia perfetta: l'essere veramente, completamente sola, anche in senso materiale.
Suppongo che vi siano molte altre persone che vivono la mia stessa, insospettata solitudine, di cui poco o nulla traspare all'esterno: quella di essere soli mentre, invece, si è in due.
E la cosa più strana di tutte, è che la prima persona a non averne neppure un vago sentore, sia proprio quella che ci vive accanto; e che, a suo modo, ci ama…
Sono consapevole di questo amore, lo vedo e non lo disprezzo.
Ma è un amore infantile, miope e, per molti versi, sostanzialmente egoistico: non ha mai avuto il potere di farmi sentire realmente amata: amata così come la mia anima e il mio corpo bramavano ardentemente.
Di farmi sentire in comunione autentica con un altro essere umano; e non solamente portata, dai venti capricciosi della vita, accanto a lui.
Di farmi sentire, almeno qualche volta, un po' meno sola…

5 Agosto.
Pure in questa solitudine imperfetta - che sembra un'ironia, perché le manca quell'ultimo strato di vernice che la renderebbe completa -, ora che sono lontana dalle piccole cose di ogni giorno, sento che incomincio a ritrovarmi; a far ritorno versa casa, finalmente.
Ne ho fatta, di strada, in tutti questi anni, sempre sola, senza che alcuno se ne accorgesse; e sempre assetata di verità, di bellezza, di amore…
Ho consumato sette paia di scarpe, come dice quella fiaba popolare, e sette bastoni da viaggio dalla punta di ferro: sempre cercando, sempre soffrendo in silenzio, sempre sforzandomi di nascondere a tutti il mio vero essere.
Perché sapevo bene che non avrebbero capito.
Nessuno avrebbe capito, nessuno; e, meno di tutti, coloro che mi vivono più vicini e che dicono e credono, a modo loro, di amarmi…
Ora mi avvicino alla vecchiaia, ma il mio cuore è ancora inquieto: più che mai assetato di verità, di bellezza, di amore, come quando ero giovane.
E devo fare i conti anche con la malattia: una malattia insidiosa, che nessuno conosce, perché non c'è nessuno con cui avrei potuto condividerne l'angoscia.
Eppure, ci sono dei momenti in cui mi sento più libera, più forte e più aperta alla speranza, di quanto non avrei creduto di poter mai essere.
Dei momenti in cui sento che posso sconfiggere la paura, così come ho saputo vincere la mia condanna alla solitudine: semplicemente accettandola.
E pregando…

6 Agosto
Passeggiando nei boschi e assaporando, nell'aria frizzante del mattino, il balsamico profumo di resina, penso a tante cose e mi immergo nei ricordi.
Fra tutti, uno balza avanti a ogni altro: l'addio alla mamma. Ma è talmente carico di emozioni, che non oso analizzarlo nemmeno con me stessa.
Mi basta rivivere la dolcezza di quegli ultimi momenti, che ha medicato, almeno in parte, le ferite di lunghi anni di dolorosa incomprensione.
Mi conforta il pensiero che ogni addio è, in realtà, un arrivederci; che verrà il tempo in cui ci cadrà dagli occhi anche l'ultimo velo.
Allora, finalmente pacificati, resi trasparenti del soffio dell'Essere, finalmente vedremo tutto, capiremo tutto, perdoneremo tutto.
Perdoneremo e saremo perdonati.
Sarà bello: come fare ritorno a casa dopo un lunghissimo, faticoso viaggio…

7 Agosto.
Oggi mi sono spinta più lontano, lungo il sentiero che sale verso la montagna, in mezzo ai boschi della mia infanzia.
Mi sono graffiata le braccia fra i rovi per cogliere le more; e poi, giunta sulle rive del ruscello, mi sono immersa coi piedi nudi nell'acqua, camminando sui ciottoli del greto, là dove la corrente forma veloci mulinelli.
È come se il mio corpo, che non ho mai così tanto amato come adesso che conosco essere malato, esigesse imperiosamente di sentirsi vivo, di sentirsi felice.
Poi, lentamente, ma rasserenata, sono tornata a valle.
Provo sempre emozioni profonde quando torno al paese; quando mi aggiro per la grande casa, mi sembra di ricevere ancora l'abbraccio dei miei genitori.
Tuttavia, stranamente, non cerco la compagnia di nessuno dei miei vecchi amici e conoscenti; anzi, la evito, e cerco più che mai la solitudine.
Ma è una solitudine che mi fa bene, quest'ultima; che mi aiuta a stare meglio con me stessa, con i miei pensieri.

8 Agosto.
Mi domando se anche lui sta pensando a me, almeno un poco, come io penso a lui.
Ed è buffo pensare che non l'ho mai visto di persona, come lui non ha visto me; che ci siamo soltanto parlati da lontano, indirettamente.
Eppure, ci siamo compresi in profondità; ed io ho ricevuto un grosso aiuto dalle sue parole, quando più mi sentivo angiosciata.
È strano, nel deserto della vita, incontrare ad un tratto un'anima affine, dalla quale ci sente compresi e confortati, quasi all'istante: più di quanto ci sia mai capitato con le persone che ci conoscono da sempre e con le quali viviamo ogni giorno.
Ed è ancora più strano fare quegli incontri proprio nei momenti più delicati della nostra vita, come nel mio caso, quando mi sento minacciata da almeno tre nemici esterni: la malattia, la solitudine e la paura.
Senza avere più la forza e il coraggio della gioventù; ma anzi assistendo, sia pure lentamente e perfino dolcemente, al declino della bellezza fisica, un tempo tanto ammirata dagli altri, e della quale andavo così fiera.
Forse, però, queste cose non sono poi così strane; forse non vi è nulla di casuale negli incontri importanti della nostra vita, ma essi, al contrario, fanno parte di un piano preordinato, di una tela benevola ordita dall'alto.
Forse la verità è che le cose accadono quando noi siamo pronti per esse, o quando abbiamo più bisogno di ricevere un aiuto.
E questo è tutto.

9 Agosto.
Ancora una lunga passeggiata solitaria nel bosco e in riva all'acqua, immersa in una natura imponente, ma amica.
Questi monti sono i monti della mia giovinezza; questi boschi, questi prati, questo ruscello, sono quelli di quando avevo dieci anni, quindici anni.
Ricordo di quando mi immergevo con le gambe nude in questa stessa acqua, ridendo e rabbrividendo di piacere: ed era tanto, tanto tempo fa.
Si dice che quella sia l'età più bella; non è vero.
Per me, almeno, è stata difficilissima: senza calore di affetti, senza saldi punti di riferimento, proprio quando la mia anima si schiudeva timidamente al mistero della vita, ed era immensamente fragile e immensamente assetata di amore.
Per tale ragione, provo un misto di dolcezza e di dolore a ripercorrere questi antichi sentieri; a rivedere questi luoghi, questi volti; a rivivere queste atmosfere.
Devo fare i conti con un passato duro, amaro, che, per me, è stato tormentoso come la traversata di un deserto.
Per questo, a un certo punto, ho fatto la scelta che ha segnato tutta la mia vita: perché volevo fuggire, lasciarmi alle spalle quel deserto.
E non sapevo che esistono deserti ancora peggiori di quelli ove non cade mai una goccia d'acqua; deserti di pietra, nei quali l'anima, lentamente, appassisce e muore…

10 Agosto
L'ho sentito, e il mio cuore esulta di gioia.
Non mi sento più sola, anche se non mi aspetto più nulla, umanamente parlando.
È stupenda la sensazione di camminare in due, sulle strade assolate del mondo, anche se si è lontani, anche senza mai essersi veduti in viso…

11 Agosto
Ho capito che solo il presente conta; che devo liberarmi dal peso opprimente del passato e dall'ansia tormentosa del domani.
Voglio avere fiducia in Dio, e lasciarmi andare al Suo abbraccio.
Noi siamo qui per amare, e non per altro: ma non possiamo amare veramente, se prima non impariamo ad accettare, ad amare e a perdonare noi stessi.

12 Agosto
Non voglio più scrivere su questo diario.
Voglio che le prossime pagine restino bianche, perché non esistono parole per esprimere le cose più vere e più essenziali.
Possiamo scriverle solo nel nostro cuore, e lasciarle trasparire dai nostri occhi.
Sento che il mio cuore è pieno di amore, che trabocca di gratitudine nei confronti della vita: di ogni singolo giorno, di ogni singolo istante.
Sento, con un gran senso di pace, che la mia vita ha avuto un senso: perché ho molto amato, anche se ho commesso tanti errori.
E questo solo ho capito che è importante: amare, amare, amare…