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Le profezie di Ross Perot

di Ralph Nader - 14/08/2009



Mi sono chiesto spesso perché la gente che va ai "comizi cittadini", tenuti dai politici che fanno campagna, raramente fa domande fondamentali.
Eccone una che poteva essere fatta al candidato presidente B. Obama: "Se voi arriverete alla Casa Bianca, nominerete alle posizioni più alte Americani che hanno un'esperienza record nel prendere le decisioni giuste nei loro settori rispettivi?"
"Certamente, lo farò", Obama avrebbe risposto senza dubbio.
Certamente, egli non lo fece quando si verificò il collasso dei casinò corrotti di Wall Street e il salvataggio di questi speculatori fatto dalla gente americana.
Obama scelse dei perfetti Wall Streeters e servi di Wall Street che erano coinvolti, compensati, o avvantaggiati dalla bisboccia speculativa che condusse al più grande schema di salvataggio governativo nella storia mondiale.
La spiegazione del Presidente è che vuole persone di esperienza che sanno come lavora Wall Street.
Si, giusto! In realtà, voleva copertura politica.
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Qualcosa di molto importante è dimenticato quando anche persone che fanno parte della classe dirigente sono ignorati, emarginati o ridicolizzati anche se i loro allarmi pubblici e dettagliati cercano di essere tutti molto accurati.
Pensate al miliardario, Ross Perot.
Negli anni '80 e '90, Ross, come tutti lo chiamano, aveva ragione su General Motors, sull'accordo NAFTA e sui deficit federali.
Nel 1984 entrò nel Consiglio di Amministrazione di GM dopo averle venduto la sua impresa di successo (EDS).
Egli riuscì a malapena a credere quanto fossero ottusi, burocratici e insensibili i dirigenti di GM che la dirigevano. Egli cercò di svegliare i ragazzi al vertice per scontrarsi con la competizione di Asia ed Europa che cresceva veloce.
I capi di GM non potevano sostenere Ross "alla grande" e riformare tutta l'impresa, così nel 1986 essi comprarono le sue azioni in cambio delle sue dimissioni dal Consiglio.
Due anni dopo, riflettendo sulla sua esperienza a GM con un reporter di Fortune, Perot definì "il sistema di General Motors una coltre di nebbia che impedisce alla gente di fare ciò che sanno che andrebbe fatto".
Scaldandosi, Perot continuò: "Un giorno feci un discorso ad alcuni vecchi dirigenti. Dissi, Okay, ragazzi, vi dirò tutto quello che è sbagliato. Non amate i vostri clienti. Non amate i vostri concessionari. Non amate la gente che vi fa le auto. Non amate i vostri azionisti. E, in larga parte, non amate nessuno. Per far vincere questa impresa dovremo arrivare ad amare i nostri clienti. Non dobbiamo logorare i concessionari che fanno troppo denaro e non pensiamo che incassino $1 miliardo all'anno come noi. I ragazzi delle fabbriche sono il sale della terra - non cani - matti, rabbiosi, radicali nati per creare problemi. E tutto questo punzecchiarsi l'un l'altro - i ragazzi della finanza contro quelli delle auto - è terribilmente distruttivo".
GM non ascoltò Ross.
Ora, dopo una scivolata lunga e senza rallentamenti, GM è in bancarotta, abbandona i suoi operai, duemila dei suoi concessionari, e le rivendicazioni dei suoi clienti.
Tuttavia, GM deve al contribuente USA oltre $70 miliardi.
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Perot si dedicò molto al suo libro pubblicato nel 1993 Save Your Job, Save Our Contry to NAFTA and Trade.
Guardando indietro, aveva ragione quasi sempre.
Il NAFTA dissipa più lavori USA di quelli che creò; generò un enorme deficit commerciale con il Messico e beneficiò i "36 uomini di affari che possiedono i 39 conglomerati più grandi del Messico o oltre metà del PIL di quel paese".
Le fabbriche "maquiladora" situate al confine hanno alti ricambi di operai e li spremono con condizioni spesso insicure e bassi salari.
Perot descrisse così la scena dietro alle esultanze di Washington (DC) e delle imprese sul grande incremento commerciale dopo il NAFTA:
"La maggior parte delle merci prodotte nelle maquiladoras sono spedite nel mercato USA. Di fatto, la maggioranza del cosiddetto commercio tra USA e Messico non è tale almeno se lo si considera col significato solito. Piuttosto, in principio le imprese USA spediscono i loro macchinari, i componenti e le materie prime oltre il confine nello loro fabbriche messicane e dopo rispediscono le loro merci finite o semi lavorate indietro ancora oltre il confine negli USA".
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Una gran parte dell'industria dell'auto USA andò a sud dopo il NAFTA, lasciando i lavoratori e le comunità in difficoltà in Michigan e altri stati.
La bancarotta Chrysler progetta di spostare uno stabilimento moderno di motori da premio dal Wisconsin al Messico dopo aver preso i miliardi di dollari del salvataggio del contribuente.
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Sugli avvertimenti di Perot sul deficit visti sulla TV nazionale (con grafici) che aggiungere?
Certamente egli non immaginò quello che avrebbe visto dopo i suoi richiami squillanti.
Il peso sulla prossima generazione e i dollari di tassa deviati dalle necessità della nostra nazione per pagare gli interessi su questi miliardi di dollari di debito furono evidenziati molte volte quasi venti anni fa dall'imprenditore tessano.
Ha un sito web (perotcharts.com) dove aggiorna le perdite.
Nella Washington di Bush e Obama, non ci sono posti dove Perot abbia visibilità e sostegno.
E' un fatto che i politici di Washington ignorino i commentatori progressisti veggenti, come William Grieder, che era stato giusto in modo profetico.
E' veramente un'altra fuga dalla realtà il voltare le loro spalle anche ai leader stessi del mondo degli affari.
Ci sono molti come Perot che devono essere guardati dai notiziari quotidiani mentre dicono "vi dicemmo questo, ma voi non ci ascoltaste allora e non ci ascoltate ora".

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*Il titolo e i trattini fra le parti sono una nostra scelta (ndt)
Tradotto da F. Allegri il 13/08/2009 per Futuroieri http://digilander.libero.it/amici.futuroieri