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L'etica capitalista

di Paolo De Gregorio - 14/08/2009

  
 
“il pesce puzza dalla testa”. Questo ci insegna la rassegnata saggezza popolare.
Mentre il capo dei capitalisti Giovanni Agnelli succhiava per la FIAT migliaia di miliardi in sovvenzioni statali, non disdegnava di frodare il fisco e accantonava nel paradiso fiscale elvetico qualche migliaio di miliardi delle vecchie lire, tanto per le spesucce e gli imprevisti, un risparmiatore.

L’anno scorso in Sardegna vi fu una alzata di scudi contro la giunta Soru che voleva mettere una tassa sulle barche di lusso, da parte degli stessi capitalisti (150.000) che sono oggi inquisiti dalla Guardia di Finanza per i loro depositi nei paradisi fiscali.
Questi signori erano sdegnati per questa misura vessatoria, persecutoria nei confronti di chi porta soldi, un nuovo episodio di lotta di classe a cura del “comunista” Soru, tassa immorale, anche se i proventi dovevano andare per la salvaguardia ambientale.

I “paradisi fiscali”, Banca Vaticana compresa, sono strumenti offerti a chi vuole delinquere, per accantonare fondi neri con cui corrompere partiti politici, poter coprire traffici di armi o di droga, una specie di “lodo Alfano” a disposizione di tutti i capitalisti.
Sono da abolire, sono come i servizi segreti che come è noto sono dietro tutte le stragi e le trattative con le mafie, fanno una politica sporca di ricatti incrociati, non hanno mai prevenuto alcun fatto delittuoso, e uno Stato serio li deve abolire come fattore destabilizzante della democrazia.

Molti si lamentano per la ormai enorme propensione degli italiani a non rispettare le regole e le leggi, ma è il geometrico risultato dell’esempio di una classe capitalista e una casta politica il cui intreccio in affari sporchi, finanziamenti occulti, corruzione degli amministratori, depredamento di denaro pubblico, è la regola. Gli italiani per sopravvivere rispettano queste regole, e così avviene che i capitalisti del nord pagano i camorristi napoletani per sversare i rifiuti tossici da loro prodotti nelle campagne del sud, e tutto ciò accade perché è tutta la società a far finta di non vedere.
Come tutti fanno finta di non capire che le disgrazie sul lavoro hanno origine da un cinico calcolo in cui si mette su un piatto della bilancia il costo delle misure di sicurezza e sull’altro piatto c’è la vita delle persone. L’etica capitalista sceglie sempre il maggiore profitto!

“il pesce fete d’a capa”, meditate gente, meditate.
E la “capa”, quelli che hanno inventato il metodo, le corruzioni, quelli che pagano, sono i capitalisti, sono loro il “cuore dello Stato”, i politicanti si sono adeguati.
Se una buona politica (che non vediamo all’orizzonte) non impone regole nuove niente di nuovo succederà.