Escono otto racconti inediti di Thomas Hardy
di corriere della sera - 27/03/2006
Fonte: corriere.it
INEDITI
Escono otto racconti, alcuni mai tradotti, dell’autore vittoriano Thomas Hardy
Così come detestava Edward Morgan Forster, che riteneva maschilista, Virginia Woolf adorava lo scrittore tardo-vittoriano Thomas Hardy, sapiente indagatore delle profondità dell’animo femminile. Di Hardy, che ebbe il torto - per l’epoca - di non muoversi mai dal Dorset al contrario di Stevenson e Conrad, escono ora da Garzanti otto dei 49 racconti che scrisse nella sua vita (T. Hardy, «I tre sconosciuti e altri racconti», introduzione di Giovanni Luciani, prefazione e traduzione di Leonetta Bentivoglio, pagine 252, 10). Alcuni di questi racconti erano inediti in italiano; di altri esistevano traduzioni anni Cinquanta; solo «Il braccio avvizzito» compare in una raccolta di racconti horror degli Editori Riuniti. Autore trascurato nei Paesi mediterranei, negli Stati Uniti Hardy viene studiato a scuola come un classico (quale potrebbe essere da noi Manzoni).
Nato nel 1840, Hardy si stabilì nel 1862 a Londra con l’intenzione di fare l’architetto, ma presto tornò nel Dorset per scrivere. Esordì con «Rimedi disperati» («Desperate remedies», 1871), ma il suo romanticismo raffinato meglio si espresse con «Due occhi azzurri», romanzo che racconta il corteggiamento per la prima moglie nello scenario «sturmer» della Cornovaglia, e poi in «Via dalla pazza folla».
Nei racconti (scritti tra il 1874 e il 1900) si trovano alcune costanti della «poetica del Sublime» di Hardy: la Natura vissuta come incombente e ostile, la visione pessimistica del rapporto tra uomo e donna all’interno del vincolo matrimoniale e la sostanziale ostilità alla Rivoluzione industriale. Temi che, con la poetica del magico e del fascino della radura, lo collocano (in particolare in «Poesie del Wessex») tra William Wordsworth e William Butler Yeats.