Oceani sempre più caldi: in arrivo un futuro bollente
di Andrea Boretti - 25/09/2009
La temperatura del Tirreno è aumentata di 2 gradi rispetto alla media degli ultimi 30 anni, quella del Mediterraneo di 1 grado e anche gli oceani sono stati interessati dallo stesso fenomeno. In un certo senso, dunque, i mari ci stanno avvertendo: un mare caldo è sinonimo di un futuro “bollente”.
Non solo il Mediterraneo, ma anche gli oceani hanno subito un aumento della temperatura
Nel complesso del nostro caldo mare interno un record negativo lo segna il Tirreno, che registra un aumento di ben 2 gradi rispetto alla media degli ultimi 30 anni.
La questione delle acque dei mari che si riscaldano non è però un problema solo mediterraneo, ma decisamente più ampio. Qualche giorno fa, infatti, il NOAA, l’ente americano che monitora oceani e atmosfera, faceva sapere come, sempre nel periodo Giugno-Agosto, la temperatura della superficie degli Oceani fosse aumentata di 0,6 gradi sopra la media del secolo. Ciò che preoccupa è che questo aumento, per la prima volta, comincia anche a interessare gli strati più profondi del mare - quelli oltre i 1000 metri – finora solo parzialmente interessati dal fenomeno.
Perché tanto allarme? La risposta è semplice. L’aumento della temperatura è considerato dagli esperti un segnale di destabilizzazione.
C’è una forte relazione tra riscaldamento dell’atmosfera e riscaldamento degli oceani
Un’acqua più acida avrà una conseguenza diretta soprattutto su quegli organismi come molluschi e crostacei che si costruiscono un guscio calcareo e che si troveranno quindi in grosse difficoltà.
Ma non è tutto. C’è una forte relazione tra riscaldamento dell’atmosfera e riscaldamento degli oceani. Secondo diversi studi è ormai appurato che la quantità di CO2 immessa nell’atmosfera dalla rivoluzione industriale ad oggi avrebbe dovuto provocare un aumento della temperatura atmosferica superiore a quello registrato. Dove è finito questo calore mancante? La risposta è semplice e tristemente ovvia: negli oceani. Si calcola addirittura che le masse oceaniche abbiano immagazzinato al loro interno più del 50% del calore prodotto - da sempre - dal genere umano.
L’aumento della temperatura degli oceani non ha però solo conseguenze sui molluschi ma, come è ovvio che sia, sull’intero pianeta. I problemi più grossi a breve termine, sono sicuramente i sempre più frequenti uragani che si abbattono soprattutto sulle coste dell’ America Centrale e l’aumento del livello globale dei mari; si stima che l’aumento della temperatura degli oceani sia responsabile del 25% dell’innalzamento degli ultimi 50 anni.
A lungo termine il discorso è invece più complicato. Gli esperti dicono che le masse oceaniche possono trattenere il calore anche per decenni e che le loro condizioni termiche attuali possono quindi con ogni probabilità rispecchiare le condizioni future dell’atmosfera.
In un certo senso si può quindi dire che i mari ci stanno avvertendo, un mare caldo è sinonimo di un futuro “bollente” e, come si ripete sempre più spesso, il punto di non ritorno è decisamente più vicino. Sapremo cogliere l’avvertimento?