La Decrescita, unica alternativa all’estinzione
di Giuseppe Culicchia - 30/09/2009
La politica che vorrei è, va da sé, tutt’altra cosa rispetto a quella che abbiamo sotto gli occhi, non da oggi, in Italia (e altrove). Per non tediare eventuali lettori con un lungo elenco di lamentele e desiderata, dovuto a usi e (mal)costumi che per ragioni antropologiche più ancora che storiche sono, ci piaccia o no, parte integrante dell’identità italiana, preferisco limitarmi all’essenziale. Da parte mia sono convinto delle ragioni di chi sostiene, con argomentazioni sempre più documentate e stringenti, che per quanto riguarda la salvaguardia di quel che resta della biosfera non ci sia più tempo da perdere.
La politica oggi in Italia (e altrove) dovrebbe porsi un solo obiettivo prioritario: dare un futuro ai nostri figli. Ma noi questo (loro) futuro ce lo stiamo divorando. Letteralmente. Di questo passo, tra appena pochi decenni saranno proprio i nostri figli a chiederci conto della nostra cecità. La politica dovrebbe prendere atto che allo stato attuale delle cose non esiste più alcuno sviluppo sostenibile. E di conseguenza dovrebbe cominciare non solo a ragionare ma anche ad agire in termini di decrescita, parola che, com’è noto, equivale a una bestemmia. Detto questo, mi pare evidente: le priorità della politica in Italia (e altrove, ma in Italia più che altrove) sono altre.
Perché la politica è vecchia, e del futuro si disinteressa. Se posso, vorrei ancora usare questo spazio per consigliare la lettura di un romanzo, La strada, di Cormac McCarthy. Un libro che è allo stesso tempo una profezia e una metafora del nostro qui e ora. Tocca a noi prendere un’altra strada rispetto a quella che si trovano a percorrere i protagonisti, padre e figlio, in quelle pagine. Chi oggi parla di catastrofismo domani assisterà in diretta sullo schermo del suo cellulare di ultima generazione alla scomparsa di Venezia.