Riuscite a vivere una settimana a impatto zero?
di Andrea Degl'Innocenti - 09/10/2009
Un blogger americano lo fa da oltre un anno; dall'esperienza ha già tratto un libro ed un documentario. Adesso lancia una nuova iniziativa, aperta a tutti: cercare di vivere per sette giorni riducendo al minimo i propri consumi e condividere la propria esperienza sul web.
Colin Beaven, in arte No Impact Man, lancia una nuova iniziativa, aperta a tutti
Impossibile, direte voi, vivendo in città, nel mondo di oggi. Invece no: Colin Beaven, in arte No Impact Man, lo ha fatto per un anno intero insieme alla sua famiglia nella caotica New York. E adesso lancia la sfida a tutti voi: riuscirete a farlo per una settimana?
Ad aiutarvi ci sarà, oltre al buon senso, un decalogo scaricabile dal sito del blogger, che vi illustrerà giorno dopo giorno come rinunciare a qualche consumo superfluo.
Le date sono già decise, dal 18 al 25 ottobre: si parte domenica rinunciando a qualche piccolo lusso (ad esempio ai tovaglioli di carta in favore di quelli di stoffa) e si arriva la domenica successiva ad aver abbattuto quasi ogni tipo di consumo, persino la carta igienica (un articolo del New York Times su Beaven titolava proprio “Un anno senza carta igienica”).
Partecipare è semplice: ci si iscrive al sito No Impact Project, si scarica la guida e si seguono giorno per giorno le sue direttive, leggendo la sera prima gli obiettivi da raggiungere nella giornata seguente. Altri preziosi consigli ci arriveranno dalla sezione Change Yourself, in cui i lettori si scambiano le loro personali ricette per un mondo migliore.
Con uno sforzo graduale e non eccessivo è possibile ridurre drasticamente i propri consumi
L'idea di fondo è quella di dimostrare come con uno sforzo graduale e non eccessivo si possano ridurre drasticamente i propri consumi, e al contempo rendere evidente come questi ultimi siano molto spesso eccessivi e superflui. Si calcola che una famiglia di quattro persone produca ogni giorno quasi sei chilogrammi di immondizia (oltre due tonnellate l'anno), utilizzi 550 litri d'acqua (240 quelli di acqua calda), consumi dai dieci ai quindici chilowattora di energia. Situazione ancora peggiore per i single, i cui sprechi, soprattutto alimentari, raggiungono livelli record: fino al 60 per cento in più rispetto al componente di una famiglia media.
Ridurre i consumi non solo incide in maniera positiva sulle proprie spese e sull'impatto ambientale, ma – parola di Beaven – permette di riscoprire le gioie dimenticate di una vita più naturale, meno schiava del benessere e dei piccoli comfort quotidiani.
Il blogger americano – che dall'esperienza ha tratto persino un libro ed un documentario di prossima uscita – non è l'unico ad aver tentato un esperimento del genere.
Colin Beaven, in arte No Impact Man, vive con la sua famiglia a New York
Vivere abbattendo il nostro impatto ambientale è dunque possibile. E se farlo per una settimana può aiutarci a dimostrarlo, ben altro sforzo serve per rendere tale scelta uno stile di vita. Esperienze radicali come quelle dei due blogger, per quanto auspicabili, difficilmente si possono diffondere su ampia scala. Ciò che è possibile è invece un cambiamento lento e graduale, una sempre maggiore consapevolezza delle conseguenze che le nostre azioni producono sull'ecosistema in cui viviamo.
Per ora fidiamoci delle parole di Colin Beaven. “Io e la mia famiglia”, dice il blogger davanti alla telecamera, “non siamo mai stati così felici”.