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Sulle tracce delle scorie nucleari: dalla Siberia ai nostri mari

di redazionale - 16/10/2009

Lo stoccaggio delle scorie nucleari non è un problema secondario. Nonessendoci soluzioni, vengono nascoste in siti inaspettati. Anche dai“pulitissimi” nuclearisti francesi.

 

L’industria nucleare si poneaddirittura come soluzione al problema del “Global Warming”, il riscaldamentodel pianeta, ma non si pone una domanda fondamentale: come e dove smaltire lescorie nucleari?

Due giornalisti specializzati intemi ambientali, Laure Noualhat, di Libération e Eric Guéret, hanno condottoper 8 mesi un’inchiesta per ricostruire le rotte segrete delle scorieradioattive prodotte dall’industria nucleare e hanno scoperto che una parteconsistente di quelle francesi vengono stoccate illegalmente in Siberia,all'interno di siti all'aria aperta.

 

A Hanford, nella terra dei pellerossa, nel 1942 è stato costruito il pioniere dei reattori al plutonio. Già gliingegneri dell’epoca si erano confrontati con il problema delle scorie. Allora,le hanno semplicemente disposte in 177 grandi depositi, della dimensione di unimmobile di quattro piani, che hanno messo sotto terra: sessanta di questidepositi si sono corrosi rilasciano radioattività nella falda freatica piùvicina al fiume Colombia. Una bella eredità da gestire!

 

Nell'ex Unione Sovietica conl’incidente del 1957 aMoyak, negli Urali, esplose un deposito di scorie radioattive. Un incidentesubito nascosto dal governo comunista, ma anche dagli americani. Ci furonoalmeno 200 morti e 250 mila contaminati.

Quello che i giornalisti Noualhate Guéret hanno trovato nell'area di Moyak sono villaggi interi evacuati 52 annifa dove è ancora vietato l’accesso, mentre le campagne intorno all'areaevacuata sono popolate e le persone usano l’acqua del lago Karatchai, che è il luogo più contaminato delpianeta. La popolazione viene usata come cavia e lo sà! La Noualhat conferma: «Liseguono dal punto di vista medico, ma intanto non li curano. Guardano come sisviluppano le patologie, i cancri, le leucemie. È un laboratorio a cieloaperto. Lì ci sono sei cimiteri».

 

SCORIE ANCHE IN FONDO AL MARECALABRESE?

Ma veniamo ai nostri guai, omeglio ai nostri mari! Diverse settimane fa è stato localizzato un altrorelitto nel mare calabrese nel Comune di Cetraro. Il sottosegretarioall’Ambiente Menia ha incontrato il 14 ottobre il Sindaco del Comune di CetraroGiuseppe Aieta al fine di comunicare l’invio, entro la prossima settimana,della nave geostazionaria Ocean, capace di effettuare un’ispezione del relittocon eventuale prelievo di campioni utili a confermare la natura del carico dirifiuti affondato dalla ‘ndrangheta. È evidente però che non ci sono solo lenavi segnalate dal pentito Fonti. Numerose indagini sullo smaltimento illegaledei rifiuti in Italia indicano molteplici casi di affondamenti sospetti daverificare. Chissà quali altre sorprese?!

Intanto, il volontario cosentinodi Fare Verde, Francesco Pacienza, già nel 2006, aveva segnalato i relittisospetti, scrivendo agli allora Ministri della Sanità e dell'Agricoltura.Nessuna risposta, allora, da parte delle Istituzioni, nessuna sorpresa,purtroppo, oggi da parte nostra nell'apprendere notizie sulle navi dei veleni.

 

INTANTO C’È CHI DICE NO…

L'Australia, il Paese con lamaggiori riserve di uranio del mondo, dice no al nucleare. Il governo laburistaaustraliano ha deciso di non prendere in considerazione i progetti diproduzione di elettricità nucleare.

La posizione del governoaustraliano risulta ancora più coraggiosa dopo la pubblicazione di un sondaggiocommissionato dal gruppo editoriale Fairfax (che pubblica New Age, uno dei piùnoti e influenti quotidiani australiani) dal quale risulta che il 49% degliaustraliani pensa che sia necessario utilizzare il nucleare per soddisfare icrescenti bisogni di energia elettrica, mentre il 43% dei cittadini si opponefermamente ad una scelta del genere. Un precedente sondaggio del 2002, davarisultati contrari.

Ma Peter Garrett non lasciaspazio al populismo nuclearista perché ha un’alternativa ai timori sulfabbisogno energetico: «Ci sono e ci saranno sempre sondaggi, che compaiono inperiodi diversi, che danno letture diverse delle opinioni su questo problema.Ma la cosa fondamentale é che questo governo ha un piano globale per affrontareil pericoloso cambiamento climatico. Abbiamo scartato l’elettricità nucleareperché disponiamo di una serie di risorse energetiche sulle quali possiamobasarci, perché dobbiamo lottare contro il cambiamento climatico e fornire deimezzi di sussistenza sostenibili agli australiani per le generazioni future».

Secondo la giornalista diLibération Laure Noualhat bisognerebbe «ragionare diversamente: non abbiamobisogno di produrre quel che non consumiamo». L’energia atomica non si puòcontenere, deve per forza essere mandata in rete. Inoltre, un reattore atomico,se si verifica un calo di domanda, come tipicamente accade di notte, non puòessere spento come è, invece, possibile fare con qualsiasi altro impianto diproduzione di elettricità. Ciò comporta un continuo eccesso di capacitàproduttiva e una distorsione del mercato energetico, poiché, in presenza di unaofferta superiore alla domanda, l'energia atomica verrà venduta sottocosto. Mai nucleristi non se ne preoccupano: una parte dei costi dell'industria nuclearepotrà essere nascosta nei bilanci statali e un'altra parte addirittura evitatasmaltendo illegalmente le scorie. Tutto ciò, è evidente, è concorrenza slealealle fonti rinnovabili.

Intantoattendiamo di sapere cosa è nascosto nelle navi dei veleni nascoste nei nostrimari. Scorie della “pulitissima” tecnologia nucleare francese anche lì?