Irlanda: vietati gli OGM
di Alessandra Profilio - 21/10/2009
Le preoccupazioni sulla sicurezza degli OGM spingono i governi ad agire. Pochi giorni fa, infatti, l’Irlanda ha deciso di vietare la coltivazione di tutte le colture geneticamente modificate e di introdurre un’etichettatura volontaria “GM free”.
L'Irlanda ha deciso di bandire gli OGM
Come riportato nel sito GM Free Ireland, dichiarare tutta l’Irlanda una zona GMO-free è vantaggioso per gli affari, l’ambiente e la salute della popolazione umana e del bestiame. Questo provvedimento, inoltre, proteggerà gli agricoltori dalla perdita di una porzione di mercato e favorirà le esportazioni, dal momento che “l’Irish food sarà riconosciuto come il più affidabile marchio GM-free in tutta Europa, se non addirittura nel mondo intero”.
Un sistema di etichettatura simile è stato introdotto tempo fa dalla Germania che, nell’aprile scorso, ha detto no agli ogm.
Il governo tedesco, infatti, ha vietato la coltivazione e la vendita di mais geneticamente modificato, precisamente il mais MON 810 della società statunitense Monsanto, che non potrà più essere piantato per il raccolto estivo.
Le preoccupazioni sulla sicurezza degli Ogm spingono i governi ad agire
Nel marzo 2008 è stata invece la Romania a mettere al bando il mais ogm della Monsanto. Come si legge in un comunicato di Greenpeace riguardante il provvedimento del governo rumeno, “ricerche scientifiche dimostrano che il mais MON810 è dannoso per l'ambiente: la tossina che contiene e che dovrebbe uccidere un parassita del mais si insinua nel suolo, danneggiando animali importanti per mantenere in buono stato il suolo stesso.
Anche la salute umana e animale non è al sicuro. È il caso del MON863, un altro mais della Monsanto, che ha causato segni di tossicitá in fegato e reni delle cavie su cui è stato testato.
Nel marzo 2008 è stata invece la Romania a mettere al bando il mais ogm della Monsanto
Le preoccupazioni sulla sicurezza degli Ogm spingono dunque i governi ad agire.
E così l’Irlanda si è unita a quegli Stati dell’Unione Europea – Austria, Ungheria, Francia, Grecia, Lussemburgo e Germania – che hanno attivato la "clausola di salvaguardia" prevista dalla legislazione Ue, che consente un divieto nazionale temporaneo di coltivazione.
I tentativi della Commissione europea di costringere alcuni di questi Stati a revocare i divieti nazionali sono stati sinora respinti dalla maggioranza qualificata dei Ventisette in Consiglio Ue.
Nel frattempo, dall’altra parte del mondo, anche il Perù si prepara a bandire dal Paese la coltivazione delle piante transgeniche fino al 2014.