Newsletter, Omaggi, Area acquisti e molto altro. Scopri la tua area riservata: Registrati Entra Scopri l'Area Riservata: Registrati Entra
Home / Articoli / Il linciaggio del professor Caracciolo

Il linciaggio del professor Caracciolo

di Gianluca Bifollchi - 23/10/2009

Fonte: subecumene

  

Non mi sono mai occupato a fondo del tema dell’Olocausto, come del resto di una miriade di altre questioni. Naturalmente ho su questo evento una serie di nozioni, e non ho ragioni per credere che la versione generalmente accettata sia falsa.

La riassumo brevemente: circa sei milioni di ebrei, e un altro numero meno cospicuo di persone, a vario titolo invise al regime nazista –omosessuali, zingari, oppositori politici — furono sterminati in maniera pianificata e diretta in un’operazione condotta da corpi dello stato tedesco, per ordine del governo tedesco, nel corso della seconda guerra mondiale.

Non so se questa definizione sia veramente rigorosa, ma in ogni caso i fenomeni del cosiddetto revisionismo storico o del negazionismo possono essere definiti in termini di obiezioni a questa definizione. In questo senso io non sono né un revisionista né un negazionista.

Nonostante l’ironia fatta due giorni fa nel post su Ehud Olmert, non sono neanche antisemita, non fosse altro perché per il tema dell’ebraismo non ho alcun interesse. Semmai considero l’antisemitismo una variante dei cospirazionismi che sono uno dei miei obiettivi polemici preferiti (pensate alla facilità con cui ci si imbatte in spiegazioni di fatti complessi che tirano regolarmente in ballo dubbie entità come la “finanza ebraica”).

Ciò premesso, la demonizzazione in corso sui media nazionali del professore della Sapienza Antonio Caracciolo, che credo sia colpevole di aver reso pubblici i suoi dubbi sulla versione accettata dell’Olocausto, è una flagrante dimostrazione del sostanziale disprezzo che la nostra classe dirigente, politica e intellettuale, ha per il principio della libertà di pensiero. Le persone che non capiscono ciò, e che non si sentono turbate da ciò hanno evidentemente il sentimento di appartenere a un’ortodossia dottrinale che non corre alcun rischio di vedersi mettere il bavaglio. Nella migliore delle ipotesi manterranno un ignavo silenzio, nel caso peggiore si affretteranno a scagliare la prima pietra dando prova del proprio zelo inquisitorio.

La questione cruciale, a questo punto, mi sembra quella di chiarire come sia possibile un tale disinvolto disprezzo per i diritti che la nostra Costituzione garantisce a ogni cittadino.

Non occorre cercare lontano. Apparteniamo a una cultura così piena di cecità morali e al tempo stesso così pronta a rivendicare una guida civile per tutti gli altri da trovarsi inevitabilmente nella necessità di svilupare meccanismi compensatori.

Nascondiamo sotto il tappeto il rapporto Golsdstone sui crimini di guerra dell’esercito israeliano a Gaza alcuni mesi fa? E sia, ma chi potrà dubitare della nostra fondamentale integrità morale quando ci mostriamo così alacri nel flagellare il professor Caracciolo per opinioni espresse su fatti accaduti sessant’anni fa?

Sono morti un milione e trecentomila iracheni per una bugia di George W. Bush, amico affettuoso del nostro presidente del consiglio? Va bene, ma dateci atto che usiamo una potenza mediatica impressionante per additare come untore alla pubblica opinione il professor Antonio Caracciolo. E poi gli iracheni sono come gli zingari sterminati da Hitler: che ce ne importa?

Abbiamo bombardato il popolo serbo al solo scopo di dimostrare che la sinistra italiana era finalmente democratica e affidabile? D’accordo, è un po’ disgustoso. Ma con tutto ciò come negare il nostro zelo nel mandare a morire nel deserto il capro che si è fatto carico dei nostri peccati?